martedì 27 gennaio 2009

Fattori

Facezie!

Questo mese è ricominciato un programma di quelli che sono portato, per istinto, a snobbare. X-factor! Ecco, ho un pochino rivalutato il programma del due.
Sia chiaro, Facchinetti a presentare e gli slogna massificanti mi atterriscono, la canzone che è seguita alla passata edizione e che spopola da mesi nelle hits (che termine young!) "novembre" mi innesca l'orticaria; eppure se si toglono le "puttanate macroscopiche" il livello qualitativo canoro del programma è decisamente gradevole. Sentire arrangiamenti particolari di alcune canzoni attira l'attenzione e molti cantanti sanno come usare la voce.

I siparietti dei giudici sembrano talvolta macchiettistici, ma Morgan dà quel tocco dandy (sebbene un po' forzato) che nell'iperbole fa trovare maggior giustificazione di tanti altri siparietti televisivi.

Insomma, ho riconsiderato X-factor. Tanto che ogni tanto una sbirciatina per sentire le canzoni la butto.


Controprova di quanto detto è una reinterpretazione con cui è stata vinta l'edizione inglese del programma.
Alexandra Burke si è confrontata con Hallelujah.

Eccovi il risultato, giudicate un po' voi se non è una versione più che ascoltabile!
(linko il video della performance live: tutti i video esistenti, compreso quello ufficiale, sono collage di foto della trasmissione. Dolore x dolore, almeno in presa diretta!)

sabato 24 gennaio 2009

Resta

Fasi. Passate, in fieri... recenti o lontane.
Talvolta si comprende il proprio comportamento solo col tempo, quando l'inconscio ha già dato origine a scelte e decisioni intraprese.
Non ero mai stato senza sport negli ultimi anni. Da quando sono nato penso. Più di cinque lustri in movimento, con picchi notevoli anche.
Quest'ultimo è stato una novità: 366 giorni (e rotti) fermo, all'ingrasso, al non far moto...

Ora, dopo aver avuto tempo di riflettere , mi trovo ad aver riflettuto e, forse, compreso qualcosa di me.
E' stato un anno in cui sono “rimasto”, rispetto ad anni, come il precedente, in cui mi ero mosso tantissimo.
Il non sovraffolarmi di movimento è stato, col senno di poi, una volontà di rallentare per starmi a sentire. Ho capito che tutto quell'impegnarsi il giorno era solo per non stare a sentire urla, problemi, riflessioni. Tanto movimento per non confrontarsi col proprio grillo parlante interiore.

Quest'ultimo anno invece mi sono preso il lusso di rallentare, alzare la testa e confrontarmi un pochino con i cambiamenti intrapresi in questi anni. Chi ero, chi sono, cosa volevo essere e quanto lontano sono dal mio immaginario; quante cose in meglio, quante in peggio...

Epoca di bilanci insomma!!!

Così e così solamente sono arrivato a capire cose da cui altrimenti sarei continuato a scappare. Solo in questo modo ho fronteggiato e fronteggio fallimenti e ferite troppo facilmente allontanati come risolti. Tempo di cambiamenti, tempo di decisioni drastiche. Forse sciocche, forse inizialmente controproducenti, ma necessarie.

Ho lasciato una serie di sogni e determinazioni sulla soglia di un cambiamento importante.
Voglio assolutamente tornare a prenderli. Assieme a quella parte più umile e socievole che ormai fa parte di me solo in barlumi di felicità.



Oggi sulla lista della spesa ho scritto “essere felice”. Forse avrei più semplicemente, e saggiamente, dovuto aggiungere “TE STESSO”.

mercoledì 21 gennaio 2009

nearly Xmas

- tornare agli esordi -


Spesso le esperienze sono connesse a sensazioni estemporanee. Queste, a loro volta, sono legate alle contingenze della vita.

Lo stato d'animo in cui ci si trova incide sul vissuto.



Questo è genericamente vero, ma con delle eccezioni.

