Se dovessi scrivere di getto sarebbero solo imprecazioni ed offese poi a divinità tra le più varie. Scelta tattica mi porta quindi altrove, ai luoghi della meraviglia.
Se c'è un consiglio che darei alle generazioni a venire sarebbe "lasciatevi meravigliare!". La meraviglia non è un superlativo assoluto di qualcosa, non è un semplice attributo è una catarsi. Si tende l'orecchio e si aguzza la vista... si mette ogni senso all'ascolto, in attesa. L'ideale sarebbe vivere in questo stato e sperare si impari a soddisfarlo il più frequentemente possibile.
La meraviglia è qualcosa che si può nascondere ovunque ed il meglio che si può sperare è un incontro. Permettere al mondo di stupirci. Potrebbe anche rivelarsi un passo verso il saper vivere in armonia, chi sa.
Ogni tanto capitano poi situazioni in cui meraviglia può magari sembrare una parola troppo forte, quasi sprecata. E' questione di parametri e quindi meno rilevante però.
Levare i punti è una manualità, una volta imparata, piuttosto banale. Cosa ancor più vera per piccoli interventi di routine. E' però pratica fastidiosa per il paziente e per un cane di grossa taglia può risultare un poco problematica: basta che la tensione sia di poco superiore al limite di sopportazione, che un rumore agiti l'animale, o una qualsiasi inezia a vostra scelta purché sia bastevole a turbare un equilibrio, perché il cane si divincoli, cammini, arretri, si accucci e così via trasformando una questione da "pochi attimi" in una faccenda epica che ci vorrebbe meno a rientrare a casa la sera di pasquetta, a Itaca.
Pastora tedesca, tavolo traballante, proprietaria esile, stazione quadrupedale (cioé in piedi sulle quattro zampe). Gente di passaggio, rumori e zac! immantinente il cane inizia il suo teatrino di scalpiccii e andrivieni inquieto.
Scontata la domanda: "pensa di riuscire a tener calma la briccona da sola?"
Ancor più scontata la risposta: "sisssì!" e lascia il cane totalmente...
... lecito che tutti, voi come i presenti al momento, si vada a pensar male...
Invece la ragazza lascia il cane, poi le poggia una mano sul costato, si avvicina alla testa del cane e poco più che sussurrando inizia a cantare.
Non è altro che intonata e certo non è una canzone da gorgheggi spettacolari, ma è cantata con una dolcezza estrema, carezzevole. Tre parole, cinque note e il cane si ferma, rilassa i muscoli e si lascia levare tutti i punti. Tranquilla; immobile. Pochi secondi che hanno cullato tutti e vinto perplessità e scetticismo. Soprattutto è stato un bel dono: una piccola scintilla di meraviglia; una buona storia per il domani, un sorriso a cui scaldarsi quando le giornate saranno più fredde.
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venerdì 21 settembre 2012
giovedì 13 settembre 2012
passato e presente
Ascolto vecchie canzoni postate qui come "to the dancers in the rain" o "La danza della neve" e mi lascio trasportare dalle nenie.
Fuori è un tempo incerto, come questi anni, come la mia vita. La sola sensazione che rimane addosso è quelle delle prime piogge. I refoli che portano il fresco tra le strade ancora roventi dall'estate e scuoton le fronde.
Penso a chi ho a cuore, alle distanze che talvolta si frappongono tra le realtà, tra le esistenze: chi parte verso nuove nazioni, chi resta in attesa del nostro ritorno, chi semplicemente acquista il nido in cui costruire il suo futuro e avanza. Così, col freddo incipiente, e la tenteazione di stringere forte le lenzuola e raggomitolarcisi in una specie di auto abbraccio stringo chiunque abbia lontano. E' la sensazione epidermica di offrire riparo dal freddo e dal vento. Le spalle larghe di un uomo e il tepore del petto non servono ad altro che a donare riparo e calore.
Affetto e protezione. Le persone a cui si tiene sono questo: qualcuno cui si vorrebbe dare sostegno per sempre, anche se poi si augura libertà completa e voli splendidi per l'aria più rarefatta e privata...
In tutta questa melodia turbinante, nel freddo che s'avvicina, io penso a quanto per me significhino questo fresco e l'autunno. L'autunno non è solo l'ingresso all'inverno e al grande freddo ma è la fase in cui ci si prepara ai grandi freddi, in cui si gettano le basi per fiorire più rigogliosi la primavera che verrà. Da sempre do all'autunno un significato di grande potenza vitale. Non è lo spegnersi di tutto, la rappresentazione della caducità della vita, bensì è l'emblema della ciclicità di ogni energia è la bellezza di ciò che tornerà; mutato, rafforzato. E' l'inizio della crescita.
Oggi è un giorno simile, melodie in testa fronde in festa e un abbraccio per chiunque abbia un posto nel cuore.
Fuori è un tempo incerto, come questi anni, come la mia vita. La sola sensazione che rimane addosso è quelle delle prime piogge. I refoli che portano il fresco tra le strade ancora roventi dall'estate e scuoton le fronde.
Penso a chi ho a cuore, alle distanze che talvolta si frappongono tra le realtà, tra le esistenze: chi parte verso nuove nazioni, chi resta in attesa del nostro ritorno, chi semplicemente acquista il nido in cui costruire il suo futuro e avanza. Così, col freddo incipiente, e la tenteazione di stringere forte le lenzuola e raggomitolarcisi in una specie di auto abbraccio stringo chiunque abbia lontano. E' la sensazione epidermica di offrire riparo dal freddo e dal vento. Le spalle larghe di un uomo e il tepore del petto non servono ad altro che a donare riparo e calore.
Affetto e protezione. Le persone a cui si tiene sono questo: qualcuno cui si vorrebbe dare sostegno per sempre, anche se poi si augura libertà completa e voli splendidi per l'aria più rarefatta e privata...
In tutta questa melodia turbinante, nel freddo che s'avvicina, io penso a quanto per me significhino questo fresco e l'autunno. L'autunno non è solo l'ingresso all'inverno e al grande freddo ma è la fase in cui ci si prepara ai grandi freddi, in cui si gettano le basi per fiorire più rigogliosi la primavera che verrà. Da sempre do all'autunno un significato di grande potenza vitale. Non è lo spegnersi di tutto, la rappresentazione della caducità della vita, bensì è l'emblema della ciclicità di ogni energia è la bellezza di ciò che tornerà; mutato, rafforzato. E' l'inizio della crescita.
Oggi è un giorno simile, melodie in testa fronde in festa e un abbraccio per chiunque abbia un posto nel cuore.
lunedì 10 settembre 2012
crossroads
Avrei voluto intitolarlo "strade" questo post, ma la fonetica britannica ed il concetto di crocevia mi hanno affascinato oltremodo, come un adolescente dinanzi al primo seno nudo da baciare.
Ho dubitato moltissime volte delle scelte fatte e delle strade intraprese. Superfluo enumerare le volte in cui poi ho smarrito la via maestra.
Ma certe occasioni mi fanno ringalluzzire e sperare che non tutto sia poi sbagliato completamente. Sì, persino io certi giorni intravedo qualche luce positiva.
Nei tirocini veterinari ho occasione di confrontarmi costantemente con quanto ho fatto sin'ora. Il piacere di giungere alle diagnosi giuste, la voglia di rivalsa per tutto quello che c'è sempre ancora da sapere, considerare valutare... sono, spero, indicatori che non è del tutto sbagliato.
