mercoledì 15 febbraio 2012

piccoli istanti

Colonna sonora per leggere: fastcar by Tracy Chapman

Due passi verso il centro, l'aria è gelida e i vestiti sono una stratificazione imponente di tessuto.
Sarebbe ora di pranzo in questo primo giorno di sole e cielo raggiante nel freddo che ha abbracciato l'Italia. La scelta di camminare per muovermi è stata saggia: oltre a risparmiare sui costi carburante, drammaticamente ingenti in questo periodo, ci si gode l'aria ed il rintocco dei piedi sulla strada.

L'auto veloce è quella della fantasia.

Il perfezionamento della giornata è presto raggiunto: è l'una e mezza, il sole è alto ed i suoi raggi paion caldi. Un panino, pochi passi.
Siedo sul bordo del fiume, un lampione sostiene la schiena. Mastico lentamente il prosciutto misto al formaggio che diffondono il loro sapore nel palato dopo che la crosta del pane si è infranta sotto gli incisivi. Morsi fondi, masticati con lentezza voluttuosa. Assaporo il boccone con la profondità con cui inspiro l'aria ed i suoi odori.
La città mi corre accanto ma riesco a godermi il vento, il sole, il fiume cupo e tetro che sembra inghiottire ogni fascio luminoso nel suo potente fluire. Inquietante e affascinante al tempo stesso. Sembra di assistere ad un predatore in caccia, lo sguardo non si scolla di dosso.
Lentamente mangio e contemplo il tempo. E' un tempio in cui ci si avventura di rado, troppo indaffarati come siamo, eppure è così pieno di vita qui, in un tempo lento...
Riesco anche ad alzare gli occhi e vedere sotto i cornicioni il riflesso dell'acqua: una danza di venature di marmo e luce! Incanto.
Finisco il panino, prendo l'ultimo sospiro di calma e mi rituffo nel quotidiano, nella frenesia.
Piccole scintille di pace a cui scaldarsi. Ti ritemprano e ricordano quanto bello sia il mondo nonostante questa vita.

mercoledì 1 febbraio 2012

e fuori nevica ancora

Neve!
Apro frequentemente la finestra. Sembra una piccola frenesia, un rituale. Dentro sono piccole scintille di felicità. Se l'anima è un luogo buio la felicità è quel susseguirsi di microscopiche fiaccole prodotte dallo sfregamento d'un acciarino: sempre diverse, grandi o piccole protratte o brevissime. Fuori nevica ed io mi sento dentro come un accendino provato a ripetizione. Metto un video, penso all'incanto là fuori, balzo in piedi e noncurante del raffreddore che mi possiede da giorni spalanco tutto. Mi concedo proprio un tempo lussuoso. Inspiro profondamente, sposto le gambe ed arretro il bacino, poggio i gomiti, incrociate le braccia, al davanzale. Sporgo la vista oltre la finestra in cerca di lampioni e strade scure contro cui intravedere la bufera. Spero nella tormenta, ma apprezzo felice anche il semplice fioccare nei refoli deboli del vento del nord.
Come detto è un rituale rasentato. Mi alzo spesso e scalpito mentre sono seduto. Anche adesso.

Il vento è aumentato. Il cielo è grigio, sembra una enorme nuvola pressata forte vicino a noi; incombente. Questo colore cinereo è sfumato di cipria solo dal riflesso dei lampioni nel cielo. Le città sono piccole imitazioni di soli, di notte.


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Le persiane sono rimaste spalancate, la vista non è più limitata. Godo il balletto dei fiocchi oscillare lievi per l'aria. Sospesi. Imprevedibili.
Il profumo poi è particolare, non c'è il bosco, non c'è il limpido come in montagna e non c'è nemmeno l'odore di aria fredda tipico del vento di tramontana... è odore di ghiaccio, di neve. E' la sensazione che proviamo nelle narici quando mangiamo la neve. Freddo ed acqua si mescolano in una sensazione igroscopica.
Il vento invece si dibatte scontroso come un pesce strappato dall'acqua in cui era.

Io non vorrei far altro che uscire, stare a volteggiare a naso all'insù per le strade fino a esser fradicio e sfinito, ebbro. Lasciare che i fiocchi mi coinvolgano nel loro ritmo e cominciare ad oscillare con loro. Lasciare che il vento porti via anche me, lontano dall'ogni giorno, in un incanto. Ecco per me la neve è anche questo, sognare. Ogni fiocco un piccolo sogno, una fantasia, un racconto se volete. Ecco che trovarmi mescolato nei sogni diviene meraviglioso. Non c'è freddo! Buriana? tempesta? bufera? mai conosciute od incontrate! è solo un ballo incantato.
Forse è la musica che suggestiona, forse sono le immagini di Tim Burton evocate dalle note che sono rimaste in me fin da fanciullo. Per me quel ragazzo che con mani taglienti realizzava neve e sculture raccontando la sua dolcezza rimane una figura superba. Qualcosa che mi scalda l'animo con una lacrima. Mi piace immaginare che ogni volta che nevica sia perché qualcuno sta realizzando una statua di ghiaccio per la donna che ama, perché sta raccontando il suo cuore.

Cosa di più bello che un messaggero costituito da innumerevoli piccoli frammenti unici tra loro? è come sangue che stilla dal cuore, è essenza. Un pulviscolo che ci circonda e narra e avvolge... E' un abbraccio.

Il solo modo con cui l'inverno ci sappia abbracciare è la neve che ammanta e danza intorno a noi. Per molti sarà un fastidio, per tutti significherà difficoltà per andare a lavoro o per fare qualsiasi altra cosa. Sarà così per chi non saprà sorridere forte di questo incantevole abbraccio.