venerdì 4 maggio 2012
inezie
Comincio a prendere coscienza di alcuni dati di fatto. Sono abbastanza affascinato da ciò che canta e decanta le piccole ovvietà della vita. Mi piacciono le canzoni che sappiano raccontare le piccole cose.
Come questa dei Negrita: "lontani dal mondo". Chi nella sua vita non si è trovato a far nottata tra parole che scivolano via leggere fino alla nullificazione del tempo? Sembra una frazione brevissima ed il solo riferimento è il sopravvento della stanchezza che rende un po' più sconclusionati i discorsi... invece schiarisce il tetto di stelle a tinte più aspre del tramonto sulla testa.
La canzone in questione racconta un frangente attraversato da molti, pensieri che tutti abbiamo avuto. Eppure nella sua banalità non riesco a non trovare gradevole tutto questo. Cosa strana visto che dopo il terzo libro di F. Volo letto l'ira ha prevalso conducendomi ad una privata campagna contro il qualunquismo di cui sono pervasi i suoi scritti.
Mi chiedo cosa sia a far pendere l'ago della bilancia ora al pro, ora al contro.
Magari è il fine.
Sì, perché la percezione talvolta è diversa: cantare il quotidiano, le minute peculiarità che a volte la frenesia della vita contemporanea ci rene inosservate, è un atto di dedizione; si inspira calma, si cerca, si filtra... e a saper ben elaborare il tutto ne nasce un'ode piccina. Si può arrivare ad amare anche per un istante quella piccola banalità. Al contrario invece raccontare una cosa qualunque ornandola di orpelli come fosse una verità accessibile a pochi, elevandosi così a ruolo di seminatore di coscienze o sciamano delle verità quotidiane, insomma fare il figo intellettuale spacciando per recettività e sapienza un po' di ovvietà è una cosa diversa. Non c'è amore se non per se stessi.
Amo i canti alle piccole cose perché io per primo cerco di scorgerle ed amarle, odio di conseguenza chi canta se stesso per mezzo di esse. Tutto questo, credo, forse.
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2 commenti:
le canzoni durano al max 3-4 min, le ascolti in macchina o le usi come sottofondo per far eltro per cui quando becchi quelle che ti "scaldano" o ti fanno riaffiorare ricordi godi di quel frameento di gioia! un libro è diverso, da un libro pretendi di più di smeplici banalità in 150 pag!
:-*
e.
Da alcuni nodi in gola si comprende quando qualcosa è nostro, ancor più di come lo era dell' artista che gli diede vita. Come un bimbo che è della mamma perchè è dalla mamma, ma quando cresce e ci innamoriamo e veniamo amati da quell' uomo egli appartiene a noi più di quanto appartenne a chi gli diede vita.
Ciò vale per la musica, per i libri, per l'arte.
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