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giovedì 1 marzo 2012

che non è un cazzo buonismo

Mancava poco al 4 Marzo, ai 69 anni... a ribadire un multiplo di quel 4/3/43.
E' morto d'infarto Lucio Dalla. Il mio cuore è addolorato.
Non c'entra nulla il buonismo, il qualunquismo, il moto di massa. Oggi, nello stesso giorno, nello stesso minuto magari, chissà quanti altri morti ci saranno stati... A me dispiace di questa.

Non sono mai stato un fan sfegatato ed anzi alcune sue canzoni le ho trovate davvero brutte. Eppure se scorro la mia vita con la memoria molte immagini hanno una sua canzone per colonna sonora, a partire dalla culla, la prima canzone sentita e di cui abbia memoria è sua.

E poi via, è un susseguirsi d'immagini che scorre forte quasi ci fosse il suono del rullo del cinematografo in sottofondo: mio padre che mi spiega chi fosse Nuvolari durante i primi gran premi di formula uno che mi faceva vedere e come fosse cambiata la guida, Il concetto di "canzone di rottura" e di censura che quella canzone di puttane e bestemmie subì, la morte di Senna ormai inscindibile da quella sua dolorosa canzone, Le piazze e i vagabondi, anch'essi legati a una canzone.
Ecco, Lucio Dalla ha saputo narrare tante situazioni e vicende comuni alla vita di tutti noi e sempre con una poetica mirabile.
Ricordo alcune interviste particolarmente argute, brillanti e condivisibili nei concetti.
La sua scomparsa mi priva di chissà quante colonne sonore ancora, di chissà quante altre lacrime che non verserò più su una sua melodia.

Stranamente magari, ma sono davvero molto dispiaciuto. Mi auguro solo che ora possa esser lì a parlare e ridere con quei piloti che tanto ha amato e che tutti gli umili da lui cantati siano lì a dargli l'abbraccio che merita. Buon volo.

lunedì 23 maggio 2011

occhi alla finestra

Verso il niente e verso tutto. Guardo oltre le lame trasverse delle persiane il cielo quasi estivo stemperarsi in un grigiore innaturale.
Oggi cade l'anniversario della strage di Capaci.
Come ogni anno rifletto sugli eroi e sull'eroismo. Cosa è e dove si nasconde l'eroismo?
Eroe dovrebbe essere non solo chi combatte i soprusi, ma chi mette a rischio la sua vita per qualcuno o qualcosa solo perché è giusto così, senza altri interessi.

E' eroico chi non cede alle disgrazie e trova modo di tirare avanti, facendosi anche carico della famiglia che ha creato, senza scappare; è ancor più eroico chi s'immola per ideali o per sconosciuti. Diceva sempre Faletti ma in una canzone antecedente "gli eroi son tutti morti, meno che nei discorsi". Ecco, guardo al cielo cercando di scorgere un mantello al vento o forse solamente una bandiera garrire al vento come un simbolo in cui credere e che si è orgogliosi di onorare non solo alle feste laiche comandate, ottima scusa per saltar scuola o lavoro.

In questo paese non riesco a intravedere neppure la speranza che un giorno tutto torni ad andare nel verso giusto. Non solo i pochi eroi in cui credere sono morti, ma anche l'eroismo sta svanendo. Il massimo degli esempi di virtù saran presto veline e tronisti, che almeno non sono Escort e addirittura a volte parlano (leggasi una mia personale polemica alla campagna di Ricci per eliminare ogni critico del fenomeno valletta - oca).

Non basta, "chi c'ammazza prende di più della brava gente". Ma chi è la brava gente? Chi si spacca le mani le spalle o il cervello per portare a casa due onorati euro? O ormai chi dovrebbe essere la "brava gente" che guida con un ideale e caparbietà un paese tende sempre più ad essere sovrapponibile a "chi ammazza"?

Sta venendo meno il confine tra bene e male, tra legittimo ed illegittimo. E' la desolante morte della fiducia e della speranza.
Noi qui, popolo di ignavi che non desidera altro che non aver problemi e che qualcuno scelga al posto nostro purché ci lascino il nostro muro di casa intonso, a guardare il cielo grigio alla finestra. Guardiamo fuori disillusi che V for Vendetta sia solo una storia e che un finale che sovverta il Fato sia pura fantasia.
Servirebbero dannatamente degli eroi qua, una volta ritrovata l'umanità.



