domenica 28 marzo 2010

intellegibilità

Buonanotte schermo.
Talvolta la cosa più difficile da fare è rendersi comprensibili. Ci si può affannare in ogni cosa per farla al meglio, ci si può altrettanto impegnare con le persone. Ma se non ci si rende comprensibili è tutto inutile.

Quanto sarebbe più facile nelle cose importanti poter far leggere direttamente le intenzioni? Oltre le parole, oltre i fraintendimenti, si saprebbe già se fidarsi o meno, se le cose dette volevano ferire davvero o solo sdrammatizzare.

Un tempo mi coprivo di borchie. Era così semplice che chi davvero contava per te capisse: aveva già varcato le prime corazze. Ma il tempo passa, il metallo va nei cassetti e non ti resta che te stesso cui affidarti. Scoprirti ben diverso dal metallo di quelle punte a far danni quando vorresti solo stringere forte a te qualcuno è poco gratificante.
Nemmeno si può confortarsi accusando il circostante. Le scelte proprie è bene che ricadano per le loro colpe solo su chi le ha prese e se non si sa più concedersi agli altri è bene correre ai ripari sperando solo di trovare, quando avrai imparato a comunicare di nuovo, le stesse persone ancora disposte ad ascoltare.



sabato 20 marzo 2010

poetiche

Mi rendo conto di non aver mai digitato qualcosa che somigliasse a una poesia senza che prima non fosse rifluita dai miei pensieri su fogli di carta. Ho già scritto di come l'inchiostro o la grafite siano un veicolo a mio giudizio superbo per le sensazioni.
Tuttavia non mi ero ancora accorto di quanto sia radicata in me questa cosa, così come la fonte sonora per quei momenti deve essere uno stereo. Il pc, anche solo il riflesso del monitor, emette un non so che di freddo che lascia le grida rintanate al calduccio dell'anima.

Senza un perché, non ho che da prendere atto; eppure non posso fare a meno di credere che anche il "modus scrivendi" rientri nel linguaggio compositivo ed espressivo, come ci fosse una componente visuale nel componimento: carta possibilmente riciclata o almeno giallina e inchiostro nero, linee direttrici opzionali. Fa parte del messaggio.

Talvolta la poetica si spinge dove nemmeno il suo creatore immagina: assurdo!

giovedì 18 marzo 2010

rivelazioni

Certe cose talvolta le comprendi in maniera del tutto fortuita, parlando magari di tutt'altro.

Stanotte ho compreso perché per me è così importante suonare: spesse volte è la sola voce che ho per piangere.

mercoledì 17 marzo 2010

sotto effetto stono

era il titolo di un album rap.

Neanche azzardo il nome del gruppo, tanto in questo contesto non ha importanza.
lascio fluire lettere a braccio

punteggiatura senza senso: stanotte va così e non deve essere altrimenti.

Qua le cose si stanno ammassando, mentre io mi arrovello in pensieri e scelte e paranoie e dubbi. Continuo a non sapere tirar fuori gli attributi... nota dolente di un periodo ciomunque di ripresa.



Attraverso un punto abbastanza focale, forse epocale. La sola sensazione chiara è che qualsiasi sia la mia scelta lascerò in dietro cose importanti e tante altre da rimpiangere. Una miriade di "e se?" sta per frapporsi fra il me stesso di oggi e quello di dopodomani. E' tempo di crescere, di afferrare il futuro (o destino se più vi aggrada) e diventare uomo nei fatti e non più solo nei documenti ed i saluti delle adolescenti alla fermata.
Sono due settimane che vaglio i pro e i contro e non riesco a sbrogliare la matassa comunque. Per chi ha vissuto di incompiute trovare una risposta chiara è un dramma quando il soggetto è se stessi.

Così io vago in pensieri che si rincorrono e non trovo risposta. Perché la risposta non è tanto il come, ma il risultato da ottenere e quello in effetti non dipenderà mai dai contesti (maledetta che ha sempre ragione).

Mi chiedo quanti errori ancora servano per smetterla di lasciarmi doppiare dal mondo.

Lascio qui, con interrogativi insoluti e presunti anacoluti incorretti: sfogo puro e semplice di tutta la rabbia e lo schifo che la mia inconcludenza pluriennale suscitano. "A braccio" senza una guida su cui scivolare. puramente sincero.

Buon sanPatrizio a tutti i cuori verdi del mondo

sabato 13 marzo 2010

sempre Liguria o giù di lì

Assieme al Sanremo di quest'anno non si può non citare Morgan (Marco Castoldi) ex leading voice e bassista dei bluvertigo, oggi istrione di X-factor.

