domenica 1 febbraio 2009

Radici

Da giorni vagano nella mia mente parole e tematiche. Ci sono davvero molte cose che mi frullano in mente! Però non ho mai l'ispirazione giusta né il tempo per cercarla. Ho dovuto riflettere su alcune dinamiche di coppia che fin'ora non avevo mai calcolato vivendo gli affetti in un solo modo... ho avuto da riflettere per la morte di Mino Reitano, per la tipologia di persona che rappresentava in un ambiente che così poco immagino accogliente con persone come lui lasciava trasparire di essere... ho riflettuto su dove sono e dove invece vorrei fortissimamente essere... ho riletto e sognato di approfondire alcuni aspetti della solitudine...

Di tutti questi pensieri nessuno ha fruttato una serie abbastanza logica di parole da poter venir raccontata qui.



Dopo tutta la lista della spesa veniamo al tema.

Da sempre ho creduto nel concetto cardine del "ricorda i posti e le storie a cui appartieni". In teoria quindi dovrei scrivere di altri tempi e luoghi che non quelli che seguono.
Ma queste canzoni le ho sentite da quando ero piccolo, perché propri delle persone che mi hanno allevato e circondato mentre crescevo.
Non solo: oggi grazie ai soliti filmati della Colò ero di nuovo a fantasticare di altrove bellissimi (per me) dove scappare, dove andare a tirare un sospiro di vita lontana per perdersi un attimo in tutto quello che sto trascurando del mio spirito pur di andarmene.

Con lo spirito di cittadino del mondo, con la voglia di tenere con me quello che mi ha formato, quello che mi bisbiglia ricordi felici, con un po' di critica alla comicità moderna, anche... presento a voi tutti un po' di radici.


vi consiglio un volume abbastanza consistente, perché l'audio mi è parso bassino...

Quello che vi propongo oggi è una piccola parte di una Milano d'altri tempi (storici e comici) davvero florida. Tempi in cui era una fucina di talenti autentici, capaci nel tempo di rinnovarsi con caparbietà.
I gufi hanno accompagnato serate accanto a un fuoco tra castagne e risate (alcool per gli adulti), dopocena in un salotto sopraelevato carico di calore umano... ricordi... Ricordi anche di una Milano più recente, ricolma di sguardi sorrisi birra e fumetti! Impreziosita da palloncini potenti, contratti commerciali sagaci e impertinenti (ma quel cappello vale!!!) e da un cantare alticci per le strade le canzoni di quella città.

Milano: la città che ho sempre temuto più di tutte.
Milano: la città che mi ha regalato l'onore di conoscere alcune sue correnti peculiari e taciute che le conferiscono un certo fascino; un che di amabile e vivibile.



perché in ogni luogo lasciamo una traccia, seppur minima, di noi; perché ogni luogo lascia una traccia, seppur minima, in noi.



(parentesi critica)
Attualmente in chiave comica. Sia perché di schegge di me sofferente e tetro ne avete avute già, sia perché oggigiorno di risate simili ne riesco a fare davvero poche.
Ormai il "tormentone" è il solo canone comico conosciuto, personaggi ripetitivi e reiterati fino alla combustione totale per intollerabilità al pubblico; comici dalla carriera lampo (sia in ascesa che scomparsa) che ormai non posso più trovare divertenti.

Fino a una decina d'anni fa Zelig era ancora un programma di comici variegati: stili e origini diverse in un calderone scoppiettante. I Gialappi furoreggiavano sfruttando alcuni tormentoni, però ben rinnovati, e situazioni contestuali della settimana da deridere.
Ancora ridevo...
Ormai Zelig propone una comicità davvero originale e godibile solo per caso. I Gialappi credo paghino perché si continui a proporre grandifratelli sempre più pantomimici così da fornire loro materiale umano utilissimo; ormai solo su quello o su tormentoni necessari più che geniali fondano i loro programmi.

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