venerdì 15 ottobre 2010

passo dopo passo

E' passato così tanto tempo da che ho usato in questo modo la tastiera che quasi mi sembra di non saper più digitare.
Qualche sera fa ho provato a riprendere penna a inchiostro fluido e oscuro e carta ben avida di grafemi per sentire una volta ancora la sensazione di quando scrivevo melodia sotto la luce di solo una candela in una stanza dai soffitti abbastanza alti e compassati da esser fredda.
Ancora la carta emette calore al tatto. Il palmo appena sfregato bastevole a percepir tepore, come se la notte potesse scaldare e far fluire vita attraverso quell'albero trasformato. Ingloriosa la penna invece, non più scorrevole come un tempo. Forse era la mano...

Rimane assodato un fatto: per scrivere necessito di ispirazione, avvenimenti e tempo in mezzo per rifiltrarli ed infine tempo per dedicarmi a scrivere, o leggere mail, o studiare qualcosa per diletto, o anche solo fantasticare.

Come detto mesi addietro il blog è in pausa coatta. Non che non voglia o che non abbia vissuti da raccontare ma sono ancora in me in attesa di dare risposte o insegnamenti. Nel frattempo vivo. Appena magari, ché il susseguirsi di impegni ed eventi mi strappa anche dalla mente telefonate importanti da fare o auguri...
Rasento l'alienazione. Una mente mononeuronale e distratta come la mia non è d'aiuto, per giunta.





Fin qui però semplicemente niente di nuovo penserà chi sta leggendo. Invece no, banale colpo di scena. Nel "vivo" sono incluse tante cose che pian piano si fan largo nella mia vita. Cose intuibili forse da quel post sul mosaico; non so.
Sembra semplicemente che anche io, alla soglia della fine dei venti, cominci a trovare la determinazione che fino ad ora era sempre mancata. Non credo mi rivelerò mai l'uomo determinato e tenace che mi immaginavo da giovane, quello capace di tener testa a mille impegni simultanei, quello che con un sorriso risolve problemi. Ma sento che almeno sono su un sentiero del genere.


Negli ultimi mesi mi sono sentito inadatto almeno una volta al giorno e molte più volte mi son trovato a chiedermi come avessi potuto sprecare così tanto tempo senza nemmeno percepirlo sfuggir via. Mi piace rispondermi che l'ho investito nell'attesa di questi giorni, del momento in cui non avrei avuto remore ad abbandonare alcune facezie per crescere assumendo le responsabilità che questo comporta. Mi sento spesso inadatto, limitato... e al contempo gratificato. Ogni giorno mi si presenta occasione per fare errori ma anche di porvi rimedio, di affinarmi, di riparare ad altri che furono.
Non mi sono mai sentito soddisfatto di me ed è per me strano trovarmi adesso con un angolo di bocca increspato in su come a pensare che forse davvero quando è troppo che si indugia per farsi una nuotata basta lasciarsi cadere in acqua e abbandonarsi alla corrente per scoprirsi a inanellar bracciate.

Non è che l'inizio di una impervia passeggiata, ma è bello tornare a sentire il mio peso nelle gambe.

A presto con aggiornamenti su questa interessante escursione ;-)

1 commento:

elisa ha detto...

Bello aver aspettato per leggere un post così! :-D