giovedì 11 marzo 2010

di cose davvero poco importanti

Da praticamente sempre odio il festival di Sanremo con tutto me stesso. E' stato il primo pensiero autonomo e razionale che abbia sviluppato, credo. Già in prima elementare (eoni fa per intenderci) lo trovavo superfluo, inutile, rivoltante, privo di acume e qualsivoglia altra forma di denigrazione intellettuale possa venirvi in mente dopo aver escluso aprioristicamente che, vista la popolazione prevalentemente di bambine e maestre che lo guardava tutta la settimana, fosse e sia "roba da femmine".

Ecco, a me sanremo m'ha sempre fatto cacare.

Ho lottato per non assistervi mai e vado fiero di aver tenuto duro per oltre vent'anni. Unica eccezione feci volontariamente per sentire la canzone di Daniele Silvestri nel, mi pare, '95: l'uomo col megafono.
Vidi anche la finale per riascoltarla. Vedevo cortei di persone che inseguivano un ideale, che si scagliavano contro oppressioni e leggi sbagliate... faceva fantasticare il mio bambino rivoluzionario interiore!
Poi di nuovo anni di orgoglioso buio.
Fino a Max Gazzé col suo "timido ubriaco".
Ancora vuoto fino a quest'anno, quando due amiche terribili mi hanno convinto (o obbligato??) senza tanti sotterfugi a seguire la finale.

Ecco, mi ha rivoltato.

Una canzone tanto bieca e compassionevole come quella del principino era peggio che fuori luogo, era brutta. Laddove "brutto" è l'antitesi di "bello" e se il bello artistico assurge a perfezione il brutto lascio a voi intuire a cosa assurga.

C'è di peggio. La canzone forse più interessante, quella di Cristicchi, ha perso due volte:
Ha perso perché nessuno ha capito o forse tutti hanno capito che in Italia per dire cose intelligenti in musica non puoi che ricorrere a ritornelli orecchiabili e giri di parole che non accusino apertamente. Gli ascoltatori non hanno risposto alla sua chiamata e la canzone non ha vinto;
Ha poi perso perché le sole canzoni in finale erano cantate da personaggi televisivi. Persone propinate al posto di notizie vere, di informazione, di intelligenza. Insomma, ha vinto il pubblico di CarlaBruni (e dei savoiardi).



Senza pensare poi troppo che a vincere non sia stato Marco, che perlomeno ha dato un'ottima interpretazione alla fine, né che abbia vinto l'amante (sessuale... perché ragazzi qui c'è della zoofilia e qualcuno avrebbe bisogno di un terapista bravo davvero) di trote e salmoni... cerco di pensare a ben altro.

Mi riascolto un'altra volta una bellissima sconfitta sanremese lasciando l'Italia a farsi imbambolare da studioaperto e a farsi dire che "va tutto bene" intanto che la dittatura si fa abbozzare da onorevoli delinquenti.

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