sabato 17 settembre 2011

pioggia sul volto

Già una volta ho scritto di momenti toccanti durante i tirocini. Come per quel San Bernardo ed il bambino.

Ho rivisto entrambi recentemente: il cane tosato e magro per una malattia, con appena la metà della sua imponenza, il bimbo in piedi e riccioluto sul cenere con negli già un accenno della corruzione adulta, niente più incanto indiscriminato. Peccato.

Ciò di cui voglio invece parlare è antipodico rispetto a quell'evento. Vengo chiamato fuori per parlare, in disparte tra le automobili parcheggiate con faccia seria e torva. Non avevo idea di quale sfuriata incombesse, sebbene propendessi per proteste sul tempo d'attesa ché gli innumerevoli incidentati del giorno avevano creato una fila consistente.
Mi viene chiesto quando può entrare a saldare. Smarrimento istantaneo: cose che non mi riguardano a priori ma che ho difficoltà a capire ancor di più già che non è nemmeno entrato, ancora.
Poi arriva la motivazione. Una rivoltellata a bruciapelo dritta in pancia, occhi strabuzzati senza poter mantenere un'espressione imperturbata: "stamane Red è morto".
Frenata dei pensieri tutti. I casi, le terapie, la fila fuori, il vociare, i latrati, le cose da imparare, la stanchezza, i malumori. Inchiodata istantanea senza neanche ABS. Via poi a tutta velocità a pensare a cosa sia successo perché per come e ripercorrere la storia.
Red, inizialmente Roscio, è un gatto trovato da un villeggiante sotto Pasqua. Trovatello raccattato come tanti. Lo hanno raccattato in giardino e per compassione provano a fare qualcosa. Ne passa tante, tra cure per le infezioni respiratorie accertamenti vari per fare diagnosi e così via. Loro tornano al luogo di residenza ufficiale, ma continuano a farlo seguire da noi. 120 Km ad andare e 120 per tornare. Il gatto migliora poi ripeggiora e così via.
Dopo qualche mese con controlli e terapie di mantenimento a distanza Roscio, ora Red, dopo essere stato bene era ripeggiorato in Settembre.
Fin qui una storia come tante. Un caso cronico grave su cui tutti, neo proprietari in primis, hanno investito molte energie.
La mente è qui col viaggio, con la ricapitolazione ma prmia che possa arrivare alla bocca alcun comando per parole arriva lo sparo. Ascolto come Red sia morto.

Red il trovatello, raccattato in giardino per caso in un giorno di pioggia; Red il randagio col fiato corto e le zampe magre che si regge in piedi tremolando all'alba si alza dalla cuccia, esce e si trascina per una rampa di scale e poi fino le camere da letto. Lì riesce a montare a letto e miagolare flebilmente. Il proprietario si sveglia e gli fa posto intanto che Red a testate cerca di accoccolarglisi al fianco premendo con forza. Red si sdraia accanto a lui, accosto a lui. Miagola ancora, si acciambella come può, lo guarda, poggia la testa fa due rantoli e muore.
Red stamane all'alba è morto impiegando le sue ultime forze per andare a ringraziare chi si era preso cura di lui senza un perché se non per l'avere un cuore.

Ho ascoltato il racconto da un uomo adulto con gli occhi bordati di un rosso vivido.

Il primo pensiero è stato che gli animali riescono a dimostrare una umanità per noi oramai obliata, ancestrale gene sopito. Ne sono certo; schifato soprattutto.

Ora, con gli occhi bordati di rosso nel raccontarla e ripercorrerla mi rendo conto di aver capito che è per persone simili che vale la pena di sopportare le file, le sfuriate, i cretini, le angherie, le delusioni gli orari inesistenti e tutto il resto. Ci sono ancora persone con l'umanità di un animale, prima o poi le incontreremo; è per loro che ha senso continuare a mettercela tutta, col cuore.

Grazie Red, buon viaggio.

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