... il parametro della pienezza che attribuisco al bicchiere sta nella voglia e forza di tornare da 12 ore di lavoro e avere ancora voglia di studiare ed indagare per venire a capo di qualcosa di insoluto, di aprire libri e libri per dipanare anche solo un dubbio parziale. Dopo giornate simili non è tutta uggiosa l'aria che inspiro.
Ho dubitato moltissime volte delle scelte fatte e delle strade intraprese. Superfluo enumerare le volte in cui poi ho smarrito la via maestra.
Ma certe occasioni mi fanno ringalluzzire e sperare che non tutto sia poi sbagliato completamente. Sì, persino io certi giorni intravedo qualche luce positiva.
Nei tirocini veterinari ho occasione di confrontarmi costantemente con quanto ho fatto sin'ora. Il piacere di giungere alle diagnosi giuste, la voglia di rivalsa per tutto quello che c'è sempre ancora da sapere, considerare valutare... sono, spero, indicatori che non è del tutto sbagliato.
... il parametro della pienezza che attribuisco al bicchiere sta nella voglia e forza di tornare da 12 ore di lavoro e avere ancora voglia di studiare ed indagare per venire a capo di qualcosa di insoluto, di aprire libri e libri per dipanare anche solo un dubbio parziale. Dopo giornate simili non è tutta uggiosa l'aria che inspiro.
sabato 1 settembre 2012
assenze e difficoltà
definirlo "blocco dello scrittore" mi pare pura follia.
Non sono uno scrittore, cosa già essenziale di per sè, ma per giunta non sono stato nemmeno - bloccato -.
Sono successe varie cose nel mondo e nel piccolo della mia biosfera, ma sono stati tantissimi gli impegni. La stanchezza accumulata... il cervello a pensare a tutt'altro. NIente, scrivere è stata la cosa più improbabile da fare.
Aggiungo una nota. Personale ed intima.
Ultimamente scrivere mi addolora: come spesso detto per me è questione di filtraggio inanellare parole. Quindi tutto si risolve in un "guardarsi dentro" per così dire. Negli ultimi mesi non devo essere molto in forze perché ogni tentativo di scrittura si è sempre risolto in un bel nodo allo stomaco. E' come se tutta la melma di cui ho scritto tempo addietro ribollisse dal fondale e spandesse i suoi effluvi venefici.
Nausea.
Non è un rifiuto; non è un blocco. Filtro ancora ed accumulo. Mi serve però una situazione più serena a far da cuscinetto ed attutire il contraccolpo che talvolta ha il tender troppo l'orecchio ai miei boati di nulla (o forse più propriamente di nullità).
Spero dopo la pubblicazione saltuaria che avrà settembre di tornare un poco più stabile ad ottobre.
Non sono uno scrittore, cosa già essenziale di per sè, ma per giunta non sono stato nemmeno - bloccato -.
Sono successe varie cose nel mondo e nel piccolo della mia biosfera, ma sono stati tantissimi gli impegni. La stanchezza accumulata... il cervello a pensare a tutt'altro. NIente, scrivere è stata la cosa più improbabile da fare.
Aggiungo una nota. Personale ed intima.
Ultimamente scrivere mi addolora: come spesso detto per me è questione di filtraggio inanellare parole. Quindi tutto si risolve in un "guardarsi dentro" per così dire. Negli ultimi mesi non devo essere molto in forze perché ogni tentativo di scrittura si è sempre risolto in un bel nodo allo stomaco. E' come se tutta la melma di cui ho scritto tempo addietro ribollisse dal fondale e spandesse i suoi effluvi venefici.
Nausea.
Non è un rifiuto; non è un blocco. Filtro ancora ed accumulo. Mi serve però una situazione più serena a far da cuscinetto ed attutire il contraccolpo che talvolta ha il tender troppo l'orecchio ai miei boati di nulla (o forse più propriamente di nullità).
Spero dopo la pubblicazione saltuaria che avrà settembre di tornare un poco più stabile ad ottobre.
mercoledì 2 maggio 2012
occcaccchio
Non dovete cercare assonanze e fantasticare di oche falliformi.
Blogger ha cambiato aspetto e impostazioni. Per chi non lo usasse, sappiate che adesso le linee dei riquadri sono quasi invisibili: sottilissime linee grigio pallido. Il resto poi... tutto ma proprio tutto bianco, scritte in toni di grigio, un goccio di arancione qua e là ad evidenziare comandi che altri han ritenuto utili.
Alla pigrizia e gli impegni s'è aggiunta la complessità. Tre elementi contro cui si combatte male. Certo, meno di così è difficile postare. Non noterete cambiamenti.
Sappiate tuttavia che ogni post per i primi tempi costerà quasi il triplo in errori corretti, tasti sbagliati, sudore sangue bestemmie.
Così, per dire che: "un pochino d'affetto mettetecelo quando leggete, qua so lacrime di dolore".
Saluti sconclusionati ^_^
(ho anche trovato come mettere le etichette!)
mercoledì 18 aprile 2012
Stuzzicante
Chi sia Valentina Nappi lascio scoprirlo ai pochi che ancora passano a leggere. Io l'ho scoperta per caso, tramite un link di quelli sensazionalisti ed un po' morbosi che parassitano talvolta il grande fratello faccialibro.
Lo ammetto candidamente: ho clickato perché la notizia riguardava la pornografia.
Poi sono rimasto sorpreso però, perché gira che ti rigira sono finito su un blog dove scopro una persona che si mette in gioco in prima persona, che per come dice le cose, per le ambizioni, per quello che dice potrebbe benissimo rivelarsi una sorta di Moana di nuova generazione.
Ha chiari i canali di comunicazione, i concetti di masse e loro movimentazioni... scrive liberamente di sé, senza neanche pensare al rischio di risultare presuntuosa o intellettualoide (perché diciamocelo, nessuno si aspetterebbe del cervello in una attrice porno e forse neanche vorrebbe mai scoprire di sbagliarsi).
Sono rimasto interessato e contemporaneamente perplesso su dove sia la maschera, il personaggio e dove la realtà. Chiunque abbia una visione tanto nitida del gioco spesse volte vi prende parte seguendo le regole. Forse no; sogna davvero di smontarlo, eccentrica particella impazzita capace di sovvertire i canoni di un mondo.
Ma a dire il vero non è l'aspetto propagandistico che volevo affrontare, né decantare chi sa quali qualità, scusate la nenia, in una persona sconosciuta.
Quello che davvero mi ha solleticato la mente è stato questo specifico post con le istruzioni per avere speranze ad avere un appuntamento. Ora, prima di proseguire vi prego di leggerlo.
... mi ha aperto mille pensieri...
E' intrigante come una sfida sfacciatamente lanciata e inquietante come una lama affilata tesa a pochi centimetri dal volto.
La cosa più assurda è la normalità che traspare. Semplicemente vengono confidati i propri gusti. Non è nulla di diverso dalle confidenze di una qualunque ventenne, con anche la medesima impertinenza nel descrivere le proprie preferenze come un aut - aut.
Per molti aspetti anzi è una ragazza molto più esigente di quelle che normalmente si possono conoscere ogni giorno in giro.
Così l'invito ad essere intriganti, brillanti e profondi.
Traspare una persona che sa quel che vuole e lo dice senza cerimonie, dritta al punto. Così come nel porno dove l'intimità viene annullata in una forma di verità che trascende i canonici limiti così viene ammesso che sì la possibilità c'è, ma c'è anche una fior di scrematura.
Fronteggiare alcuni punti poi fa sembrare facile un confronto con gli enigmi della Sfinge! passi la nutella, spiegato qualche post più addietro, come avversione personale ma farne un criterio di distanza dai seni (e perché poi proprio i seni?)...
