martedì 23 agosto 2011

sfogo inevitabile

Non avrei voluto scrivere quel che sto per scrivere, davvero, ma il fremito lungo la schiena che mi pervade è irrefrenabile. Non ho qualcun cui telefonare al volo per sfogare questo senso tra lo schifo e l'indignazione. Lo faccio qui.

Gira voce da tempo che aziende e affini spiino i social network e internet in genere per valutare le persone da assumere, finendo col mescolare gli aspetti privati della vita con quelli lavorativi. Competenze che non sempre, anzi quasi mai, dovrebbero venire a toccarsi.

In fondo cosa uno faccia al di fuori del lavoro sono fatti privati e non dovrebbero andare a minare la valutazione di una professionalità che, a discapito delle eventuali nefandezze private, potrebbe essere irreprensibile.
Tuttavia devo ammettere di avere dei limiti e non averne altri. Così se mi ritrovo a capitare sulla pagina di un vecchio amico per degli auguri di genetliaco scoprendo che riceve "camerateschi auguri" e festeggiamenti a "duce" e "camicia nera" rimango non poco perplesso.
Perplesso della sconvenienza, visto quanto detto sopra, ma anche perplesso di come possa ancora usare un saluto e una complicità che oltre che potenzialmente pericolosi, visto come il tema viene inteso spesse volte qui in Italia, risultano anche un poco anacronistici e fuori luogo. Perché inneggiare a qualche fede per augurare buon compleanno? Fosse anche una squadra di calcio o una divinità delle tante tra gli uomini domando: che c'entra?
e non trovo risposta plausibile!!!

Peraltro mi trovo stupito di me stesso di pensare che allora forse non ha torto chi valuta preventivamente sul web. Non avrei problemi con persone dalla sessualità variegata od aperta, ma penso ne avrei con estremisti di qualsivoglia religione, così come di invasati generici o specifici. Se dovessi assumere, penso vorrei avere al mio fianco persone aperte al dialogo e disposte a mediare e quasi certamente partirei prevenuto verso certi estremi di vita e filosofia. Contestualmente eseguirei a mia volta una scrematura basata sul non dialogo e la chiusura mentale, cadendo in contraddizione.
Che fare dunque? è giusto abbandonarsi al preconcetto così da scremare abbandonando l'imparzialità, ma andando a ricercare persone più affini a certi approcci ideologici? Sarebbe invece più equo trascurare questi dettagli e concentrarsi sulla professionalità e basta?

So solo che certi discorsi li aborro a sufficienza da non volermici trovare e so anche che certe esternazioni mi provocano orripilazione del pelo sistematicamente. Il mondo mi diventa sempre più incomprensibile. Una delle poche cose che capisco è che mi diventa sempre meno gradito trovarmi di fronte a situazioni simili e soprattutto a dover cercare anche solo per un attimo di capire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mettiti nei panni di un azienda ceh deve assumere una persona o fare uno screening in maniera tale da poter scremare i candidati, si fanno un'idea dell'idoneità della persona un po' più ceh in apparenza. alla fine è un metodo come un altro e se vuoi è un po'come "togliti i piercing prima di andar a fare un colloquio"o " a seconda del posto se hai tatuaggi indossa una camicia". E' sempre meglio evitare di esporsi in certi modi (sulweb secondo me).
elisa

ni ha detto...

Alla fin fine in effetti mi trovi concorde. Ma Il lato più libero vorrebbe una valutazione prettamente professionale. Tuttavia è vero che se una volta assunta la persona in questione venissero fuori certi slogan o atteggiamenti rimpiangerei l'aver assunto...
MAH?!?