Riesumo parole scritte in un passato volto ad un futuro che già presagiva di finir remoto.
E' di un periodo lontano e niente c'entra con le nuove serenità di questi giorni, troppo trascurate per lo stress e gli impegni a scadenza, ma sentite nel profondo... è uno spazio di poesia, interpretatelo liberamente!
petardi che risuonano, malvagi e lancinanti:
le tue parole per tranquillizzarmi.
Son qui a rimuginare dei miei timori inventati;
di quanto non riusciamo a sentirci oltre le parole...
Non è mai capitato di non starci ad ascoltare,
udire l'eco profondissima dal cuore.
Da qui ti rassereno "si, lo sai, va tutto bene"
e non riesco a pronunciare
quello che si strozza in gola:
quello che da giorni vorrei dire,
Che da giorni tu
mi fai sentire solo.
---> A volte situazioni strane o difficili offrono spunti adatti alla depressione... questi giorni sono davvero preziosi. Forse.
lunedì 29 ottobre 2007
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6 commenti:
A volta è la depressione che ti porta a risorgere. Farlo poi con delle parole tanto profonde che quasi ti trascinano giù con sè, è impredibile.
[n] http://nicco.megablog.it
"petardi che risuonano, malvagi e lancinanti" ... te sai che ste parole hanno mille possibili interpretazioni e quasi nessuna di queste la si sente al di fuori del palco del Bagaglino, vero?
Concordo con Curioso, ma tornando a noi l'importante è rialzarsi. A voler citare si potrebbe dire che ciò che non ti uccide ti rende più forte, ma sarebbe ovvio. La verità è che l'ambito delle emozioni umane è una continua ricaduta e rinascita come una fenice. Sta a noi cadere nel miglior modo possibile e soprattutto risorgere dalle proprie ceneri in maniera indolore (e in qualche senso anche imparando la lezione, conscio che si ricadrà ancora più e più volte). Siamo fallaci, che ci vuoi fare?
niente!!!
Infatti la poesia è di molti mesi fa.
Ma ogni tanto houdini mi dice: "fà la magia!!! pesca dal cilindro!!" e saltan fuori ste robe qua.
Grazie a tutti per le parole.
Mi sovviene il grande Kierkegaard che a questo proposito diceva una cosa assolutamente illuminante, solo che la diceva in danese e io non ci capisco nulla. Peccato.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro.
Si fanno versi per scrollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi.
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