Sulla musica poi non ne parliamo, gente che non avevo mai sentito nominare e che con difficoltà ho compreso ascoltandola... con quei voli nell'ignoto che mi hanno ricordato il teatro di Alwin Nikolais (un assaggio), visionario precorritore. Affascinante, ma di enorme lavoro intellettivo emotivo per fruirlo appieno... fortuna ero già fuori gioco con la nutella!
Si scivola via fino al punto ottavo, in cui diviene lampante, qualora non lo fosse già, che per l'ambito premio c'è ancora da fare tutto. Le parole sono un biglietto da visita, la seduzione, il corteggiamento devono ancora venire. Giusto. Perché la fascinazione sta andando perdendosi nella superficialità di discorsi ed interessi di cui quasi ognuno di noi, me in testa, lentamente cadiamo vittime.
Tutto questo per dire cosa? Mah! forse nulla, era un invito a riflettere come lo è stato per me. Alla fin fine trovo logico non sia troppo facile per un fan ottenere dal suo mito la cosa più ambita, anche se il mito con quella "cosa ambita" ci lavora.
Invece mi allibisce che faccia così effetto trovarsi innanzi ad una donna che ha delle pretese prima di cedere e schiudere le porte del paradiso. Possibile che per trovare una donna con le idee chiare su come voglia essere sedotta (anche se la necessità dello stupore, in ogni sua forma, rimane talmente intrinseco che sono ormai certo sia parte della doppia X) debba essere talmente rara da dover sfociare nella pornografia? Come non possano essere ragazze come tutte...
Sono i luoghi comuni a farci percepire tutto questo come un'iperbole o lo è l'ormai consolidata abitudine di darla in base a criteri di scarsa selettività?
Lo ammetto candidamente: ho clickato perché la notizia riguardava la pornografia.
Poi sono rimasto sorpreso però, perché gira che ti rigira sono finito su un blog dove scopro una persona che si mette in gioco in prima persona, che per come dice le cose, per le ambizioni, per quello che dice potrebbe benissimo rivelarsi una sorta di Moana di nuova generazione.
Ha chiari i canali di comunicazione, i concetti di masse e loro movimentazioni... scrive liberamente di sé, senza neanche pensare al rischio di risultare presuntuosa o intellettualoide (perché diciamocelo, nessuno si aspetterebbe del cervello in una attrice porno e forse neanche vorrebbe mai scoprire di sbagliarsi).
Sono rimasto interessato e contemporaneamente perplesso su dove sia la maschera, il personaggio e dove la realtà. Chiunque abbia una visione tanto nitida del gioco spesse volte vi prende parte seguendo le regole. Forse no; sogna davvero di smontarlo, eccentrica particella impazzita capace di sovvertire i canoni di un mondo.
Ma a dire il vero non è l'aspetto propagandistico che volevo affrontare, né decantare chi sa quali qualità, scusate la nenia, in una persona sconosciuta.
Quello che davvero mi ha solleticato la mente è stato questo specifico post con le istruzioni per avere speranze ad avere un appuntamento. Ora, prima di proseguire vi prego di leggerlo.
... mi ha aperto mille pensieri...
E' intrigante come una sfida sfacciatamente lanciata e inquietante come una lama affilata tesa a pochi centimetri dal volto.
La cosa più assurda è la normalità che traspare. Semplicemente vengono confidati i propri gusti. Non è nulla di diverso dalle confidenze di una qualunque ventenne, con anche la medesima impertinenza nel descrivere le proprie preferenze come un aut - aut.
Per molti aspetti anzi è una ragazza molto più esigente di quelle che normalmente si possono conoscere ogni giorno in giro.
Così l'invito ad essere intriganti, brillanti e profondi.
Traspare una persona che sa quel che vuole e lo dice senza cerimonie, dritta al punto. Così come nel porno dove l'intimità viene annullata in una forma di verità che trascende i canonici limiti così viene ammesso che sì la possibilità c'è, ma c'è anche una fior di scrematura.
Fronteggiare alcuni punti poi fa sembrare facile un confronto con gli enigmi della Sfinge! passi la nutella, spiegato qualche post più addietro, come avversione personale ma farne un criterio di distanza dai seni (e perché poi proprio i seni?)...
Sulla musica poi non ne parliamo, gente che non avevo mai sentito nominare e che con difficoltà ho compreso ascoltandola... con quei voli nell'ignoto che mi hanno ricordato il teatro di Alwin Nikolais (un assaggio), visionario precorritore. Affascinante, ma di enorme lavoro intellettivo emotivo per fruirlo appieno... fortuna ero già fuori gioco con la nutella!
Si scivola via fino al punto ottavo, in cui diviene lampante, qualora non lo fosse già, che per l'ambito premio c'è ancora da fare tutto. Le parole sono un biglietto da visita, la seduzione, il corteggiamento devono ancora venire. Giusto. Perché la fascinazione sta andando perdendosi nella superficialità di discorsi ed interessi di cui quasi ognuno di noi, me in testa, lentamente cadiamo vittime.
Tutto questo per dire cosa? Mah! forse nulla, era un invito a riflettere come lo è stato per me. Alla fin fine trovo logico non sia troppo facile per un fan ottenere dal suo mito la cosa più ambita, anche se il mito con quella "cosa ambita" ci lavora.
Invece mi allibisce che faccia così effetto trovarsi innanzi ad una donna che ha delle pretese prima di cedere e schiudere le porte del paradiso. Possibile che per trovare una donna con le idee chiare su come voglia essere sedotta (anche se la necessità dello stupore, in ogni sua forma, rimane talmente intrinseco che sono ormai certo sia parte della doppia X) debba essere talmente rara da dover sfociare nella pornografia? Come non possano essere ragazze come tutte...
Sono i luoghi comuni a farci percepire tutto questo come un'iperbole o lo è l'ormai consolidata abitudine di darla in base a criteri di scarsa selettività?
mercoledì 15 febbraio 2012
piccoli istanti
Colonna sonora per leggere: fastcar by Tracy Chapman
Due passi verso il centro, l'aria è gelida e i vestiti sono una stratificazione imponente di tessuto.
Sarebbe ora di pranzo in questo primo giorno di sole e cielo raggiante nel freddo che ha abbracciato l'Italia. La scelta di camminare per muovermi è stata saggia: oltre a risparmiare sui costi carburante, drammaticamente ingenti in questo periodo, ci si gode l'aria ed il rintocco dei piedi sulla strada.
L'auto veloce è quella della fantasia.
Il perfezionamento della giornata è presto raggiunto: è l'una e mezza, il sole è alto ed i suoi raggi paion caldi. Un panino, pochi passi.
Siedo sul bordo del fiume, un lampione sostiene la schiena. Mastico lentamente il prosciutto misto al formaggio che diffondono il loro sapore nel palato dopo che la crosta del pane si è infranta sotto gli incisivi. Morsi fondi, masticati con lentezza voluttuosa. Assaporo il boccone con la profondità con cui inspiro l'aria ed i suoi odori.
La città mi corre accanto ma riesco a godermi il vento, il sole, il fiume cupo e tetro che sembra inghiottire ogni fascio luminoso nel suo potente fluire. Inquietante e affascinante al tempo stesso. Sembra di assistere ad un predatore in caccia, lo sguardo non si scolla di dosso.
Lentamente mangio e contemplo il tempo. E' un tempio in cui ci si avventura di rado, troppo indaffarati come siamo, eppure è così pieno di vita qui, in un tempo lento...
Riesco anche ad alzare gli occhi e vedere sotto i cornicioni il riflesso dell'acqua: una danza di venature di marmo e luce! Incanto.
