giovedì 24 giugno 2010

bis?

non so se ho ancora usato queste note e queste parole, spero di no.



Questa canzone è di Colin Hay. Dal primo ascolto ne ho adorato il testo.

E' un inno alle piccole sfumature di ogni giorno.

Talvolta mi fermo a pensare, incredibile lo so, e mi rendo conto che non sempre riesco ad apprezzare tutto quello che mi scorre sotto i piedi e davanti agli occhi. Il mondo ci porta spesse volte a trascurarne gli attimi, frammenti di vissuto che meriterebbero più attenzione. Bene, certe volte le sue parole irrompono nella mia mente come acqua che trabocca da un recipiente e mi ricordo; mi ricordo di dover assaporare almeno per un istante la mia vita, la mia fortuna, i miei istanti. Anche brutti, perché no. Persino le avversità sono vita così come le lacrime o le malinconie sono parte dell'essere di ciascun individuo.
Un colore, uno sguardo, un refolo di vento, un sorriso, un frullo d'ali da un balcone o addirittura la sensazione sulle mani della corteccia di un albero... sedersi a terra anziché su una sedia.
Una semplice parte di una nostra cellula come il ribosoma è in grado di espletare funzioni quaternarie vitali in molto meno tempo in cui un moderno processore per computer svolge funzioni binarie... siamo in grado di conservare ricordi per anche cento anni di vita nello spazio di una scatola cranica... possiamo salvare una vita.
Il mondo è talmente vasto di potenzialità e meraviglie che fin troppe volte ci scordiamo di goderne.

Ecco, questa canzone è il mio promemoria e il mondo credo sia una cosa bellissima a saperlo guardare (mentre la vita rimane una beffa e l'homo sapiens sapiens un animale indegno, ma questa è un'altra storia).

mercoledì 23 giugno 2010

ancora senza nome

Tanto tempo è trascorso dall'ultimo post e tante lacrime piovute hanno solcato i paesaggi.

Non ho avuto tempo di immortalare le varie emozioni che mi hanno attraversato in tutti i giorni vissuti. Il pensiero giusto al momento sbagliato. Sempre.
Oggi ho un frammento di giorno che rubo ai doveri per concedermi un po' di respiro per l'anima.

(tutti i diritti a Einaudi per le bellissime note e ai proprietari delle foto e a chi ha montato la presentazione)


E' iniziata l'estate ed è una stagione strana, per ora, quella di quest'anno. Venti, brezze, piogge torrenziali... sembra tutto fuorché le torridi estati degli anni scorsi, quando solo aprire il portone di casa dopo le dieci del mattino significava sentirsi entrare panno intriso di brodo caldo in gola. Afa e soltanto afa. Nell'era del preconfezionato, del già pronto, sembrava che anche l'aria fosse così, già sudata per te.

Ora invece si esce di casa in maglia a maniche corte per partito preso, come a non volerla dare vinta al tempo e si corre presto in dietro a ricordarsi una giacca o una felpa. Alla fine vince comunque il meteo.

Beh, io per certi trovo tutto questo fantastico. Probabilmente perché sono personalità fortemente autunnale ed il fresco umido me lo ricorda tanto, ma non solo. La pioggia estiva reca doni sorprendenti.

Il vento trascina profumi di salsedine nella notte ed il mattino odora di grano bagnato. Aprire le finestre è un piacere quando l'aria è frizzante e rinvigorente. Le mattine scivolano spesso assolate con luci intense e rigogliose di vita: le foglie hanno colori più brillanti e vividi ed il cielo terso si lascia disegnare da nuvole veloci.
Il pomeriggio sopraggiungono nubi cupe e bufere e per chi non è ad abbronzarsi questo non ha necessariamente un sapore di disfatta. La pioggia rintocca sul tetto e le fronde in una sinfonia di ticchettii mai uguali. E' voglia di tepore quella che freme sottopelle, voglia di compagnia e di parole. Nell'incedere delle gocce il mondo un poco rallenta e si trova il tempo per tirare un sospiro.

In fine al volgere del sole a tramonto il crepuscolo regala il meglio di queste giornate. Mentre le onde s'increspano in un andirivieni flessuoso la pioggia fa crepitare la superficie del mare come brace ed il cielo del colore delle nubi si prede nelle tinte dell'orizzonte. Il sole irrompe con lame di luce infuocata il paesaggio abbozzato a grafite. Nel riflettere l'aria il mare racconta le sue imperscrutabili profondità e lascia ai passanti l'opportunità di perdersi col pensiero in quei meandri. Là dove inizia e finisce lo specchio d'acqua inizia il pensiero... e prima di qualsiasi dolce naufragio la sola certezza e che si potrà fare uno splendido viaggio.