mercoledì 1 dicembre 2010

Spiazzato.

Nei giorni scorsi ci hanno lasciato vari personaggi più o meno noti: Irvin Kershner, regista del secondo film di Guerre Stellari "L'impero colpisce ancora", Leslie Nielsen, attore comico americano che aveva recitato "dracula morto e contento", "una pallottola spuntata", e Mario Monicelli.

Se mi ha stranito la scomparsa del protagonista di molti film demenziali americani da me visti in età pre adolescenziale, la scomparsa di Monicelli mi ha fatto proprio male. E' stato un Genio della commedia, custode di un senso del ritmo, del tempo comico, del saper far ridere a lungo, senza stancarsi. Non credo sia un caso se ancora in molti rispondono con un fischio e un "Bum!" al grido "Branca! Branca! Branca! Leon! Leon! Leon!", così come non penso sia accidentale che la Supercazzola abbia contagiato almeno tre generazioni.

Mi ha fatto male che sia venuto meno un decano talmente lucido da aver detto pochi mesi fa "ci vorrebbe la rivoluzione... ma gli italiani non sono un popolo capace di fare una rivoluzione" (sintesi di quanto detto, cercate su youtube se volete sentire cosa essattamente ha detto) con una tale lucidità, con una disamina talmente onesta da far cadere le braccia.
Ecco, se ne è andato un Grande. Un Grande vero, uno degli ultimi.


In tutto questo la sola cosa che mi fa ancora sorridere con serenità è come Monicelli se ne sia voluto andare. Malato di un male incurabile si è suicidato. Manifestando il suo senso di libertà, di non conformismo, di pieno possesso della sua vita. Dopo vari trascorsi sono arrivato a ritenere il suicidio una via di fuga troppo semplice. Ma dopo una vita trascorsa appieno non è una fuga, è un'uscita in grande stile... è buttarlo in quel posto al bieco mietitore e alla naturale fine delle cose.

In un paese dove non è ammesso porre fine a delle sofferenze risparmiando degrado fisico e mentale, lui ha trovato la sua soluzione non concedendo a nessun altro di scegliere al posto suo. E' rimasto libero fino alla fine, come tutti vorrebbero e pochissimi osano.

Applauso senza fine; sipario.

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