guardare al passato credo sia normale: porsi quel fatidico "e se?" secondo cui tutto avrebbe potuto essere diverso.
Trovo la nostalgia e la mancanza sentimenti comuni.
Perché dimenticare davvero non è mai facile. Tornare in dietro poi è plausibile certe volte, quantomeno come desiderio estemporaneo.
I ricordi sono il nostro vissuto, quello che ci arricchisce. Farei tesoro di ogni nostalgia tutte le volte che è possibile così da non scordare perché sono ciò che sono oggi.
Diverso invece per me è il rimpianto. Non riesco a tollerarlo più di tanto. Ogni nostro istante è un bivio decisionale e basta esser certi in quel singolo istante della scelta per non potersi poi soffermare a rimpiangere.
Se in quell'istante era quanto di meglio pensavi per te o quantomeno eri cosciente di quanto stavi per fare, anche controvoglia, non c'è spazio per il rimpianto.
Il rimpianto è per chi non sa guardare in faccia ai propri fallimenti. E' proprio il fallimento la parte che sento più vicina: è da tutti quei numerosi tasselli che è arricchito il mio mosaico.
Sono una informe ma orgogliosa massa di tessere multicolori. Il primo passo per rendere sfavillante una domus.
... e talvolta guardarsi in dietro permette di comprendere il debito che si ha verso tutte le situazioni trascorse. E rialzarsi ancora.
martedì 16 febbraio 2010
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