non so se ho ancora usato queste note e queste parole, spero di no.
Questa canzone è di Colin Hay. Dal primo ascolto ne ho adorato il testo.
E' un inno alle piccole sfumature di ogni giorno.
Talvolta mi fermo a pensare, incredibile lo so, e mi rendo conto che non sempre riesco ad apprezzare tutto quello che mi scorre sotto i piedi e davanti agli occhi. Il mondo ci porta spesse volte a trascurarne gli attimi, frammenti di vissuto che meriterebbero più attenzione. Bene, certe volte le sue parole irrompono nella mia mente come acqua che trabocca da un recipiente e mi ricordo; mi ricordo di dover assaporare almeno per un istante la mia vita, la mia fortuna, i miei istanti. Anche brutti, perché no. Persino le avversità sono vita così come le lacrime o le malinconie sono parte dell'essere di ciascun individuo.
Un colore, uno sguardo, un refolo di vento, un sorriso, un frullo d'ali da un balcone o addirittura la sensazione sulle mani della corteccia di un albero... sedersi a terra anziché su una sedia.
Una semplice parte di una nostra cellula come il ribosoma è in grado di espletare funzioni quaternarie vitali in molto meno tempo in cui un moderno processore per computer svolge funzioni binarie... siamo in grado di conservare ricordi per anche cento anni di vita nello spazio di una scatola cranica... possiamo salvare una vita.
Il mondo è talmente vasto di potenzialità e meraviglie che fin troppe volte ci scordiamo di goderne.
Ecco, questa canzone è il mio promemoria e il mondo credo sia una cosa bellissima a saperlo guardare (mentre la vita rimane una beffa e l'homo sapiens sapiens un animale indegno, ma questa è un'altra storia).
giovedì 24 giugno 2010
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1 commento:
Oggi la ascoltavo al lavorro! tutto più semplice! come dici nel post e so che puoi immaginare anceh cosa mi passasse in mente!
grazie
smaks
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