Una lacrima per chi ha dato la vita per ricordare che non si deve smettere di lottare e sperare.

"Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola"G.Falcone

mercoledì 1 dicembre 2010

Spiazzato.

Nei giorni scorsi ci hanno lasciato vari personaggi più o meno noti: Irvin Kershner, regista del secondo film di Guerre Stellari "L'impero colpisce ancora", Leslie Nielsen, attore comico americano che aveva recitato "dracula morto e contento", "una pallottola spuntata", e Mario Monicelli.

Se mi ha stranito la scomparsa del protagonista di molti film demenziali americani da me visti in età pre adolescenziale, la scomparsa di Monicelli mi ha fatto proprio male. E' stato un Genio della commedia, custode di un senso del ritmo, del tempo comico, del saper far ridere a lungo, senza stancarsi. Non credo sia un caso se ancora in molti rispondono con un fischio e un "Bum!" al grido "Branca! Branca! Branca! Leon! Leon! Leon!", così come non penso sia accidentale che la Supercazzola abbia contagiato almeno tre generazioni.

Mi ha fatto male che sia venuto meno un decano talmente lucido da aver detto pochi mesi fa "ci vorrebbe la rivoluzione... ma gli italiani non sono un popolo capace di fare una rivoluzione" (sintesi di quanto detto, cercate su youtube se volete sentire cosa essattamente ha detto) con una tale lucidità, con una disamina talmente onesta da far cadere le braccia.
Ecco, se ne è andato un Grande. Un Grande vero, uno degli ultimi.


In tutto questo la sola cosa che mi fa ancora sorridere con serenità è come Monicelli se ne sia voluto andare. Malato di un male incurabile si è suicidato. Manifestando il suo senso di libertà, di non conformismo, di pieno possesso della sua vita. Dopo vari trascorsi sono arrivato a ritenere il suicidio una via di fuga troppo semplice. Ma dopo una vita trascorsa appieno non è una fuga, è un'uscita in grande stile... è buttarlo in quel posto al bieco mietitore e alla naturale fine delle cose.

In un paese dove non è ammesso porre fine a delle sofferenze risparmiando degrado fisico e mentale, lui ha trovato la sua soluzione non concedendo a nessun altro di scegliere al posto suo. E' rimasto libero fino alla fine, come tutti vorrebbero e pochissimi osano.

Applauso senza fine; sipario.

martedì 22 settembre 2009

hot spot

Da poco sono morti sei soldati italiani a Kabul. Massimo dispiacere per delle esistenze che si spengono. A riguardo sarebbe bene ricordare anche le esistenze spente in quell'attentato son 21, ma agli italiani poco importa degli afghani "quindi dimentichiamocene". Beh, cordoglio anche per loro.

Ora, il governo italiano sta inneggiando agli eroi, supportato dai media tutti.
Spiacente, eroi un bel tubo!

Spiego il mio perché:
- non stavano difendendo il Mio (e Loro) paese da una guerra (il solo motivo per cui posso ritenere comprensibile esistano forze armate, cioè la difesa e non l'attacco): missione di appoggio ad alleati a rischio guerra (e così che è iniziata la "guerra preventiva" no?). Ma se gli USA sono a rischio, sono automaticamente coinvolto io italiano nel rischio? sono dunque americano anche io? Non mi pare.
- già che erano in missione erano semplicemente sul loro luogo di lavoro. C'è chi fa l'ingegnere, chi il medico, chi il maestro, chi l'operaio e chi il militare. Sono scelte; sono mestieri.
- sono morti in un attentato con altri bersagli, non diretto contro le forze armate italiane. Insomma erano lì al momento sbagliato. Una gran bella sfiga, non c'è che dire ma non ha nulla di eroico. Nulla di eroico perché nemmeno le vittime del WTC sono state chiamate "eroi": a tutt'oggi sono solo "vittime"
- non sono morti cercando di salvare vite. Non hanno preso un proiettile dal fuoco alleato mentre portavano in salvo una giornalista rapita; non sono saltati in aria mentre cercavano di demolire un nemico come la mafia; non sono morti arsi vivi cercando di salvare una vita imprigionata in un incendio. Non hanno dato la loro vita per un'altra, hanno solo perso la loro.


A fronte di questi piccoli frammenti di logica mi viene da constatare che siano delle semplici vittime, morte nell'adempiere il proprio lavoro. Niente di sovrumano da poter essere definiti eroi.

