All'appello manca ora giusto lui, uno dei più noti simboli mondiali dell'Italia dopo Pizza e Spaghetti: il vino.
Amo il vino solo quando c'è da accompagnare una cena coi fiocchi. Lì riesce a mio giudizio ad essere davvero poliedrico. Spazia nei sapori arricchendoli, talvolta stupendo talaltra facendo giusto compagnia.
Prediligo vini rossi e corposi, senza troppe vette acidule e possibilmente con sentori più boschivi che floreali.
Ma anche bianchi fruttati, un poco mossi hanno storie splendide da raccontarmi.
Detto ciò mi soffermerei ancora un pochino sulle atmosfere, sicuramente colloquiali e rilassate da pasto felice e gaudente. Spolverato magari da una qualche minima ritualità: un bicchiere ampio, una pietanza dal gusto intenso, talvolta persino opulento magari.
Poi fine.
Ovvero: trovo meraviglioso il buon vino e posso condividere un costo discreto come corrispettivo di uno standard qualitativo elevato ed una protezione di un prodotto ben definito e da tutelare. Non mi spingo però oltre.
Degustare ogni tanto con un esperto che sappia far cogliere alcune sfumature può essere grandioso. Ma...
Arrivare alla maniacalità, alla sistematicità della liturgia degustativa, arrivare addirittura a spese folli per alcune bottiglie, o peggio tener in cantina ventenni ed oltre un vino solo per farne salire il prezzo a discapito di gusti, aromi e bevibilità, ecco, quello mi sembra soltanto follia.
nei video due perle di Antonio Albanese dalle chiusure di "Non c'é problema", meravigliosa striscia quotidiana RAI, purtroppo messa in fasce poco visibili e presto chiusa... Il Sommelier!
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lunedì 12 maggio 2008
domenica 4 maggio 2008
drinkin'
direi che questa merita uno spazio tutto per sé.
Senza bisogno di parole peraltro ^__^
Il sapore della più famosa stout beer al mondo è unico ed irripetibile, un carattere distintivo.
Noticilla cui penso si possa convenire è la triste realtà peninsulare: qua in Italia non servono una Guinness come quella delle verdi terre irlandesi neanche a sognassela.
Minuscola eccezione il mitico PaddyCullins, dove la Guinness è quanto di più simile al sapore autentico mai provato qui nel belpaese.
Frutto di un processo di birrificazione caratteristico, di cui si può scoprire tutto visaitando a Dublino la fabbrica "delle meraviglie", la Guinness è per me un sapore preciso che suscita ricordi e sensazioni di legni scuri, ambienti fumosi e chiassosi dove ridere e parlare con sottofondo musicale poco invadente ma piacevole da ascoltare.
Non è frequente che la beva, poichè bere Guinness è più che bere, è bere un'atmosfera.
Qui il link a wikipedia per saperne di più ^_^
Senza bisogno di parole peraltro ^__^
Il sapore della più famosa stout beer al mondo è unico ed irripetibile, un carattere distintivo.
Noticilla cui penso si possa convenire è la triste realtà peninsulare: qua in Italia non servono una Guinness come quella delle verdi terre irlandesi neanche a sognassela.
Minuscola eccezione il mitico PaddyCullins, dove la Guinness è quanto di più simile al sapore autentico mai provato qui nel belpaese.
Frutto di un processo di birrificazione caratteristico, di cui si può scoprire tutto visaitando a Dublino la fabbrica "delle meraviglie", la Guinness è per me un sapore preciso che suscita ricordi e sensazioni di legni scuri, ambienti fumosi e chiassosi dove ridere e parlare con sottofondo musicale poco invadente ma piacevole da ascoltare.
Non è frequente che la beva, poichè bere Guinness è più che bere, è bere un'atmosfera.
Qui il link a wikipedia per saperne di più ^_^
martedì 29 aprile 2008
drinks
Pungente d'anice coinvolge l'olfatto.
