mercoledì 12 settembre 2012

questo non è un post usuale

o forse sì? mi domando intanto che inizio a scrivere.

La poetica del nuovo millennio è qualcosa che talvolta rasenta la follia. Se ormai tutto è stato compiuto, per stupire diviene necessario varcare i pochi limiti rimasti. Così la morte e la tortura persino sono diventate oggetti di tentativi di espressione artistica.
Non trovo nulla di poetico o bello nella oggettiva realtà, semplicemente contestualizzata in ambiente artistico: Arte è filtraggio della vita, delle esperienze. Ma a volte mi lascio stupire dalle piccole genialità, ovunque esse siano.

Mi sono imbattuto in un video pornografico ed ho iniziato a sogghignare e ridere. Il video in questione non è altro che un collage di altri video hard ed è interamente incentrato sugli allegri finali di questi film. Fin qui nulla di nuovo o strano, la solita bassa macelleria a destinazione onanistica; al montaggio però è avvenuta una genialata e sulle immagini è stata inserita questa canzone.

Sentire una voce di donna cantare parole simili su un video del genere mi ha riportato alla mente quanto letto nel libro "The surrender" In cui la protagonista dice grosso modo di aver passato anni di relazioni sbagliate e ricerche sessuali solo per sentirsi "la brava bambina di...". Da qui anche il più noto Barney Stinson di "How I met your mother" che sosteneva che frase tipica e garantita da rimorchio sia "è arrivato paparino".

Mi trovo a pensare a come certe pratiche nella sfera sessuale siano talvolta solo un modo di essere condiscendenti col partner, come se la finalità non fosse un qualcosa che porti sensazioni positive ma solo un accettare passivamente qualcosa tanto per accontentare e sentirsi dei" bravi bambini\e".
Dal letto al quotidiano il salto è breve. Quanti "sì" diciamo ogni giorno ignorando un nostro "no"? L'esistenza è un caleidoscopio di mediazioni e passiamo buona parte di essa ad aggiustarci sugli altri, a stringere i denti per il "quieto vivere".
Fortunato può dirsi solamente chi riceve in cambio lo stesso sorriso senza essere sfruttato.

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