Sia chiaro, questo perché ritengo che eroi siano ben pochi al mondo e pertanto sia un attributo da spendere con molto, molto, giudizio. Inoltre perché ritengo che non sia giusto né onorevole spendere per loro la parola "eroi" quando non si è spesa per chiunque altro sia morto in un attentato, strage o incidente (dalla Thyssen a un investimento).


chiudo con una bella canzone, tanto per smorzare un po' i toni.



Massimo rispetto e cordoglio per le vittime tutte dell'attentato a Kabul.


PS: e 'fanculo al facile sensazionalismo per promuovere azioni militari.
Con la presente faccio anche notare come non mi sia espresso in merito alla missione in questione. Questo post non riguarda l'eventuale legittimità della missione.

giovedì 25 giugno 2009

nei piedi di ognuno

Dopo la dipartita della Fawcett, è toccato a un altro divo americano. La morte di Micheal Jackson non è una cosa banale. Ne ha attraversate tante nella sua vita. Vette indicibili e crepaci clamorosi.

Di sicuro la morte del "King of pop" è un duro colpo per chiunque abbia mai provato a ballare negli ultimi trent'anni. I passi inventati da Jackson, così come le sue intuizioni per video e concerti rappresentano ancora l'eccezionale.
La prima visione di Thriller, il moonwalking l'inclinazione dei ballerini in Smooth criminal

credo tutti abbiano negli occhi quanto qui sotto

Ebbene credo sia giusto ricordare la grandezza di un artista che ha saputo marcare i suoi passi in bassorilievo negli occhi di chiunque lo abbia mai guardato.


Del Jackson uomo invece non ho molta voglia di approfondire, soprattutto perché ho una mia visione, del tutto personale.
Non riuscirò mai a vederlo diversamente da un adulto che mai è voluto crescere... un eterno bambino, costretto a rimanere tale da bui della sua infanzia che mai sapremo ma tanto grandi da minarne la personalità.

Inoltre alle aspre critiche degli ultimi tempi si dovrebbe porre a contrasto le grandi opere umanitarie in Africa e nel resto del mondo...
Ed io sono qui solo per un commiato.

Dopo il sorriso dell'america anni '70 se ne sono andati i piedi più Pop che abbia mai visto. Buon volo!

domenica 11 gennaio 2009

Doverosamente, sebbene trovi vergognoso che solo ora, dopo dieci anni di silenzio quasi plenario, i media cerchino di lavarsi le coscienze con una commemorazione da assoluzione di comitiva.
Bello il servizio di Minoli sul tre a "La storia siamo noi", aveva una marcia in più e una sensibilità affine.



molto sentitamente




Summa de "storia di un impiegato"

+
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giovedì 6 novembre 2008

MC

Non si parla di Rap stasera, ma di scrittori.
E' morto Micheal Crichton.

Tutta la televisione italiana lo ha ricordato per JurassicPark e E.R.
... ecco, io lo ricordo per molto, tutto, tranne quello.


Già, mi è molto dispiaciuto che se ne sia andato così presto uno scrittore a cui molto deve il ragazzino disinteressato della lettura di molti anni fa.
Sono stati proprio i libri di Crichton a farmi riscoprire da adolescente il piacere della lettura. Libri come CONGO, IL MONDO PERDUTO, PUNTO CRITICO... libri dove se si vinceva la sfida di reggere alle introduzioni lente, ma estremamente interessanti nei dettagli tecnici, si scopriva un'avventura vorticante ed avvincente.

Punto critico... il libro che mi ha fatto svanire quel vago timore che avevo ogni volta che prendevo un aereo.
Timeline... il libro grazie al quale ho capito che se il mio spirito è molto medievale altrettanto non può dirsi per il corpo; il libro da cui ho attinto inizialmente per capire di più il concetto di viaggio nel tempo... Einstein e Minkowski al diploma dopo Crichton a 16 anni... Un bel salto!!!

Insomma, il mondo ha celebrato lo scrittore di cui meno sentirò la mancanza, così ho trovato giusto dedicargli un frammento mio. Grato per la lettura ritrovata e per l'interesse decuplicato alla scienza come avventura (rimarrà per sempre un'ideale fantastico il professore di ingegneria, o fisica forse, de "Il mondo perduto").

Grazie Crichton; addio, anche. Mi mancherai tantissimo.

venerdì 22 agosto 2008

sussurri di ferragosto

Siamo niente dal valore del cosmo.


