sabato 1 agosto 2009

through the pouring rain

ci sono periodi in cui si riesce ad ascoltare meno. La mente rimbomba di pensieri, di eventi, di obiettivi. Talvolta sono impegni, tal'altra solo fantasie o ragionamenti intrappolati nel cranio.

Quante volte mi sono sentito estraneo tra la gente. Immerso in una piazza affollata oppure lavorando a contatto con altri. Crescono le corazze a volte. Tutto per il timore di essere leggibili. Altre volte invece si vorrebbe solo trovare qualcuno capaci di leggerci mentre invece rimaniamo inintellegibili.

Che cosa stia scrivendo, dopo giorni e giorni di distanza dalla tastiera non lo so nemmeno io davvero.

Da tempo però ho queste parole in testa, quella melodia nelle orecchie...


Everybody's talking at me
I don't hear a word they're saying
Only the echoes of my mind

People stopping staring
I can't see their faces
Only the shadows of their eyes

I'm going where the sun keeps shining
Thru' the pouring rain
Going where the weather suits my clothes
Backing off of the North East wind
Sailing on summer breeze
And skipping over the ocean like a stone





Da che sono stato capace di capire questa canzone l'ho trovata abbastanza disarmante e solitaria.
Da passeggio. Piedi che si rincorrono in passi, cadute ogni volta fermate dall'avanzare in tempo della gamba. Camminare tra le strade come in un labirinto, come in un deserto. Vagare verso un sole che splenda tra la pioggia che stilla diventa un cercare la pentola d'oro ai piedi dell'arcobaleno.
Mi chiedo se sia bisogno di reimparare ad ascoltare o se sia necessità di legami. Magari invece è solo mancanza di autostima.
Mentre mi chiedo tutto questo la fantasia intuisce che sia semplice ricerca di un sorriso oltre le lacrime. Quel sole tanto intenso a cui scaldarsi non è altro che noi stessi. Solo che non ce ne accorgiamo quasi mai.

Cerco di vagare verso me stesso attraverso il mondo. Spero frattanto di incappare in qualche specchio e trovare accenni di bagliore.

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