Capita infatti che delle impressioni, dei disagi, dei "percepiti" trovino riscontro ogni volta.

Ripercorrere vie già vagate e trovare gli stessi ostacoli d'un tempo permette di capire alcune, tante, cose. Ad esempio la propria immaturità... quell'incapacità di ascoltare ad ampio spettro. Oppure la propria sensibilità... quella capacità di sentire il non detto.





Talvolta sono le piccole cose a rendere memorabili o traumattizanti le cose; basta a volte una sfumatura.

Tornando inomma su quel sentiero e rivedere le fatiche e i sogni e i dolori, quasi vedersi letteralmente e tangibilmente in gesti e riti e fantasie e incomprensioni è sempre un colpo. Fa male. Fa bene. Capire che non si è poi meno rookie di un tempo affligge, ma sentirsi sufficientemente al punto di capirne gli errori e rivalutare il tutto con occhio più analitico di un tempo gratifica.



Ogni tanto fa bene rivedersi da zero e fare il punto, cercare di darsi un perché di noi stessi...

domenica 11 gennaio 2009

Doverosamente, sebbene trovi vergognoso che solo ora, dopo dieci anni di silenzio quasi plenario, i media cerchino di lavarsi le coscienze con una commemorazione da assoluzione di comitiva.
Bello il servizio di Minoli sul tre a "La storia siamo noi", aveva una marcia in più e una sensibilità affine.



molto sentitamente




Summa de "storia di un impiegato"

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sabato 10 gennaio 2009

hic haec hoc?

No, Hack.

Perché pochissime voci si sono levate indignate di fronte al trattamento riservato ad uno dei più grandi "cervelli" (visto che così si chiamano oggigiorno in questo paese) italici.

La RAI che tappa la bocca alla Professoressa Hack mentre parla pubblicamente dell'attuale, pessimo, governo.

Preferisco le immagini si descrivano autonomamente, resta tuttavia lo sdegno, lo schifo per la vigliaccheria degli occupati cadreghe (amici milanesi, correggetemi voi!) che svicolano il problema: troppo coprofili per lasciar parlare contro, troppo vili per prendere di petto la situazione.

Non si salva nemmeno chi ride in sottofondo (comprensibile lo sbotto rendendosi conto dell'inattesa bomba appena tirata) che invece avrebbe potuto esprimersi meglio. Non pretendo l'applauso, ma neanche una risata soffocata.





Aggiungasi poi la falsità con cui Fazio ha condotto in serata parte dell'intervista a "che tempo che fa": imperniato nel suo solito ruolo, di fronte ai massimi esperti di massimi sistemi, di ignorante che non potrà mai capire. Ma proprio mai, rigido e irremovibile a prescindere da tutto.

Voglio dire: ti viene spiegata l'espansione dell'universo tramite la metafora della torta che lievita (o del panettone, se preferite, dove le galassie sono i canditi e la pasta lo spazio), comprensibile anche da un ratto di laboratorio, e tu, Fazio, te ne esci con un sorrisetto tra l'ottuso ed il beffardo e dici "scusi se rido, ma tanto non capisco" ?!?!????????
Ma che diamine!

Sono schifato non dalla non comprensione (comprensibile ^__^ in generale) ma dalla volontà di non ascoltare nemmeno. Riminiscenza di quella pessima abitudine di alcune persone di smettere di ascoltare una spiegazione già pronte ferme e decise a fare una battuta stolta.
Avere un genio a disposizione per spiegarti la materia come a un bambino portato per mano a spasso per le galassie e uscirsene son un "tanto non capisco" da furbetto è sprecare un'occasione impareggiabile.
Gran mostra del fare informazione in Italia. La trasmissione in questione sarebbe anche giudicata come "leggera ma di un certo livello intellettuale".

Figuriamoci il resto!!!

No, anzi, non serve. C'è De Filippi e affini.





Fortuna gente che non sono di così gran cervello, sennò avete idea della pazzesca fuga che avrei dovuto escogitare??????