sabato 16 gennaio 2010

ironie

Il blog è andato lungamente in pausa.
Obbligo.
Nella vita talvolta ti capitano cose che ti stravolgono non poco le prospettive e allora anche se vorresti subito raccontare le emozioni che ti palpitano dentro devi aspettare, lasciare che maturino intanto che ne consideri gli aspetti via via che elabori le cose.

La vita è ironica, lo dico da tempo. Solo che talvolta il suo modo beffardo di ricordarti come funziona è irritante.

Sono finite le feste di natale, io ho ricevuto come regalo più bello il senso della vita.
Il ritorno alla vita cui si assiste quando si rianima un essere vivente è qualcosa di mal descrivibile per quanto è intenso. Tenere tra le dita un corpo minuscolo e gelido e immobile è disarmante, specie quando la tua sbadataggine ha un coinvolgimento in quel gattino annegato. La rianimazione è qualcosa invece che prescinde dalla comprensione persino delle mie azioni.
La scelta tra non provarci nemmeno e sperare è stata di per sé enorme; affrontare poi i primi istanti in cui il solo segno di vita è la più esaustiva spiegazione di "agonia" che abbia mai conosciuto è scoraggiante.
Oscillavo dall'osservazione della morte a quella della vita che finisce ad ogni secondo. Il mio agire scorreva lento nella concitazione degli avvenimenti che precipitavano. Le dita comprimevano un manichino dalle sembianze feline che per temperatura e consistenza non era poi così dissimile da una fetta di petto di pollo tirata fuori dal frigorifero. Ogni gesto si è svolto senza grande consapevolezza, era solo il ripetere quanto appreso poco tempo prima in una sessione di addestramento anestesiologico, solo che qui veniva fatto trattenendo le lacrime e rimandando in gola i continui conati di vomito che cercavano di salire a gridare tutta la desolazione e il senso di colpa che non avevo il coraggio di urlare.

Poi di colpo è sopraggiunto un battito cardiaco, poi un altro... ed un respiro.
Il resto della dedizione è stato per scaldare quel corpicino gelido.

L'immagine che a lungo porterò negli occhi è quella di due occhi fissi, spalancati, sbarrati, quasi due pozzi torbidi da cui guardare l'oblio, che si restringono di colpo mentre quell'ammasso di pelo umido grigio giornale bagnato (il mantello è bianco pezzato nero, ma il rosa della pelle senza sangue a portare ossigeno tendeva a un grigio simile) prende un respiro enorme e buttando fuori l'aria, di schianto, urla in un miagolio tutta la sua vita.
Parlare di miracolo non mi sembra adatto a una persona che cerca nella scienza qualche spiegazione plausibile di questo e di ogni altroquando. Non mi sembra adatto nonostante mi abbia direttamente coinvolto (il che in effetti HA del miracoloso). Se la vita ha prevalso ci sono delle ragioni spiegabili e motivabili.

Quello però che ho compreso è che per quanto abbia creduto e creda ancora nella vita, non avevo minimamente intuito di quale potenza e forza essa disponga. Ho sottovalutato la vita. Decisamente.

La vita è un'energia così potente da poter contrastare la sua stessa fine, è una scintilla che divampa nel buio oltre l'immaginabile. Non so se avrei mai compreso quanta forza vi risieda se non l'avessi vissuto.

Quella notte non ho pianto quanto mi sarei sentito né di disperazione né di gioia, ma ogni fibra di me ha vibrato di inquietudine e tepore fino alla notte seguente. La vita che ho conosciuto quella notte trascende ogni sentimento, ogni implicazione, come una nascita: ti disarma e fa sentire minuscolo, perché risiede anche dove * non oseremmo sospettare.



...
Il gattino è stato abbandonato nei giorni freddissimi che hanno preceduto il natale del 2009. Non avendo cuore di lasciarlo al gelo ho voluto provare a farlo accettare dai miei gatti. Per colpa della mia enorme stupidità ha rischiato di morire in maniera orrenda la notte di natale.
Ora, che sta finalmente bene ed è un micio abbastanza in forze da affrontare il mondo ed essere mescolato agli altri gatti, è arrivato il responso delle analisi: è e sarà quantomeno portatore di una malattia che lo espone alla possibilità di morire in maniera repentina e dolorosa se andrà male, mentre se andrà bene sarà comunque un animale cagionevole e da tenere sotto controllo. Nota non da poco, questa malattia potrebbe aver già contagiato tutti gli altri gatti a cui ho tentato di aggiungerlo.

Nel tentativo plurimo di salvare una vita, rischio di perderne cinque. Questa è la vita, questa è la medicina per chi antepone i sentimenti e i sogni alla realtà. E' il suo bello in fondo e non sarebbe così interessante vivere se non fosse per questo ottovolante di emozioni *.
La merda è che in sere come questa fa proprio male.