Ho seguito sommariamente l'esclusione così come l'accusa di "plagio" per il brano terzo classificato e cantato dal suo pupillo nel reality RAI.

L'esclusione:
mossa sconveniente ammettere gli usi e gli abusi, anche se con finalità non da sballo.
Eppure una parte di me ha apprezzato l'artista. Morgan, per come lo ricordo io dagli esordi coi bluvertigo ha sempre avuto l'anima vera del dandy, anzi di più, da vero decadente.
Forse è uno dei pochissimi musicisti contemporanei in Italia ad avere quell'aura autodistruttiva e votata all'eccesso delle migliori rock star americane. Depresso, sfrenato, intellettuale, ispirato, sconveniente, istrione, stolto, acuto, innocente... tutto e il contrario di tutto.
Ho sempre trovato Morgan un artista affascinante proprio per questi suoi tratti eccentrici. L'ammissione quindi di usare certe sostanze non mi ha stupito, nè spostato. A differenza di chi pensa che il pubblico non pensi, ho pensato fosse una cosa normale o quantomeno comprensibile per un artista simile. Vuoi avere genio e sregolatezza? Vuoi essere maniacale? Vuoi essere depresso e d'improvviso euforico? vuoi galoppare su note colorate? vuoi essere autodistruttivo? Beh, non hai che da diventare un artista e distruggerti con le droghe!

... questo era l'insegnamento di fine ottocento, questo era l'uso nei mitici '70.
Personalmente credo che avere coscienza e conoscenza di effetti psicotropi e avvenimenti del passato sia distinto da uso o abuso. Come dire, una persona assennata può comprendere senza emulare.
Concetto troppo elevato per far sì che chi pensa per le masse possa immaginare che un telespettatore possa essere qualcosa di diverso da un secchio ingurgita tv spazzatura.


Premesso quindi il mio non stupore per le dichiarazioni di Morgan passiamo alla strategia. Pessima, credo, nella visione a breve termine. Potenzialmente dannosa a medio lungo termine (chi sa se sarà ripreso a X-factor??), ma geniale e fruttuosa a medio termine e, se il pubblico perdonerà, a lunghissimo termine.
Qui si incastrerà anche l'accusa di "plagio".

Per come la vedo io, Morgana aveva già nel primo album dei bluvertigo spiegato benissimo come funzioni lo star sistem: è marketing!Saper fomentare, impietosire, smuovere, commuovere, sparire secondo il momento è un'arte: l'arte di sapersi vendere. Mutare maschera o espressione sempre tenendosi l'occhio di bue ben focalizzato sopra.
Sanremo è passeggero, discussioni, accuse, confessioni e comparsate possono durare anni, specie se si mescolano tv di massa e musica.
E' alchimia d'esposizione mediatica a impatto monetario (tutti i diritti su questa dicitura sono riservati e MIEI ^__^) che tradotto significa "Il dio denaro sono IO".





A fronte di quanto esposto fino a ora e dopo aver ascoltato questa canzone penso sarà facile anche per chi ha letto fin qua capire dove io voglia andare a parare.
Morgan brilla e si spegne in questo periodo. Sembra quasi vendersi. Ma l'ottica è ribaltata: lascia comprarsi.
Squallido potrete pensare all'inizio, ma per come la vedo io non è così.

Il mondo è diviso in molte differenti tipologie, eccone alcune sommarie:
- chi sa, divisi tra chi ignora e se ne approfitta e chi lotta, spesso in vano;
- chi non capisce, innocente ignorante che prosegue lasciandosi abbindolare;
- chi ha capito, dove si distinguono persone che sono rassegnate e non lottano, rassegnate e che cercano si non fare però altri danni (resistenza passiva?), combattenti (però a rischio di abbindolamento da chi sa e sfrutta) e infine quelli come Morgan, che hanno perfettamente capito come funziona e si adattano allo spettacolo.

Morgan offre quello che lo spettatore vuole: eccesso e pentimento... "orge e droga sul comò" e poi in chiese la domenica a recitare l'atto di dolore.


"E il plagio dove lo lasci?" chiederete. Beh, va da sé che in quest'ottica la diatriba con Mengoni non è che un altro tassello al calderone mediatico del pacchetto Morgan. Anzi, è gentile perché parla anche del suo pupillo alimentandone l'impatto mediatico così che abbia in tasca la debita consolazione per la sconfitta sanremese.
In fine, devo ammettere che il pezzo di canzone che Morgan reclama sembra proprio pedissequo. Non vedo perché non abbia diritto anche l'autore di quel frame ad essere incluso nella lista di autori. E' semplicemente un diritto d'autore e vista tutta la SIAE che fanno pagare a noi miseri mortali, che anche i produttori paghino a chi di dovere!