___________



Siamo poco più che frasi sulla battigia

canto di ferragosto sull'essere

Sono nuvola, sono onda, sono lama di vento, stelo di foglia
pregna Selene rischiara la corsa del temporale

Sono roccia e terra, sono pianto di pioggia
fiamme arzille sfiaccolano di lontano; l'ostinatezza del ginepro, la perseveranza del sole

Sono il tutto, sono scampoli di niente
mare caldo, mare mosso: risale il salmastro e volteggia nel vento

Sono scampoli di tutto,
sono tutto nel niente.

giovedì 21 agosto 2008

canto natìo x ferragosto

canto nella mia città
note senza voce
grida gettate nel frastuono
del mare
lacrime affidate
al vento e alla salsedine
vorrei ambizioso* volteggiare
ma a stento riesco
a cadere



*
in originale era "giusto"

Canto ondoso di ferragosto

Seduto sul fragore sopra un dirupo sul mondo la corsa dei cirri lascia sporadici sprazzi di luna a illuminare la corsa delle onde


... solo a un passo dal borgorigmo del mare

mercoledì 20 agosto 2008

canti di ferragosto

La notte di ferragosto anziché stelle cadenti, falò, sogni espressi o desideri quasi scontati la sola sensazione ad aver scosso il mio animo sono state lacrime incapaci di sgorgare.
Palpitare di emozioni, stridore di pareti gastriche torte al punto di non riuscire a tornare a casa. Così la meta è stata una soltanto: il mare.

Siedi sugli scogli e parla con le onde,
a volte capita che il cielo ti risponde
[la canzone è "Rocco" rappata da LaPina]

Mare di media tempesta. Vento forte, salmastro che si appiccica. Sembrava un mare d'Ottobre o Marzo.
Non ho seduto sugli scogli, bensì su una ringhiera a sbalzo d'un misero precipizio tanto alto da rompersi appena una gamba. Ma ho lasciato andare il colloquio con le onde, permettendo loro di cullare un minimo i tumulti interiori mentre il vento dettava al mio inchiostro scampoli di pensiero.
Li riporto nei prossimi post; singoli o a tema, non so ancora l'estro per cosa opterà.

nota: Sono pensieri scissi, eppure il filo conduttore e l'estro comune sono evidenti. Per quanto tenti di propinarveli separatamente la cosa più giusta, forse, è rileggerli poi insieme.

giovedì 10 luglio 2008

+1

+1 è il titolo di un albo di Rat-Man di Leo Ortolani.
+1 è il numero che nel titolo porta a 300. Trecento, come quelli di Sparta, quelli di Frank Miller.
300 eroi, nessuno in dietro; marciano assieme verso le vallate destinate agli eroi.

questo odierno è il post trecentesimo. Forse è il fato, non so.

Così in questo numero che ricollega l'uno agli altri 299, in questo giorno in cui tutti gli eroi marciano per ritrovarsi a brindare assieme, Tutti; assieme. Alzo il mio calice e brindo ai miei eroi. Oggi che avrei bevuto alla loro salute brindo doppiamente. Brindo senza lacrime, perché in questo post nessuno rimane in dietro.


un sentito grazie a Leo Ortolani ed alla sua poetica.
E' merito suo se ho trovato lo spunto
per pensare queste righe così

martedì 25 dicembre 2007

Natale con trentennale

Felice Natale a tutti!!

Oggi ricorre anche il trentennale dalla morte di uno dei più grandi geni della cinematografia mondiale.
Quest'oggi è tutto per ricordarlo. A Charles Chaplin, per tutte le risate e riflessioni che ha donato.

martedì 10 aprile 2007

sigh...

Ho appreso oggi questo (da Repubblica.it):

" - Addio al papà di 'B.C.'. Il disegnatore di fumetti Johnny Hart, creatore della famosa 'striscia' sul cavernicolo, è morto a New York. Aveva 76 anni. "Mentre stava disegnando ha avuto un infarto", ha raccontato la moglie Bobby.

Hart era diventato famoso per la striscia 'B.C.' (ovvero Before Christ), dove raccontava avventure e disavventure di animali e uomini e donne preistorici con vizi e passioni esattamente uguali a quelle dei contemporanei e con battute fulminanti tipo. "Credevo alla reincarnazione fino a 5 minuti fa". "Poi che è successo?". "Sono morto!". Il fumetto, creato nel 1958, era approdato su oltre 1300 pubblicazioni raggiungendo un pubblico di oltre 100 milioni di persone.

