giovedì 13 febbraio 2014

80's

Ho più di trent'anni.
Sono cresciuto nel Lazio, allevato in parte dalla Tv, da due canali essenzialmente JuniorTv e SuperTRE: cartoni animati giapponesi a colazione pranzo e cena.

Il risultato è che se devo andare a correre ascolto Sugar o RockyJoe.
Il risultato è che se faccio le pulizie gracido assieme a Ranatan e Benetan o immagino che la mia gatta allevi uno scoiattolo...

Quanto hanno influenzato la nostra crescita i cartoni dell'infanzia? Quanto forte sia l'attaccamento dei miei coetanei lo so da tempo, da quando da adolescenti si rimpiangeva quei cartoni e ancora a volte si guardavano, da quando ale varie fiere come LuccaComics vedo quante persone vengono ad ascoltare i gruppi che suonavano quelle sigle anni e ani or sono. Concerti veri e propri che offre una seconda giovinezza ed un bagno di folla da rockstar a musicisti messi troppo in disparte per il valore del loro lavoro.

Ma nel quotidiano, quanto ci hanno influenzato? Erano così diseducativi come li dipingevano?

giovedì 6 febbraio 2014

Mesi

Manco da qui da parecchio tempo.

Manca l'ispirazione, manca il tempo. Non mancano i giorni, gli avvenimenti, ma come detto a suo tempo un conto è vivere un conto è riuscire a rifiltrare il vissuto e raccontarlo.

Peraltro mi chiedo se la persona che è raccontata qui sopra non stia mutando, che quei sogni e quegli incanti non siano ormai solo una falsa promessa del passato. Così tra impegni e autoanalisi (che forse sarebbe più utile a questo punto farla analizzare ad un altro, la mia mente contorta...) mi domando se abbia senso scrivere qualcosa qui, se io abbia ancora qualcosa che valga la pena di essere raccontato.

Silenzio.


sabato 29 giugno 2013

se mai tornassero dubbi

Non che abbia avuto molti dubbi in merito alla decisione del mio percorso negli ultimi anni. Ho dubbi su me stesso, e sul modo di applicarli e applicarmi ma non sulla destinazione, anche se forse mi attardo in troppi autogrill.
La vita a volte ci fa affrontare occasioni per confermare le scelte o sperderci in dubbi. Mi toccano sempre conferme.

Venire a sapere della scomparsa della cagnetta di vecchie amiche ed avere nella mente bene impresso il carattere del cane, le movenze, gli atteggiamenti. Ricordare il carattere di un animale e ricordare avvenimenti che lo coinvolgano esattamente alla stregua di una persona penso sia indubbia riconferma che si ha un modo di pensare differente. Giusto o sbagliato che sia soffrire per la dipartita di un conoscente indipendentemente dalla specie e razza, e ritenere conoscente un essere vivente indipendentemente dalla razza e specie sono proprietà di qualcuno che con gli animali ha una forte empatia. Non potrei mai curare un umano qualsiasi, è assodato. Potrei voler aiutare tutti gli animali del mondo.

Guardo all'orizzonte con fiducia. Tanto dispiacere per Evelyn.




PS: Come si può non ricordare con un sorriso davvero vasto un cane che prima di andare tutti a mangiare doveva appaiarci e guidarci come il suo piccolo gregge?

mercoledì 17 aprile 2013

viaggio straripante vento

non e' nausea, non e'neppure gonfiore. La stretta che mi avvolge lo stomaco ai lati, come se la cassa toracica divenisse una tenagli, e'una sensazione familiare ed antica a l tempo stesso.
Profumo di avventura! lo provavo prima di partire per una gara, lo provo oggi a poche ore da una autentica ed insonne follia. l'altra meta' degli sleepless girera' in bici la ring road islandese. Io saro' al suo seguito sd inebriarmi di magia, natura, vita. Un viaggio nelle intemperie, paradosso per noi cresciuti "se nza vento".

Conto di raccontarvi presto qualcosa.
intanto, per seguire il tutto... http://www.ultracyclingman.com/

sabato 23 febbraio 2013

silenzio stampa

In Italia domani sarà tempo di elezioni.

Il clima che si respira è pesantissimo. Negli anni la sfiducia nei governi è cresciuta esponenzialmente così come i capi d'accusa che via via saltavano fuori. Ogni giorno è cresciuta sempre più la certezza che i soli a salvarsi rerano e sarebbero stati comunque e solamente i legislatori stessi.

Ovunque è malcontento. La Grecia al di là del mare è stata messa in ginocchio da giochi di potere talmente grandi da aver reso le persone, gli individui, un banale "danno collaterale". Nelle alte sfere del potere è come una guerra: i civili sono perdite a margine.

Le facce che domani troveremo sono sempre le stesse, le medesime che avevano innescato un video simile  

e che ancora con gli stessi teatrini tentano di arruffianarsi il Paese e garantirsi un posto caldo per le natiche.

