sabato 23 febbraio 2013

silenzio stampa

In Italia domani sarà tempo di elezioni.

Il clima che si respira è pesantissimo. Negli anni la sfiducia nei governi è cresciuta esponenzialmente così come i capi d'accusa che via via saltavano fuori. Ogni giorno è cresciuta sempre più la certezza che i soli a salvarsi rerano e sarebbero stati comunque e solamente i legislatori stessi.

Ovunque è malcontento. La Grecia al di là del mare è stata messa in ginocchio da giochi di potere talmente grandi da aver reso le persone, gli individui, un banale "danno collaterale". Nelle alte sfere del potere è come una guerra: i civili sono perdite a margine.

Le facce che domani troveremo sono sempre le stesse, le medesime che avevano innescato un video simile  

e che ancora con gli stessi teatrini tentano di arruffianarsi il Paese e garantirsi un posto caldo per le natiche.

Poi ci sono i tentativi di cambiamento alcuni puzzano di maschera stantia, altri di voglia di fare zero e scoramento precoce...
eppoi c'é Grillo. Anni di spettacoli mirati solo a andare "contro". Rottura, pura e semplice. Odore di nuovo; forse. C'è chi li teme perché potrebbero non sapere poi davvero fare nulla trovandosi a governare; c'è chi ancor a maggior ragione teme che dietro l'esaltazione popolare e la irragionevolezza dei riguardi di chi pensa diversamente si nasconda il pericolo di governi estremisti.

Io sostanzialmente ho la nausea quando penso alla soluzione che continuo a non vedere, al buon senso che non riesco più a trovare nemmeno dal giornalaio od in fila al supermercato. Qui c'è solo rabbia non incanalata. L'aria di rinnovamento si respira, perché no, ma quando gira il vento non puoi sapere se sarà zefiro o uragano.

E l'alternativa? L'alternativa sarebbe questa già che "di là" ci sono le solite facce, gli stessi volti, lo stesso vecchiume che i pochi nuovi e giovani che avanzavano li ha fatti finire appunto tra gli avanzi, nel cestino senza tanti complimenti.


Dopo un mese di tartassamenti politici, di torture auricolari, di teatrini scadenti, fino alla puttanata più estrema pur di accaparrarsi un voto, oggi e fino a lunedì sarà silenzio. Attimi preziosi per alleviare il bruciore di questa orchite popolare.

Quel che più mi stranisce è il non sapere se sperare sia o meno la ben nota quiete prima della tempesta.

2 commenti:

ni ha detto...

In tutto questo io mi continuo a porre verso questa situazione considerandola una situazione di puro "azzardo"; se preferito l'anglosassone "gambling" accomodatevi, per me non cambia nulla.
Il solo possibile "nuovo" ha molti misteri ed offre numerose perplessità, ma non essendoci altre consistenti novità che siano slegate dai soliti due schieramenti centristi non resta scelta che non sia drastica.
Sono poche le occasioni per tentare di cambiare. Rischiare dunque il nuovo o rischiare il vecchio? Rischiare la certezza di una insoddisfazione media o rischiare il tutto per tutto buttandosi in qualcosa che potrebbe essere il bene o il peggior male di tutti?

In medicina di solito se manca una cura definitiva e certa si opta sempre per "il miglior compromesso"... eppure le scelte drastiche, le chirurgie aggressive talvolta sono comunque opzionate in un rischio definito "salvavita, aut-aut".

Mi domando costantemente quale sia la situazione di questo periodo storico.

Fold o all-in?

Anonimo ha detto...

La vita, in tutte le sue manifestazioni, è ALL IN.