Normalmente dello zucchero e del fuoco ne arrotondano il sapore mentre il ghiaccio ne dipana il gusto.
Fiammante come una tequila o un B-52 ti giunge innanzi e quando le ultime fiamme estinguono l'eccesso della sua forza afferri il fondo del bicchiere percependo il calore del vetro sovrastante lungo i polpastrelli e lo porti alla bocca.
Assenzio. Bevanda Fac-simile del più onirico e decadente nettare che a fine ottocento umettava le gole riarse dall'oppio di visionari e disperati, artisti e fuggiaschi... Allucinogeno allora, depauperato oggi dei più preziosi effluvi, servito a diluizione ed impoverimento.
Così, immaginifico di una decadenza di tempi andati, richiedo una purezza che basisce il più delle volte osti d'ogni risma: niente ghiaccio, né zucchero, né fuoco. Puro.
Essenza incisiva che aumenta in me la sensazione di condivisione d'intenti con ben più elevate sfere artistiche.
Effluvi più corposi e penetranti che già dalle nari risalgono il sangue. già al primo assaggio l'anice s'imprime bene per tutto il palato mentre acre e amaro nei retrogusti celati si fan largo nel retrobocca e l'alcool, più insistente del solito descrive bene al cerebro l'intera disposizione dei tubi fino alle pareti dello stomaco. Fiammata gelida che pervade e inebria. Sale rapida e poderosa spalanca a sensazioni piacevoli di rilassamento, predisposizione alla conversazione, al lasciarsi turbinare dalle atmosfere.
Intento a centellinare vasti sorsi d'ebbrezza lampo vago nella sala occasionale con occhi e sensi tutti in cerca di colori voci rumori volti e ogni possibile genere di sensazione che arricchisca l'attimo. Con e per questa predisposizione d'animo ricerco questa purezza nell'assenzio,per immaginarmi nel mio piccolo a sognare di possedere il mondo nelle sue forme meno accessibili alle persone comuni; nell'immaginarmi tra Baudelaire e Mallarmè e Gaugin e Cezanne e folli russi e fantasiosi italiani e nebbiosi inglesi in una minuscola miriad di razze ed idee contemplative a degustare scampoli d'oblio in cui scorgere nuovi immaginari.
Drink comune, ma bevuto con ammirazione di ciò che rappresenta. Trova sostanza e motivazione.
Assenzio liscio per me questa sera. Grazie.
Cradle of Filth, Nymphetamine;
5. Absinthe With Faust
Pour the emerald wine
Into crystal glasses
We will touch the divine
Through kisses catharsis
Let us pitch to the seven-year itch
Of the ultra-decadent
To a tainted world and the painted girls
That our fantasies spent
Tripping through boudoirs laced with opiate themes
Sipping the bizarre, tasting copious dreams
A toast to those most sacrilegious of days
Where for every whim won
One soon repays
We touched the stars
That now laugh from afar
At we, the damned
The damned
The damned
The damned
We have spent our time
Drenched in opulent splendour
But when midnight chimes
Will gilded souls surrender?
Let us drink on the giddying brink
Of pools of excrement
All manner of shit for the glamour and glitz
Mephistopheles lent
I remember the night as if it were engraved
A bright marble bridge stretched across the dark waves
To the shore from the moon and by her grace
Came that erudite stranger
That fucker
He was a predator, creditor cold
Our blood was shed on the yellowing scroll
And all that glittered was not gold
But we wanted everything
And for it all, lost our souls
Come my friend, to fate let's raise
Two finger shots at this our last soiree
For tomorrow I fear
Swoops all too deadly near
This precipitous weir to Hell's high gate
We touched the stars
That now laugh from afar
At we, the damned
The damned
The damned
The damned
He was a preditor, creditor, cold.
Our blood was shed on the yellowing scroll.
And all that glittered, was not gold.
But we wanted everything,
And for it all, lost our souls.
Our souls
For it all lost our souls
Our souls
NB: il video è un po' fortino... ed è un collage di altri videi
Normalmente dello zucchero e del fuoco ne arrotondano il sapore mentre il ghiaccio ne dipana il gusto.