E questo è quanto!

venerdì 12 marzo 2010

senza stelle

Che certe notti, a camminare da solo lungo l'asfalto con la pioggerellina che rintocca sul cappuccio non ti viene altra voglia che levarti l'involucro dalla testa e lasciare che viso e capelli si facciano lavar via dalle gocce le lacrime che hai dentro; e gridare...

giovedì 11 marzo 2010

di cose davvero poco importanti

Da praticamente sempre odio il festival di Sanremo con tutto me stesso. E' stato il primo pensiero autonomo e razionale che abbia sviluppato, credo. Già in prima elementare (eoni fa per intenderci) lo trovavo superfluo, inutile, rivoltante, privo di acume e qualsivoglia altra forma di denigrazione intellettuale possa venirvi in mente dopo aver escluso aprioristicamente che, vista la popolazione prevalentemente di bambine e maestre che lo guardava tutta la settimana, fosse e sia "roba da femmine".

Ecco, a me sanremo m'ha sempre fatto cacare.

Ho lottato per non assistervi mai e vado fiero di aver tenuto duro per oltre vent'anni. Unica eccezione feci volontariamente per sentire la canzone di Daniele Silvestri nel, mi pare, '95: l'uomo col megafono.
Vidi anche la finale per riascoltarla. Vedevo cortei di persone che inseguivano un ideale, che si scagliavano contro oppressioni e leggi sbagliate... faceva fantasticare il mio bambino rivoluzionario interiore!
Poi di nuovo anni di orgoglioso buio.
Fino a Max Gazzé col suo "timido ubriaco".
Ancora vuoto fino a quest'anno, quando due amiche terribili mi hanno convinto (o obbligato??) senza tanti sotterfugi a seguire la finale.

Ecco, mi ha rivoltato.

Una canzone tanto bieca e compassionevole come quella del principino era peggio che fuori luogo, era brutta. Laddove "brutto" è l'antitesi di "bello" e se il bello artistico assurge a perfezione il brutto lascio a voi intuire a cosa assurga.

C'è di peggio. La canzone forse più interessante, quella di Cristicchi, ha perso due volte:
Ha perso perché nessuno ha capito o forse tutti hanno capito che in Italia per dire cose intelligenti in musica non puoi che ricorrere a ritornelli orecchiabili e giri di parole che non accusino apertamente. Gli ascoltatori non hanno risposto alla sua chiamata e la canzone non ha vinto;
Ha poi perso perché le sole canzoni in finale erano cantate da personaggi televisivi. Persone propinate al posto di notizie vere, di informazione, di intelligenza. Insomma, ha vinto il pubblico di CarlaBruni (e dei savoiardi).



Senza pensare poi troppo che a vincere non sia stato Marco, che perlomeno ha dato un'ottima interpretazione alla fine, né che abbia vinto l'amante (sessuale... perché ragazzi qui c'è della zoofilia e qualcuno avrebbe bisogno di un terapista bravo davvero) di trote e salmoni... cerco di pensare a ben altro.

Mi riascolto un'altra volta una bellissima sconfitta sanremese lasciando l'Italia a farsi imbambolare da studioaperto e a farsi dire che "va tutto bene" intanto che la dittatura si fa abbozzare da onorevoli delinquenti.

giovedì 4 marzo 2010

migrazioni

Tra riunioni musicali, racconti, parole e confidenze gli sleeplesslullaby hanno prodotto una discreta quantità di cose. Non solo musica, anche progetti in sospeso o pensieri.

Tra i tanti c'era quello dei diritti e degli spazi. Tra tante parole dette per dire alla fin fine è avvenuto invece parecchio. Insomma ora lo spazio web dei due insonni è tutto loro. Nostro, per meglio dire. Così, per riempirlo, ma anche per passare a una modalità di pubblicazione un po' più seria ed anche per far tornare questa ninnananna in compagnia di chi in fondo ha partecipato tanto all'inizio di certe vicissitudini... ooooh insomma! basta girarci attorno!

Non so bene quando ancora, ma in questo mese il blog si sposterà su un altro spazio web. Resterà la forma, resterà indipendente. Rimarrà la melodia delle mie urla interiori, rimarranno parole in chiaro su sfondi cupi come occhi nella penombra.

Ma sarà parte di un insieme, con suoni e colori e pensieri di due anime che condividono un pentagramma emotivo. A ognuno il suo spazio nello spazio di entrambi e spazio a entrambi nelle lande di ognuno.

Farraginoso, eh?!? ma è solo per confondere le idee.

Dovrete solo digitare un nuovo indirizzo o cliccare da qui per lì o viceversa insomma.