Finisco il panino, prendo l'ultimo sospiro di calma e mi rituffo nel quotidiano, nella frenesia.
Piccole scintille di pace a cui scaldarsi. Ti ritemprano e ricordano quanto bello sia il mondo nonostante questa vita.
Due passi verso il centro, l'aria è gelida e i vestiti sono una stratificazione imponente di tessuto.
Sarebbe ora di pranzo in questo primo giorno di sole e cielo raggiante nel freddo che ha abbracciato l'Italia. La scelta di camminare per muovermi è stata saggia: oltre a risparmiare sui costi carburante, drammaticamente ingenti in questo periodo, ci si gode l'aria ed il rintocco dei piedi sulla strada.
L'auto veloce è quella della fantasia.
Il perfezionamento della giornata è presto raggiunto: è l'una e mezza, il sole è alto ed i suoi raggi paion caldi. Un panino, pochi passi.
Siedo sul bordo del fiume, un lampione sostiene la schiena. Mastico lentamente il prosciutto misto al formaggio che diffondono il loro sapore nel palato dopo che la crosta del pane si è infranta sotto gli incisivi. Morsi fondi, masticati con lentezza voluttuosa. Assaporo il boccone con la profondità con cui inspiro l'aria ed i suoi odori.
La città mi corre accanto ma riesco a godermi il vento, il sole, il fiume cupo e tetro che sembra inghiottire ogni fascio luminoso nel suo potente fluire. Inquietante e affascinante al tempo stesso. Sembra di assistere ad un predatore in caccia, lo sguardo non si scolla di dosso.
Lentamente mangio e contemplo il tempo. E' un tempio in cui ci si avventura di rado, troppo indaffarati come siamo, eppure è così pieno di vita qui, in un tempo lento...
Riesco anche ad alzare gli occhi e vedere sotto i cornicioni il riflesso dell'acqua: una danza di venature di marmo e luce! Incanto.
Finisco il panino, prendo l'ultimo sospiro di calma e mi rituffo nel quotidiano, nella frenesia.
Piccole scintille di pace a cui scaldarsi. Ti ritemprano e ricordano quanto bello sia il mondo nonostante questa vita.
lunedì 16 gennaio 2012
window
Pensieri sparsi guardando alla finestra un cielo freddo e l'aria assolata. Colonna sonora.
E' un vetro sporco quello attraverso cui guardo, quasi temprato da battaglie. Certo è testimone del tempo trascorso, dalle intemperie ai vituperi morali.
L'aria pare leggerissima ed il sole riscalda con vigore. Eppure siamo sullo zero della cara Celsius e lassù, più in alto, la volta azzurro intenso è affollata di nubi. Sembra cotone. Di quello comprato in scorte famiglia, una coperta, un materasso soffice...
(questo post è tronco. Sono dovuto uscire in corsa e l'ispirazione è svanita. Ricordo cosa scrivevo, di cosa. Basta leggere. Ma riprendere quell'istante e rappresentarlo con le parole mi è ormai impossibile. Resta un frullo d'ali e delle note)
E' un vetro sporco quello attraverso cui guardo, quasi temprato da battaglie. Certo è testimone del tempo trascorso, dalle intemperie ai vituperi morali.
L'aria pare leggerissima ed il sole riscalda con vigore. Eppure siamo sullo zero della cara Celsius e lassù, più in alto, la volta azzurro intenso è affollata di nubi. Sembra cotone. Di quello comprato in scorte famiglia, una coperta, un materasso soffice...
(questo post è tronco. Sono dovuto uscire in corsa e l'ispirazione è svanita. Ricordo cosa scrivevo, di cosa. Basta leggere. Ma riprendere quell'istante e rappresentarlo con le parole mi è ormai impossibile. Resta un frullo d'ali e delle note)
lunedì 14 novembre 2011
autunnale diafano
Sole dal tepore diafano; cielo terso e limpido come l'aria in montagna.
Castagne bollite, un mandarancio, odore di legni ardenti.
In questa stagione non chiedo molto di più per apprezzare un giorno.
Castagne bollite, un mandarancio, odore di legni ardenti.
In questa stagione non chiedo molto di più per apprezzare un giorno.
venerdì 11 novembre 2011
c'é aria di cambiamento
Il grande interrogativo è la direzione. Quella giusta forse creerà molti dissidi e lamentele ma potrebbe portare a un meglio più in là del nostro naso. Le alternative però sono molteplici e qua ci vuol poco perché il vascello coli a picco.
Godiamoci la data palindromissima.
Godiamoci la data palindromissima.
mercoledì 7 settembre 2011
storm of change
Sulla falsa riga di un vento di cambiamento, sulla sua scia per meglio dire, mi sono scoperto a riflettere.
Giorni strani e complessi gli ultimi trascorsi, durante i quali è emersa una necessità di stabilità, di regole, di ordine ma soprattutto di determinazione. Ho un assoluto bisogno di mettere bene a fuoco gli obiettivi e ricordarmi ogni giorno della volontà di perseguirli. E' facile fare progetti e annusare un profumo di novità. Ma un cambiamento consistente necessita qualcosa di ben più vivace di qualche refolo.
Urge una tempesta, qualcosa di meno freddo forse di una bufera e meno devastante di un uragano ma senza dubbio altrettanto foriero di ricostruzione.
Per farlo ho già acquistato un poster su cui scrivere frasi motivazionali mentre, con lo spirito di rinnovato adolescente che ha tanto da imparare e con la voglia di tornare a quando le cose forse erano semplicemente un po' più facili, ho preso un diario da liceale per i progetti da gestire e le cose da ricordare.
Ogni giorno qualcosa.
Imparare una lezione di vita al giorno;
imparare una cosa nuova ogni giorno;
contemplare il cielo;
essere responsabile delle conseguenze delle proprie scelte;
studiare studiare studiare;
tenersi in forma;
etc.etc. ...
elenco lunghissimo di propositi che neanche a capodanno se ne fanno di così tanti e tanto infantili. E' tempo però di ripartire. Non credo si possa tornare all'inizio. Non si può cancellare tutto quanto è stato e anche solo desiderarlo è una sciocchezza, una perdita di tempo. Si può invece stabilire una altra partenza, un nuovo inizio. Talvolta è bello avere una seconda occasione. Certe volte la seconda occasione si tratta solo di volerla, di costruirsela.
E anziché buttarsi in balia del vento spiegare le ali e solcarlo; e anziché attendere le folate sbattere le ali, o quantomeno accendere un ventilatore.
Giorni strani e complessi gli ultimi trascorsi, durante i quali è emersa una necessità di stabilità, di regole, di ordine ma soprattutto di determinazione. Ho un assoluto bisogno di mettere bene a fuoco gli obiettivi e ricordarmi ogni giorno della volontà di perseguirli. E' facile fare progetti e annusare un profumo di novità. Ma un cambiamento consistente necessita qualcosa di ben più vivace di qualche refolo.
Urge una tempesta, qualcosa di meno freddo forse di una bufera e meno devastante di un uragano ma senza dubbio altrettanto foriero di ricostruzione.
Per farlo ho già acquistato un poster su cui scrivere frasi motivazionali mentre, con lo spirito di rinnovato adolescente che ha tanto da imparare e con la voglia di tornare a quando le cose forse erano semplicemente un po' più facili, ho preso un diario da liceale per i progetti da gestire e le cose da ricordare.
Ogni giorno qualcosa.