Fiammante come una tequila o un B-52 ti giunge innanzi e quando le ultime fiamme estinguono l'eccesso della sua forza afferri il fondo del bicchiere percependo il calore del vetro sovrastante lungo i polpastrelli e lo porti alla bocca.
Assenzio. Bevanda Fac-simile del più onirico e decadente nettare che a fine ottocento umettava le gole riarse dall'oppio di visionari e disperati, artisti e fuggiaschi... Allucinogeno allora, depauperato oggi dei più preziosi effluvi, servito a diluizione ed impoverimento.
Così, immaginifico di una decadenza di tempi andati, richiedo una purezza che basisce il più delle volte osti d'ogni risma: niente ghiaccio, né zucchero, né fuoco. Puro.
Essenza incisiva che aumenta in me la sensazione di condivisione d'intenti con ben più elevate sfere artistiche.
Effluvi più corposi e penetranti che già dalle nari risalgono il sangue. già al primo assaggio l'anice s'imprime bene per tutto il palato mentre acre e amaro nei retrogusti celati si fan largo nel retrobocca e l'alcool, più insistente del solito descrive bene al cerebro l'intera disposizione dei tubi fino alle pareti dello stomaco. Fiammata gelida che pervade e inebria. Sale rapida e poderosa spalanca a sensazioni piacevoli di rilassamento, predisposizione alla conversazione, al lasciarsi turbinare dalle atmosfere.
Intento a centellinare vasti sorsi d'ebbrezza lampo vago nella sala occasionale con occhi e sensi tutti in cerca di colori voci rumori volti e ogni possibile genere di sensazione che arricchisca l'attimo. Con e per questa predisposizione d'animo ricerco questa purezza nell'assenzio,per immaginarmi nel mio piccolo a sognare di possedere il mondo nelle sue forme meno accessibili alle persone comuni; nell'immaginarmi tra Baudelaire e Mallarmè e Gaugin e Cezanne e folli russi e fantasiosi italiani e nebbiosi inglesi in una minuscola miriad di razze ed idee contemplative a degustare scampoli d'oblio in cui scorgere nuovi immaginari.
Drink comune, ma bevuto con ammirazione di ciò che rappresenta. Trova sostanza e motivazione.
Assenzio liscio per me questa sera. Grazie.
Cradle of Filth, Nymphetamine;
5. Absinthe With Faust
Pour the emerald wine
Into crystal glasses
We will touch the divine
Through kisses catharsis
Let us pitch to the seven-year itch
Of the ultra-decadent
To a tainted world and the painted girls
That our fantasies spent
Tripping through boudoirs laced with opiate themes
Sipping the bizarre, tasting copious dreams
A toast to those most sacrilegious of days
Where for every whim won
One soon repays
We touched the stars
That now laugh from afar
At we, the damned
The damned
The damned
The damned
We have spent our time
Drenched in opulent splendour
But when midnight chimes
Will gilded souls surrender?
Let us drink on the giddying brink
Of pools of excrement
All manner of shit for the glamour and glitz
Mephistopheles lent
I remember the night as if it were engraved
A bright marble bridge stretched across the dark waves
To the shore from the moon and by her grace
Came that erudite stranger
That fucker
He was a predator, creditor cold
Our blood was shed on the yellowing scroll
And all that glittered was not gold
But we wanted everything
And for it all, lost our souls
Come my friend, to fate let's raise
Two finger shots at this our last soiree
For tomorrow I fear
Swoops all too deadly near
This precipitous weir to Hell's high gate
We touched the stars
That now laugh from afar
At we, the damned
The damned
The damned
The damned
He was a preditor, creditor, cold.
Our blood was shed on the yellowing scroll.
And all that glittered, was not gold.
But we wanted everything,
And for it all, lost our souls.
Our souls
For it all lost our souls
Our souls
NB: il video è un po' fortino... ed è un collage di altri videi
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