sabato 29 dicembre 2007

Me and Decameron

Se la notte porta consiglio, la ratML ne porta anche di più!! ecco come vedo l'accaduto squallido e bieco e infame. RIDATEME LUTTAZZI!!!!!


Di Decameron purtroppo ho visto ben poco, per intero solo la puntata
sull'Iraq.
L'ho adorata!

Però nono ho riso gran che. Mi sta bene così. Non ho mai pensato al
Luttazzi contemporaneo come uno che fa ridere, come un polisemico del
"detto fra le righe" così che le menti acute colgano e gli altri no.
Il Luttazzi ultimo più che far ridere cerca di sbranare; è un fusto
d'acido che ti vien rovesciato sui piedi mentre sei in poltrona. Si
ride poco, soprattutto perchè le battute sono lampanti verità, pugni
nello stomaco. Inoltre per rendere il tutto ancora più forte e
sgradevole ( in effetti mi sembra sempre che ci sia una volontà di far
stridere perennemente i monologhi, così che facciano accapponare la
pelle) il linguaggio si fa crudo, volgare. Ricercatamente volgare: non
si tratta solo di parlare di temi talvolta anche grevi con giri di
parole, bensì si ricerca la più pesante delle espressioni in quell'ambito.

Insomma, a me Luttazzi piace proprio perchè particella impazzita che
spande liquami ovunque, come una trottola che vortica in un
raccogliletame. Mi piace poichè è voluto sia così; perchè è al
contrario delle battute in punta di fioretto: anzichè sfrondare il
comune per cercar l'alta e tagliente verità tra ricami aulici, si deve
spalare guano per giungere alla potente realtà che Daniele ci mette
di fronte.

Non è per tutti; certamente.

Non è divertente, specie in senso classico; indubbiamente.


Però a me piaceva e piace molto (tutto quanto detto, IMHO).
La censura poi, inutile parlarne: Odio e schifo. E han cancellato
dalla puntata sulla chiesa...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Riporto quanto scritto altrove.

Luttazzi mi è sempre
piaciuto un sacco; Decameron mi ha intristito, come mi intristisce la rabbia
cieca delle persone, come mi intristisce chi vuol farsi giustizia da solo
con violenza e come mi intristisce il livore in generale.

Daniele Luttazzi aveva molti sassi nelle scarpe ed ha voluto toglierseli. E
basta. Primo errore, che lo ha spinto a scendere su livelli bassi, molto più
bassi dei suoi standard.

Luttazzi era una "furia cieca", vendicatore mascherato. Secondo errore, che
lo ha portato al suo terzo.

Come dicevano i formalisti russi, l'arte sta nell'artificio. Più una cosa è
"complicata", nel senso che non è immediata, ma è da decifrare, il suo
significato è polisemico, cioè ha più di un senso, e maggiore sarà il
piacere estetico che ne deriva. Ovviamente quasto non è un dogma di fede, ma
soltanto un'indicazione. Validissima secondo me, se inserita in un contesto.
E' ovvio che in un'opera, come potrebbe essere un monologo, non tutto può
essere "complicato" e polisemico, altrimenti il pezzo non avrebbe tiro,
sarebbe magari inaccessibile. Come in tutti i buoni concerti rock, il
segreto è "salire per poi scendere, poi risalire di nuovo", cioè alternare i
registri, i momenti comici a quelli narrativi, la metafora alla lettera, il
momento di scarto a quello della norma. Luttazzi ha invece voluto fare una
comicità costante mente cruda, non parlare mai per figure, dire sempre "le
cose come stanno". Il che non è un male in sè, ma lo diventa se vuoi fare
ridere e ridere di gusto. Leo, da geniale autore qual è, ha riassunto il
concetto in "ti faceva annusare la cacca, non te la tirava addosso".
Slovskij splendidamente sintetizzato.