venerdì 23 aprile 2010

breve ritorno alle origini

In questo periodo viaggio un po' come una trottola.
La testa è molto disorientata. Male.
Però nel disorientamento la mente recepisce e ritrova un gusto che nell'ultima decade si era un perso: il piacere del viaggio.

Non della meta, dell'iter vero e proprio. Attendere un treno, un taxi... salire un po' trafelati e tirare un sospiro enorme levandosi la giacca o il maglione mentre ci si siede.
Da lì è un alternarsi di musica nelle orecchie, ritmici saltelli sui binari e panorami bellissimi.
Un finestrino in viaggio è un portale su infinite frontiere, vere o fantasiose.
Si vedono campi, foreste, palazzi, castelli, astronavi, nuvole, sogni. Basta star seduti a godersi la mutevolezza che ci corre davanti.

Così come gli arrivi. Persone d'ogni tipo su cui immaginare storie, trascorsi e mete. A volte tuffarsi nella variegata vastità del mondo è un vero toccasana.


Buon viaggio a chiunque abbia occasione di farsi trasportare nel mondo!

4 commenti:

elisa ha detto...

"L'unico vero senso di un treno è che l'uomo ci sale sopra e vede il mondo come non l'ha mai visto prima, e ne vede così tanto, in un volta sola, come non ne ha mai visto in mille viaggi in carrozza"
Baricco

ni ha detto...

perfettamente questo il senso, peccato lui lo dica perfettamente meglio!

elisa ha detto...

Ti manca solo la sintesi! ;-P

Guerriero della Luce ha detto...

e chi, meglio di me, può capirti?