Hart aveva cominciato a disegnare fumetti mentre era con l'Air Force dove era rimasto fino al 1954. Nel 1964 ha dato vita, insieme all'amico Brant Parker, ad un'altra fortunata serie, 'Wizard of Id', ambientata in un reame da operetta retto da un sovrano piccolissimo e cattivissimo. Un esempio?: Primo Messaggero: "Sire, Sire, il popolo ha sete!". Secondo Messaggero: "Sire, Sire: i mostri del fossato hanno fame!". Sire: "Intravedo una soluzione".

Negli anni finali della sua carriera alcuni suoi disegni hanno affrontato temi religiosi, esaltando la sua fede cristiana. Una striscia realizzata per la Pasqua del 2001 ha sollevato parecchie polemiche da parte della comunità ebraica. Il fumetto descriveva una Menorah, il candelabro a sette bracci sacro alla religione ebraica, trasformato in una croce. Il testo citava alcune delle parole del Cristo morente. Per evitare imbarazzi, molti giornali rifiutarono il fumetto.

(9 aprile 2007)
"


Con gran dispiacere ho scoperto della dipartita di un Immenso... le risate fatte col Mago Wiz mi accompagnano sepsso ancora oggi. Mi dispiace moltissimo. qui sotto, una vignetta ed una battuta tratte dal mago.
Stan sparendo tanti, troppi maestri... sigh
. Primo Messaggero: "Sire, Sire, il popolo ha sete!". Secondo Messaggero: "Sire, Sire: i mostri del fossato hanno fame!". Sire: "Intravedo una soluzione.

lunedì 5 marzo 2007

Sentito addio

Da "corriere.it"del 4 marzo:
È scomparso ieri a Milano Osvaldo Cavandoli, 87 anni, il creatore della «Linea» celebre cartone animato di Carosello. Cavandoli era nato a Maderno sul Garda (Brescia) nel 1920, ma viveva da sempre a Milano. Fumettista e disegnatore satirico, «Cava» aveva cominciato a lavorare a 23 anni, insieme con Nino Pagot. La Linea, personaggio destinato a pubblicizzare le pentole Lagostina, apparve per la prima volta in tv nel 1969.

Sono davvero triste per questa scomparsa, uno dei ricordi più vividi della mia infanzia da microuomo.

Scelgo questo video, per mostrare assieme ideatore ed idea. Tributo duplice ad una monade di creatività.

martedì 26 dicembre 2006

Buon volo young Frankenstein


da un tgcom anzianotto...

"13/12/2006
Addio Boyle, tenero "Frankenstein"
L'attore è morto a New York a 71 anni

Se n'è andato un pezzo di storia del cinema. A molti il suo nome, Peter Boyle, non dirà molto. Ma universalmente noto è il personaggio che ha reso celebre questo attore: il mostro in "Frankenstein Junior". L'istrionico interprete, famoso anche per il ruolo graffiante nel telefilm "Tutti amano Raymond", è morto all'ospedale Presbiteriano di New York. Amico storico di John Lennon, aveva 71 anni ed era malato da tempo.

Figlio di un famoso comico, Boyle prima di intraprendere la carriera di attore si fece frate. Durante la carriera ha lavorato in un centinaio di film, tra cui "Taxi Driver" di Martin Scorsese e "Joe", il controverso film che nel 1970 lo fece conoscere al grande pubblico. Nel '74 fu scelto da Mel Brooks per vestire i panni di del mostro di "Frankenstein Junior", personaggio rimasto nei cuori dei cinefili, e non solo, per la sua grottesca ed esilarante "umanità". Divenne anche uno dei migliori amici del Beatle John Lennon, che era stato testimone al suo matrimonio con una giornalista di "Rolling Stone".

Negli ultimi anni la sua fama è stata legata soprattutto al telefilm "Everebody Loves Raymond", per il quale ha ottenuto sette candidature agli Emmy Awards, gli Oscar della televisione che è riuscito a vincere nel 1996 per una parte in "X Files". Nel 1999 era stato colpito da un infarto ma non aveva abbandonato la sua attività girando nel 2002 l'acclamato "Monster's Ball", nel ruolo del suocero di Halle Berry, che aveva vinto per quel film l'Oscar per la miglior attrice."


La sua interpretazione mi ha sempre fatto sganasciare dall'età della ragione in poi. Vola via con Peter Boyle un frammento della mia gioventù ridanciana.