Imparare una lezione di vita al giorno;
imparare una cosa nuova ogni giorno;
contemplare il cielo;
essere responsabile delle conseguenze delle proprie scelte;
studiare studiare studiare;
tenersi in forma;
etc.etc. ...
elenco lunghissimo di propositi che neanche a capodanno se ne fanno di così tanti e tanto infantili. E' tempo però di ripartire. Non credo si possa tornare all'inizio. Non si può cancellare tutto quanto è stato e anche solo desiderarlo è una sciocchezza, una perdita di tempo. Si può invece stabilire una altra partenza, un nuovo inizio. Talvolta è bello avere una seconda occasione. Certe volte la seconda occasione si tratta solo di volerla, di costruirsela.
E anziché buttarsi in balia del vento spiegare le ali e solcarlo; e anziché attendere le folate sbattere le ali, o quantomeno accendere un ventilatore.
venerdì 19 agosto 2011
pianificazione
In certe professioni, in un mondo tanto frenetico, è fattore essenziale per sopravvivere ed incastrare tutto.
Ma nella vita le pianificazioni, le aspettative, quasi tutti i castelli in aria che un sognatore si costruisce finiscono per crollare o per lo meno non collimare. E' raro le cose vadano esattamente come ci si era immaginato.
Beh, nei giorni ho imparato una lezione preziosa: é bello così.
E' bello perché alla fine questa è la vita, il suo spettacolo: la sorpresa.
Se si riesce ad apprezzare le sorprese, a non lasciare da subito spazio alla delusione e non mettersi immediatamente a confrontare... se ci si offre l'occasione di vivere la realtà e lo si fa dalla giusta prospettiva si può incappare in grandiosi sorrisi, in attimi ancor più preziosi.
La vita talvolta è uno scrigno ben più ricco di quanto si sappia vedere. Sarà che è incrostato di merda, ma a sapersi svegliare col piede giusto si può trovare la voglia di raschiare.
Mi rendo conto che spesso sono stato io stesso a voler notare l'aspetto fallimentare delle vicende piuttosto che scorgerne l'aspetto piacevole; parimenti sono spesso io a vedere un aspetto divertente o piacevole in cose che per altri sono pratiche da sbrigare.
Insomma, è certamente lecito voler tenere sotto controllo qunato più possibile ciò che ci circonda, come una gigantesca marionetta con centinaia di fili da tirare. E' tuttavia sconveniente pretendere che ogni filo si muova solo secondo la propria volontà e soprattutto non siamo autorizzati a coinvolgere la realtà con la nostra fantasia, paragonandole. I nostri ideali forse dovrebbero servire da stimolo, obiettivo e spunto; mai usare la mente come termine di paragone.
Dovrei scrivermelo su tutti i muri di casa...
Ma nella vita le pianificazioni, le aspettative, quasi tutti i castelli in aria che un sognatore si costruisce finiscono per crollare o per lo meno non collimare. E' raro le cose vadano esattamente come ci si era immaginato.
Beh, nei giorni ho imparato una lezione preziosa: é bello così.
E' bello perché alla fine questa è la vita, il suo spettacolo: la sorpresa.
Se si riesce ad apprezzare le sorprese, a non lasciare da subito spazio alla delusione e non mettersi immediatamente a confrontare... se ci si offre l'occasione di vivere la realtà e lo si fa dalla giusta prospettiva si può incappare in grandiosi sorrisi, in attimi ancor più preziosi.
La vita talvolta è uno scrigno ben più ricco di quanto si sappia vedere. Sarà che è incrostato di merda, ma a sapersi svegliare col piede giusto si può trovare la voglia di raschiare.
Mi rendo conto che spesso sono stato io stesso a voler notare l'aspetto fallimentare delle vicende piuttosto che scorgerne l'aspetto piacevole; parimenti sono spesso io a vedere un aspetto divertente o piacevole in cose che per altri sono pratiche da sbrigare.
Insomma, è certamente lecito voler tenere sotto controllo qunato più possibile ciò che ci circonda, come una gigantesca marionetta con centinaia di fili da tirare. E' tuttavia sconveniente pretendere che ogni filo si muova solo secondo la propria volontà e soprattutto non siamo autorizzati a coinvolgere la realtà con la nostra fantasia, paragonandole. I nostri ideali forse dovrebbero servire da stimolo, obiettivo e spunto; mai usare la mente come termine di paragone.
Dovrei scrivermelo su tutti i muri di casa...
domenica 14 agosto 2011
recenti scritti
Negli ultimi post scrivo ambiziosamente di risposte.
Non vorrei venir travisato, quindi brevemente chiarisco. Non è certo intenzione di chi scrive offrire risposte che vadano bene a tutti, anzi non è certo intenzione offrire risposte. Le risposte di cui nei giorni addietro non sono proposte con l'arroganza di qualcuno che crede di avere le risposte per tutti o le risposte giuste.
Ho scritto, trascritto, alcune delle risposte che trovo alle mie domande; a domande che con anime affini ci poniamo per stimolare una ricerca continua dell'amore, dei sogni, delle commozioni che rendono speciale una vita.
E' un confronto volto a tenere alta la curiosità e viva la concentrazione. Non arrendersi dal cercare, dal sognare di trovare.
Le risposte sono state una risposta pubblica e rileggibile ad alcuni di questi stimoli. Rappresentano il mio pensiero a questo punto del cammino, la media pesata o quasi delle esperienze fin qui.
Lungi da me voler spiegare agli altri elementi di una vita che a stento riesco a capire io! No.
Ma come tutti ottengo elementi di giudizio e su quelli mi baso per andare avanti, via verso il passo successivo e quello ancora dopo.
Se poi qualcuno trovasse condivisibili alcune parti del mio pensiero e ne traesse spunto per portare avanti il suo personale cammino, beh! sono contento di aver aiutato qualcuno.
Ma tutto questo, ancora, è un corollario. Queste pagine virtuali raccontano parte delle mie vicende e dei miei pensieri. E' la mia finestra sul mondo aperta per voi. Nessuna pretesa che sia la vostra finestra nè lo diventi.
Non vorrei venir travisato, quindi brevemente chiarisco. Non è certo intenzione di chi scrive offrire risposte che vadano bene a tutti, anzi non è certo intenzione offrire risposte. Le risposte di cui nei giorni addietro non sono proposte con l'arroganza di qualcuno che crede di avere le risposte per tutti o le risposte giuste.
Ho scritto, trascritto, alcune delle risposte che trovo alle mie domande; a domande che con anime affini ci poniamo per stimolare una ricerca continua dell'amore, dei sogni, delle commozioni che rendono speciale una vita.
E' un confronto volto a tenere alta la curiosità e viva la concentrazione. Non arrendersi dal cercare, dal sognare di trovare.
Le risposte sono state una risposta pubblica e rileggibile ad alcuni di questi stimoli. Rappresentano il mio pensiero a questo punto del cammino, la media pesata o quasi delle esperienze fin qui.
Lungi da me voler spiegare agli altri elementi di una vita che a stento riesco a capire io! No.
Ma come tutti ottengo elementi di giudizio e su quelli mi baso per andare avanti, via verso il passo successivo e quello ancora dopo.
Se poi qualcuno trovasse condivisibili alcune parti del mio pensiero e ne traesse spunto per portare avanti il suo personale cammino, beh! sono contento di aver aiutato qualcuno.
Ma tutto questo, ancora, è un corollario. Queste pagine virtuali raccontano parte delle mie vicende e dei miei pensieri. E' la mia finestra sul mondo aperta per voi. Nessuna pretesa che sia la vostra finestra nè lo diventi.
sabato 6 agosto 2011
answers
Questo post arriverà diversamente ad ogni persona che leggerà, sappiatelo sin d'ora. Ricevete quel che viene.
