domenica 24 aprile 2011

schiaffi e carezze

Vecchia d'un anno ed incompleta. Senza riletture o filtri. Manca un conclusione, che nemmeno ora riesco a trovare, credo. Mi pare un pensiero che non è tuttavia mutato nel tempo, quindi lo rendo visibile; ricordando che due individui divengono 1 coppia quando e fin che si tratta di 1 sinergismo.


--- Riascoltando una vecchia canzone dei Guano Apes rifletto su storie che finiscono, sul potere che talvolta ha l'amore di indurre una grave cecità...



Passi come "healing my wounds" ricordano quanto facilmente si vada in sollucchero, di come l'aria soltanto sembri frizzante, quasi elettrica... bere una coca appena stappata di gran carriera: identica eccitazione nel naso che sovrasta il respiro.

Poi vertiginosi picchi in basso, come in "why don't you close the door when you're here with me": ci si immagina perfetti ed armonici, ci si sente incastrati bene e rodati. Un solo istante di lucidità basta a far capire quanto distanti siano piccole cose essenziali. Quando la naturalezza di certi gesti collima nei desideri altrui e quando invece sono proprio le sfumature a renderci distanti. Eppure da innamorati è quasi impossibile accorgersene.

Come fa raccontare ad un suo personaggio Kovalic in una sua striscia: "Quante persone che non si vorrebbero far vedere col vestito o nel luogo sbagliati stanno per anni con la persona sbagliata..." Ecco, l'amore è una cosa meravigliosa, altre volte è una patologia e servono lucidità e risolutezza senza pari per uscirne.
Alcune volte invece ci si fissa su alcuni punti tralasciando le unioni d'anima di fondo.
Tuttavia...

Talvolta ci si vede più perfetti ed ingranati di quanto non si sia.


Per come la vedo, spesso una relazione è una sommatoria di compromessi vicendevoli. L'amore trascende la componente propria della domanda e lascia senza registro di cassa l'offerta. In una ottica di bilancia con piatti da due parti, servono emotività molto simili per andare all'equilibrio.

giovedì 7 aprile 2011

medaglia

Ecco, oggi dovrei festeggiare un traguardo. Almeno questo è quello che mi dice la maggior parte di chi mi circonda, come se ci fosse uno striscione domattina appena varcato il portone con su scritto distanze percorse e mancanti, come una maratona. Probabilmente è un traguardo, giustamente, per chi ha tenuto un buon passo e col suo ritmo è già arrivato là dove si era prefisso.
Io no.
Ho preso percorsi alternativi, ho indugiato, mi sono incaponito, mi sono fermato a contemplare, ho sbagliato. Molte volte ho sbagliato. Se sono ciò che sono lo devo a tutto questo tempo trascorso. MI pento di molto poco. Alcuni persi mi mancano molto, altri sono volti sbiaditi in fretta e a cui penso più che altro con un sospiro di sollievo... Di certo la fortuna di aver potuto perder tempo è anche un cruccio, ora che ovrrei poter contare solo sulle mie spalle per poter decidere ciò che voglio e sogno liberamente, potendomi concentrare su quello che veramente conta per me.
A seguito di tutto questo la domanda è legittima e spontanea, direi:
- ma a me, che di traguardi prefissati da altri e non raggiunti in tempo per tirare le somme ora, di un fottuto compleanno qualunque, giorno indistinto a meno che non sia domenica e giorno come tutti sempre, cosa me ne dovrebbe fregare?

Ve lo dico chiaramente, non ci trovo niente da festeggiare. Giusto l'occasione per brindare e mangiare un dolce, che da bravo ciccione è gradevole. Festeggi chi ha traguardi raggiunti su cui riflettere o di cui bearsi. Io sto bene nella mia solita penombra a progettare una rinascita.


IL titolo: è semplicemente legato alla contrapposizione da socialnetwork. Questa da sempre, anche se ora meno, è l'ala cupa di corvaccio, la vibrissa sporca di morchia del gatto randagio, l'antro che solo alcuni conoscono della mia anima. Il resto è facciata da tutti i giorni e buoni pensieri. Una delle canzoni che davvero avrei voluto mettere è già stata qui e la rimetto perché abbastanza idonea