lunedì 28 aprile 2008

Kurasa No Namida

Benedicendo Santa Robbè (T.V.B. zucchina zuccherina bollitina!!!) o, volendo essere puntigliosi, La Cuggi della suddetta santa, mesi or sono mi feci tradurre per un nickname una mini frase, un concetto, in giapponese.

La traduzione in italiano è su per giù la seguente:
kurasa no namida = lacrime delle tenebre

e lacrime delle tenebre diviene per me lacrime di tenebra.

Da tempo immemore, forse da quando un albo Bonelli intitolato Brendon mise qualcosa di simile come titolo di un episodio, trovai affascinante quest'immagine.

Più che lacrime rosso sangue trovo da sempre più adatte a me, a quel non so che di buio che sento addosso certi giorni, a quella sorta di ali difensive tetre di cui parlai tempo addietro, trovo insomma più consone delle lacrime oscure.
Nero denso, consistente, che sgorghi lento dagli occhi, quasi solido: non proprio fango, non del tutto pece.
Sicuramente diverso dal sensualissimo rimmel che cola da un viso sotto una notte piovosa.
Qualcosa di ben diverso. Un traboccare buio dagli occhi.
Quando il vortice nero si gonfia a dismisura, tanto da sembrar tracimare in ogni anfratto di te che ancora credevi assolato e stabile, quando senti d'esser sul punto di divenire tu stesso buio oltre la sola essenza, quando ormai sei buio, allora iniziano a sgorgare lacrime tetre come la notte più buia. Lacrime d'oscurità senza luna, impenetrabile.
Gocce di quel cupo interiore.
Piume di quelle ali corvacee.
Per questo è comparsa l'etichetta kurasa no namida, per identificare quei granelli di deserto nero che compongono i miei tanto cari bui.
Così nei momenti di depressione saprò come recuperarli facilmente ^__^

2 commenti:

Anonimo ha detto...

così ho evitato di chiederti che significava il nick. benebenebene.

Pucci ha detto...

bello zucchino cetriolino fagiolino