Ci sono ricerche per cui si potrebbe investire una vita. Sono ricerche che possono concludersi con una disfatta, spesso.
Contestualmente si vive d'ebbrezze e slanci. Ci sono turbini incantevoli, Vortici per cui non si brama altro che perdercisi, farsi trascinare via dimentichi di sé. Talvolta si rotea talmente forte da raggiungere l'ottundimento della razionalità. Talvolta si rotea così dolcemente da produrre melodie splendide come un'oboe approcciata con maestria.
Per capire cosa davvero si vuole cercare talvolta bisogna porsi delle domande diverse, avere forse il coraggio di provare a demolire quello in cui si è sempre creduto o a ricostruire quanto si era devastato. Certe domande servono a vagliare la forza di noi e dei nostri ideali. Conoscerci meglio.
Nella mia ricerca, nel mettere a fuoco alcune cose mi interrogo su tutto. Da bambino sognavo accanto una persona con cui condividere tutto: sostegno vicendevole nei giorni, un incastro che rende ogni giorno una novità da scoprire e magari affrontare assieme. Nella tarda adolescenza questo desiderio, questa visione è stata affiancata dall'idea che la scintilla dovesse essere un innesco viscerale e appassionato che asservisse il sé al partner.
Dedizione completa e incastro perfetto: una meraviglia.
Teoricamente.
Sì, perché la dedizione rischia essere eccessiva in certe persone. Come può allora funzionare una macchina a due se uno dei due ingranaggi è talmente dedito da essere smussato, liscio, privo di appiglio? O lo si è entrambi e si funziona come una frizione oppure non c'è davvero l'incastro.
Cosa voglio?
Qualcuno di cui esser fiero e che sia fiero di me. Un sorriso al mattino che dia il coraggio d'affrontare il quotidiano, che trovi in me l'abbraccio a cui scaldarsi all'arrivo della sera.
Mutualità.
Essere felici. Semplicemente. In due.
Una coppia credo funzioni davvero quando lavora così: nessuna prevalenza fissa, si rema a turno o assieme. Come su un tandem si coopera e ci si può sempre dare il cambio alla guida.
Se ci si può dir tutto, se si è felici assieme senza sforzo per esserlo, se non si percepisce sacrificio, se ci si sente compresi, se si vedono i difetti e si ride con essi anziché irritarsi, se...
Se tutto funzionasse così, se tutti i se di cui la fantasia è capace trovassero conferma, se l'ingranaggio fosse completo e funzionante ma mancasse solo quella scintilla irrazionale, se...
E' possibile escludere a priori un elemento o l'altro della visione, della ricerca? e a posteriori?
Una scintilla su ingranaggi sbagliati urla dentro, genera frustrazione. Sono dubbi che non si vogliono notare, talvolta in sembianze di "cambierà". Ingranaggi giusti senza scintilla invece lavorano incessantemente con grande dolcezza, nessuno stridore.
Credo in nessun caso si debba scordare che l'obiettivo sarebbe la simultaneità.
Ma è anche vero che tutto ciò che non lo é (e si può sapere solo alla fine del viaggio questo) è ricerca. Bisognerebbe tenere a mente che focalizzarsi solo su un elemento dei due è arroccarsi su posizioni fisse. Testardaggine poco produttiva per chi compie le sue ricerche nell'anima.
Ci si può pensare o abituare a sentirsi lottatori. Grande è la gratificazione per qualcosa per cui ogni giorno si lotta, si combatte. Sentirsi precari: trascorrono i giorni nell'incertezza ed ogni conferma è fluire di sangue in vene che per un attimo sembravano inaridite. Una vita a singhiozzo.
La gioia di qualcosa che si percepisce come costruito assieme è immane, imponente. Felicità. La parte egoistica e ammaliante della scintilla.
Essere felici. Semplicemente? In due?
La sorpresa talune volte sta nella temporalità e nell'imponderabile. Ecco così comparire la scintilla successivamente, quando ormai la macchina già è montata e a regime. Arriva un overboost che spinge più forte ingravidando le vele mentre si solca la vita. Ci si manca, ci si desidera, ci si preoccupa per niente e...
E arrivi ad intuire che fin che il viso accanto a cui ti svegli la mattina ti dona un sorriso che dura fino al mattino dopo o all'ansia scalpitante di rivederlo a sera, ultimo riflesso prima del buio, fin che ti scopri ogni momento felice è semplicemente felicità.
Essere felici. Semplicemente. In due.
nota: a pelle, manca una conclusione. Una conclusione, almeno, propriamente detta. Benché questo post supponga trovare risposte a domande inespresse qui, le stesse non vogliono essere una chiusa del dialogo. Non v'è pretesa alcuna di ragione finale. E' una riflessione, un check point durante la perlustrazione. Perché talvolta ci poniamo dei confini, dei limiti. Superarli è parte integrante del cercare. Tentare nuove vie.
Un mio professore sosteneva che un buon ricercatore si mantiene sul seminato e aggiunge un tassello al limite precedente. Concordo. Ma questo è vero solo relativamente al perpetrare una strada. La rivouzione vera si fa con due cose: fortuna, coraggio di osare. Una volta accomulata la debita esperienza bisogna tirare fuori le palle e vedere oltre cosa c'è.
Ho cercato e trovato alcune risposte. Il risultato non sono altro che nuove domande. La ricerca continua. Le scoperte continuano, magari in un ingranaggio...
PS: quarantadue.
Ci sono ricerche per cui si potrebbe investire una vita. Sono ricerche che possono concludersi con una disfatta, spesso.
Contestualmente si vive d'ebbrezze e slanci. Ci sono turbini incantevoli, Vortici per cui non si brama altro che perdercisi, farsi trascinare via dimentichi di sé. Talvolta si rotea talmente forte da raggiungere l'ottundimento della razionalità. Talvolta si rotea così dolcemente da produrre melodie splendide come un'oboe approcciata con maestria.
Per capire cosa davvero si vuole cercare talvolta bisogna porsi delle domande diverse, avere forse il coraggio di provare a demolire quello in cui si è sempre creduto o a ricostruire quanto si era devastato. Certe domande servono a vagliare la forza di noi e dei nostri ideali. Conoscerci meglio.
Nella mia ricerca, nel mettere a fuoco alcune cose mi interrogo su tutto. Da bambino sognavo accanto una persona con cui condividere tutto: sostegno vicendevole nei giorni, un incastro che rende ogni giorno una novità da scoprire e magari affrontare assieme. Nella tarda adolescenza questo desiderio, questa visione è stata affiancata dall'idea che la scintilla dovesse essere un innesco viscerale e appassionato che asservisse il sé al partner.
Dedizione completa e incastro perfetto: una meraviglia.
Teoricamente.
Sì, perché la dedizione rischia essere eccessiva in certe persone. Come può allora funzionare una macchina a due se uno dei due ingranaggi è talmente dedito da essere smussato, liscio, privo di appiglio? O lo si è entrambi e si funziona come una frizione oppure non c'è davvero l'incastro.
Cosa voglio?
Qualcuno di cui esser fiero e che sia fiero di me. Un sorriso al mattino che dia il coraggio d'affrontare il quotidiano, che trovi in me l'abbraccio a cui scaldarsi all'arrivo della sera.
Mutualità.
Essere felici. Semplicemente. In due.
Una coppia credo funzioni davvero quando lavora così: nessuna prevalenza fissa, si rema a turno o assieme. Come su un tandem si coopera e ci si può sempre dare il cambio alla guida.