Poi ci sono i tentativi di cambiamento alcuni puzzano di maschera stantia, altri di voglia di fare zero e scoramento precoce...
eppoi c'é Grillo. Anni di spettacoli mirati solo a andare "contro". Rottura, pura e semplice. Odore di nuovo; forse. C'è chi li teme perché potrebbero non sapere poi davvero fare nulla trovandosi a governare; c'è chi ancor a maggior ragione teme che dietro l'esaltazione popolare e la irragionevolezza dei riguardi di chi pensa diversamente si nasconda il pericolo di governi estremisti.

Io sostanzialmente ho la nausea quando penso alla soluzione che continuo a non vedere, al buon senso che non riesco più a trovare nemmeno dal giornalaio od in fila al supermercato. Qui c'è solo rabbia non incanalata. L'aria di rinnovamento si respira, perché no, ma quando gira il vento non puoi sapere se sarà zefiro o uragano.

E l'alternativa? L'alternativa sarebbe questa già che "di là" ci sono le solite facce, gli stessi volti, lo stesso vecchiume che i pochi nuovi e giovani che avanzavano li ha fatti finire appunto tra gli avanzi, nel cestino senza tanti complimenti.


Dopo un mese di tartassamenti politici, di torture auricolari, di teatrini scadenti, fino alla puttanata più estrema pur di accaparrarsi un voto, oggi e fino a lunedì sarà silenzio. Attimi preziosi per alleviare il bruciore di questa orchite popolare.

Quel che più mi stranisce è il non sapere se sperare sia o meno la ben nota quiete prima della tempesta.

giovedì 14 febbraio 2013

a cecio

Dodici ore di turno. Tirate, convulse, quasi senza fiato. Imprevisti e bastoni su per il culo; in continuo.
Il cervello lavora a manetta e in continua ricerca di soluzioni ai vari problemi. Preoccupazioni su preoccupazioni, difficoltà su difficoltà.
Alla fine, il passo ciondolante, entri nei vestiti come un serpente che cambia pelle, ci scivoli dentro con grazia famelica. Ingordigia di ristoro. La radio, accesa per speranza banale di rumore che non ti faccia addormentare faccia contro il muro, una voce suadente racconta di un concerto finito in rissa cantante contro motociclisti e poi spara questa:



Sarà l'associazione mentale direttissima ai deliri di Trainspotting, sarà l'incalzare del basso... Ma "Lust for life" è sembrata la canzone perfetta per quel momento. Puro spirito di sopravvivenza nel fluire del respiro: sarebbe bastato un anelito di vento a sbattermi contro il pavimento. Immersione totale. Sono riuscito ad abbottonare la camicia e legare le scarpe. Quindi, sono riuscito a tornare a casa.

martedì 12 febbraio 2013

luoghi dell'anima

Vorrei un Dojo o un basso ove obliarmi un po'.

Capitano a tutti momenti difficili. Immersione totale in flusso di coscienza, autoconoscienza, sostanzialmente critica e revisione. Sbagliare è umano, confrontarsi con l'errore è doveroso quanto fare ammenda. Ancora più importante è cercare di imparare qualcosa e dare così un senso a quell'errore.
Ricordarsi di non dare mai niente per scontato è una pratica molto più dura di quanto non si tenda ad immaginare.

In questi momenti, quando cioé il senso di colpa e di inadeguatezza presentano il conto e la sola cosa che si sa fare prima di reagire è riguardare il film dieci cento mille volte al rallentatore, vorrei qualcosa in cui perdermi. Personalmente sono per le attività prettamente pratiche, manuali, istintuali.
Tralasciamo per un attimo la ragione neuroscientifica di operatività ipotalamica per permettere al telencefalo di rielaborare la memoria e pensiamo in semplice alle istintualità: lasciarmi scivolare, ecco di cosa avrei bisogno. Giù! via! in una corsa a perdi fiato, in una serie di note, in un susseguirsi di calci e pugni, dati, presi, scagliati senza pensare pur di ritrovarsi sfiniti.

Ecco, in quello sfinirmi trovo il tempo di rimuginare, di darmi tempo. Solo il suono del respiro, solo l'ansito dei muscoli, solo il flebile bisbigliare del pensiero, il resto è una stanza tutta mia, nella testa, dove posso fronteggiarmi. Poco importa credo se siano sputi in faccia o pacche sulle spalle, conta trovare il tempo di entrarci in quel luogo. La cosa peggiore del lavorare e del non essere del tutto soli ed indipendenti è che spesso questo tempo non si trova. Male. Si finisce per vagare tra la vita.

Questo forse non è una vera stanza per l'anima, visto che sì, in fondo rielaboro la mia vita, ma no, non riesco davvero a dimenticarmi e sfinirmi scrivendo. Magari è giusto un corridoio, eppure ora sono così contento di percorrerlo.