Se ci si può dir tutto, se si è felici assieme senza sforzo per esserlo, se non si percepisce sacrificio, se ci si sente compresi, se si vedono i difetti e si ride con essi anziché irritarsi, se...
Se tutto funzionasse così, se tutti i se di cui la fantasia è capace trovassero conferma, se l'ingranaggio fosse completo e funzionante ma mancasse solo quella scintilla irrazionale, se...
E' possibile escludere a priori un elemento o l'altro della visione, della ricerca? e a posteriori?
Una scintilla su ingranaggi sbagliati urla dentro, genera frustrazione. Sono dubbi che non si vogliono notare, talvolta in sembianze di "cambierà". Ingranaggi giusti senza scintilla invece lavorano incessantemente con grande dolcezza, nessuno stridore.
Credo in nessun caso si debba scordare che l'obiettivo sarebbe la simultaneità.
Ma è anche vero che tutto ciò che non lo é (e si può sapere solo alla fine del viaggio questo) è ricerca. Bisognerebbe tenere a mente che focalizzarsi solo su un elemento dei due è arroccarsi su posizioni fisse. Testardaggine poco produttiva per chi compie le sue ricerche nell'anima.
Ci si può pensare o abituare a sentirsi lottatori. Grande è la gratificazione per qualcosa per cui ogni giorno si lotta, si combatte. Sentirsi precari: trascorrono i giorni nell'incertezza ed ogni conferma è fluire di sangue in vene che per un attimo sembravano inaridite. Una vita a singhiozzo.
La gioia di qualcosa che si percepisce come costruito assieme è immane, imponente. Felicità. La parte egoistica e ammaliante della scintilla.
Essere felici. Semplicemente? In due?
La sorpresa talune volte sta nella temporalità e nell'imponderabile. Ecco così comparire la scintilla successivamente, quando ormai la macchina già è montata e a regime. Arriva un overboost che spinge più forte ingravidando le vele mentre si solca la vita. Ci si manca, ci si desidera, ci si preoccupa per niente e...
E arrivi ad intuire che fin che il viso accanto a cui ti svegli la mattina ti dona un sorriso che dura fino al mattino dopo o all'ansia scalpitante di rivederlo a sera, ultimo riflesso prima del buio, fin che ti scopri ogni momento felice è semplicemente felicità.
Essere felici. Semplicemente. In due.
nota: a pelle, manca una conclusione. Una conclusione, almeno, propriamente detta. Benché questo post supponga trovare risposte a domande inespresse qui, le stesse non vogliono essere una chiusa del dialogo. Non v'è pretesa alcuna di ragione finale. E' una riflessione, un check point durante la perlustrazione. Perché talvolta ci poniamo dei confini, dei limiti. Superarli è parte integrante del cercare. Tentare nuove vie.
Un mio professore sosteneva che un buon ricercatore si mantiene sul seminato e aggiunge un tassello al limite precedente. Concordo. Ma questo è vero solo relativamente al perpetrare una strada. La rivouzione vera si fa con due cose: fortuna, coraggio di osare. Una volta accomulata la debita esperienza bisogna tirare fuori le palle e vedere oltre cosa c'è.
Ho cercato e trovato alcune risposte. Il risultato non sono altro che nuove domande. La ricerca continua. Le scoperte continuano, magari in un ingranaggio...
PS: quarantadue.
lunedì 25 luglio 2011
novelties
Sensazioni, quasi emozioni.
Queste le cose a cui sono andato in contro e tutt'ora vado durante il recupero della mano. Mano di cristallo, svuotato l'osso del midollo né ancora del tutto stabile la frattura. Mano dolente che il chiodo era avvitato e hanno dovuto martellare a più riprese per estrarlo. Mano da oltre due mesi inviluppata in una trappola desensoriale.
Tutto nel mio quotidiano è stato una riscoperta, una novità del qualunque, in questa settimana: la prima sensazione straordinaria è stato il calore del volante al sole contro al palmo della mano. Era davvero così percepire il tepore? un brivido che distende ogni fibra e si espande pian piano, risale fino alla spalla. Dolce scivolare, ricorda la primissima carezza ricevuta da una ragazza. Suggestione che scuote lo stomaco e il petto.
Poi è stata la volta dell'acqua. In forma di doccia o solo di sciacquata sotto un getto veloce, ogni volta è un contatto sublime.
Il flusso avvolge completamente ogni millimetro e poi scappa via. Lambisce porzioni di mano di cui il gesso aveva cancellato la memoria. I rivoli sorprendono ogni volta cambiando percorso all'ultimo, imprevedibili, raccontano storie sempre nuove alla mia pelle e starei ore ad ascoltarli.
Scrivere su carta è ancora impresa ardua perché la muscolatura è ben lungi dal recupero pieno, dalla scorrevolezza, dalla sicurezza del moto. Arriverà.
Oggi è solo emozione tattile di riscoperte e nuove lezioni. Le interazioni della mia mano destra non sono più solo tentativi di recupero ma sono autentiche rivoluzioni interiori come un bambino che gattonando esplora l'universo alla sua portata.
Mi ritengo fortunato non solo di riavere l'uso pieno di entrambe le mani, ma di avere una mano capace in questi giorni di apprezzare la consistenza, la ruvidità anche minima, i tentennamenti che ogni oggetto o persona possiedono.
Debole e fragile perlustra il mondo a sua disposizione e me lo narra con occhi di cui non avevo memoria: gli occhi del buio.
Queste le cose a cui sono andato in contro e tutt'ora vado durante il recupero della mano. Mano di cristallo, svuotato l'osso del midollo né ancora del tutto stabile la frattura. Mano dolente che il chiodo era avvitato e hanno dovuto martellare a più riprese per estrarlo. Mano da oltre due mesi inviluppata in una trappola desensoriale.
Tutto nel mio quotidiano è stato una riscoperta, una novità del qualunque, in questa settimana: la prima sensazione straordinaria è stato il calore del volante al sole contro al palmo della mano. Era davvero così percepire il tepore? un brivido che distende ogni fibra e si espande pian piano, risale fino alla spalla. Dolce scivolare, ricorda la primissima carezza ricevuta da una ragazza. Suggestione che scuote lo stomaco e il petto.
Poi è stata la volta dell'acqua. In forma di doccia o solo di sciacquata sotto un getto veloce, ogni volta è un contatto sublime.
Il flusso avvolge completamente ogni millimetro e poi scappa via. Lambisce porzioni di mano di cui il gesso aveva cancellato la memoria. I rivoli sorprendono ogni volta cambiando percorso all'ultimo, imprevedibili, raccontano storie sempre nuove alla mia pelle e starei ore ad ascoltarli.
Scrivere su carta è ancora impresa ardua perché la muscolatura è ben lungi dal recupero pieno, dalla scorrevolezza, dalla sicurezza del moto. Arriverà.
Oggi è solo emozione tattile di riscoperte e nuove lezioni. Le interazioni della mia mano destra non sono più solo tentativi di recupero ma sono autentiche rivoluzioni interiori come un bambino che gattonando esplora l'universo alla sua portata.
Mi ritengo fortunato non solo di riavere l'uso pieno di entrambe le mani, ma di avere una mano capace in questi giorni di apprezzare la consistenza, la ruvidità anche minima, i tentennamenti che ogni oggetto o persona possiedono.
Debole e fragile perlustra il mondo a sua disposizione e me lo narra con occhi di cui non avevo memoria: gli occhi del buio.
mercoledì 20 luglio 2011
un po' di buonumore alla faccia de chi ce vo male
Grazie, no.
Sarebbe una maschera. Non necessito, tanto chi ce vò male ha rivelato la sua iniqua essenza nell'istante in cui ha preso ad augurarcelo.
Mi basta alzar il calice a me stesso per deridere chi mi vuol male.
nuova filosofia: il solo fatto che io esista è sufficiente ad eclissare talune persone, come il sole brucia gli sterpi e costringe sotto le pietre le serpi.
Ad Angie.
Sarebbe una maschera. Non necessito, tanto chi ce vò male ha rivelato la sua iniqua essenza nell'istante in cui ha preso ad augurarcelo.
Mi basta alzar il calice a me stesso per deridere chi mi vuol male.
nuova filosofia: il solo fatto che io esista è sufficiente ad eclissare talune persone, come il sole brucia gli sterpi e costringe sotto le pietre le serpi.
Ad Angie.
martedì 19 luglio 2011
giovedì 14 luglio 2011
ricominciare
La fisioterapia è sempre un gran confronto con sé stessi.
Si tratta di riscoprire, meglio, imparare di nuovo che già si sa. Ora, reimparare a camminare, correre, saltare è già complesso ma una parte di tal movimento è di controllo subcosciente, non volontario. Come dire "prima di lasciare che ci sfracelliamo al suolo il cervello cerca di metterci una pezza".
I gesti della mano dominante sono un altra cosa: qualunque riflesso scatto o impeto si effettua con essa.
Due mesi e chissà quanto di mano destra immobile hanno portato nuove lezioni e nuove frustrazioni.
Sto scrivendo su carta in questo istante. Penso parole, gesti, forme che si imprimono nere e vivide sul fondo candido appena organizzato in quadretti sbiaditi.
Niente è come pensato:il risultato grafico e motorio è ben lungi dal ricordo che avevo del mio scrivere.
Il polso non accompagna , la mano non scorre. E' tutto un lavoro di dita, anch'esse fuori tempo, e di spazio. So scrivere e giocare con le parole ma il mio corpo non si ricorda più come farlo. Gli anni spesi ad affinare i gesti nel tentativo di dare alle parole che fluivano dalla mia anima un aspetto che si canfacesse alle aspettative ed ai sentimnti che vi profondevo sembrano di colpo dissolti.
Organizzare i pensieri in vista di un esame sembra oggi impresa epica: anche una sottolineatura o una freccia richiedono sforzo e concentrazione.
Prendo appena oggi coscienza delle difficoltà a cui realisticamente andrò in contro.Anche se può non sembrare, non saper più compiere i gesti che si compiva poco prima, trovarcisi faccia a faccia concretamente e non col solo immaginario è davvero arduo.
Mi ritengo già così fortunato a riuscire almeno a produrre simboli comprensibili con una fluidità di qualche tipo...
Ogni attività sarà una sfida. L'aspetto meno affascinante è che sono montagne già scalate. La sfida tuttavia sarà tornare a dove ero e non un miglioramento. E' importante non darsi per vinti e lasciarsi logorare dalla fretta o la mancanza di risultati evidenti.
Sarà un lungo cammino; sulle mani.
Si tratta di riscoprire, meglio, imparare di nuovo che già si sa. Ora, reimparare a camminare, correre, saltare è già complesso ma una parte di tal movimento è di controllo subcosciente, non volontario. Come dire "prima di lasciare che ci sfracelliamo al suolo il cervello cerca di metterci una pezza".
I gesti della mano dominante sono un altra cosa: qualunque riflesso scatto o impeto si effettua con essa.
Due mesi e chissà quanto di mano destra immobile hanno portato nuove lezioni e nuove frustrazioni.
Sto scrivendo su carta in questo istante. Penso parole, gesti, forme che si imprimono nere e vivide sul fondo candido appena organizzato in quadretti sbiaditi.
Niente è come pensato:il risultato grafico e motorio è ben lungi dal ricordo che avevo del mio scrivere.
Il polso non accompagna , la mano non scorre. E' tutto un lavoro di dita, anch'esse fuori tempo, e di spazio. So scrivere e giocare con le parole ma il mio corpo non si ricorda più come farlo. Gli anni spesi ad affinare i gesti nel tentativo di dare alle parole che fluivano dalla mia anima un aspetto che si canfacesse alle aspettative ed ai sentimnti che vi profondevo sembrano di colpo dissolti.
Organizzare i pensieri in vista di un esame sembra oggi impresa epica: anche una sottolineatura o una freccia richiedono sforzo e concentrazione.
Prendo appena oggi coscienza delle difficoltà a cui realisticamente andrò in contro.Anche se può non sembrare, non saper più compiere i gesti che si compiva poco prima, trovarcisi faccia a faccia concretamente e non col solo immaginario è davvero arduo.
Mi ritengo già così fortunato a riuscire almeno a produrre simboli comprensibili con una fluidità di qualche tipo...
Ogni attività sarà una sfida. L'aspetto meno affascinante è che sono montagne già scalate. La sfida tuttavia sarà tornare a dove ero e non un miglioramento. E' importante non darsi per vinti e lasciarsi logorare dalla fretta o la mancanza di risultati evidenti.
Sarà un lungo cammino; sulle mani.
giovedì 7 luglio 2011
al volo
Sopravvivo ai giorni. Sopravvissuto più che altro.
Ancora la sensazione che la vita sfugga via come un refolo di vento tra le dita passa vortica e sfiorisce, abbandona.
Devo coglier l'attimo, afferrare la vita e riprendere tutto quello che ho lasciato lungo la via, sfuggito alla presa per un abbaglio.
Devo riafferrare il tutto. Dovrò reimparare a tenere stretti i pugni: ben alta la guardia ben salda la presa e stavolta voglio che sia davvero. Una volta che avrò i miei sogni in pugno non mollerò la presa fin'oltre a che mi sanguineranno le dita. Non lascerò che l'oblio provi ancora ad inghiottirmi, mi arrampicherò fino alla vetta, a costo della mia vita.
Ancora la sensazione che la vita sfugga via come un refolo di vento tra le dita passa vortica e sfiorisce, abbandona.
Devo coglier l'attimo, afferrare la vita e riprendere tutto quello che ho lasciato lungo la via, sfuggito alla presa per un abbaglio.
Devo riafferrare il tutto. Dovrò reimparare a tenere stretti i pugni: ben alta la guardia ben salda la presa e stavolta voglio che sia davvero. Una volta che avrò i miei sogni in pugno non mollerò la presa fin'oltre a che mi sanguineranno le dita. Non lascerò che l'oblio provi ancora ad inghiottirmi, mi arrampicherò fino alla vetta, a costo della mia vita.
martedì 21 giugno 2011
intanto due aggiornamenti
Che poi è uno. Sono ancora a palpeggiare l'anatra: osso non saldato, osso spostato... Salderà? il mio fisico potrebbe essere una cambiale scoperta. Frattanto m'hanno inchiodato (non come Cristo in croce, ma manca ancora un po' ai 33anni) e rimesso fermo, appeso all'anatra. Tanti farmaci, le nausee, lo scoramento. Però non si può perder del tutto la speranza, che i giapponesi ai mignoli rinunciano anche volentieri per orgoglio o per errori da riparare.
Quindi provo a stringere i denti e guardare al domani. Chi vivrà vedrà, io intanto la mia indipendenza e i miei affari li lascio in sospeso fino ad agosto. Giusto perché è iniziata l'estate.
Quindi provo a stringere i denti e guardare al domani. Chi vivrà vedrà, io intanto la mia indipendenza e i miei affari li lascio in sospeso fino ad agosto. Giusto perché è iniziata l'estate.
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