E' un bel po' che non scrivo: mi domando se ancora le parole sapranno rifluire nella tastiera come un tempo. Non ci credo molto, ma sperare è una cosa che non bisogna smettere mai di fare. Spero quindi di scrivere in modo gradevole.
Come anticipato il blog è andato in pausa. Pausa dettata non solamente dal mio caos interiore e tangibile, ma dettata soprattutto da una fase di poche novità. Tessere e ritessere con parole nuovi concetti già espressi diventa ripetitivo e rende vano un archivio. Pertanto pausa.
Fino a ora.
Ritorno e subito mi tuffo in argomenti più grandi di me. Forse avrei preferito il silenzio, ma il tempo recente non mi permette di stare in silenzio: ho una coscienza.
E' in arrivo una legge che definisce obbligatoria e doverosa (per la dignità dei pazienti) la terapia del dolore, specie del dolore cronico nei malati terminali.
Bene, pienamente d'accordo.
Non è difficile concordare con l'obbligo di alleviare una sofferenza come il dolore cronico; il dolore cronico è considerato in medicina tra i peggiori poiché capace di minare la stabilità psichica. Senza entrare nel merito scientifico di una sorta di agevolazione agli timoli dolorosi, quasi una ipersensibilizzazione per intenderci, e di una attivazione di aree cerebrali non coinvolte nel dolore acuto, basti dire che è come uno spillo che trapassa la mente senza sosta rendendo impossibile qualunque altro pensiero.
Il solo pensiero nel dolore cronico è smettere di pensare al dolore. Cosa non semplice visto che spessissimo si è costretti a letto. Il dolore cronico erode la vita poiché distoglie da essa.
Tanto per essere un po' più espliciti è come chiudersi un dito in una porta, solo che invece che riuscire a sfilarlo o riaprirla abbiamo vicino qualcuno ci dà sopra dei colpi, oppure ci scuote la mano.
La terapia al dolore cronico è doverosa.
Tuttavia mi è venuto spontaneo soffermarmi su un altro paio di aspetti ovvero le motivazioni: per la dignità, per i terminali...
Mi viene da ridere pietosamente. Se il dolore nei pazienti terminali è inumano e privo di dignità allora perché continuare a costringere chi è destinato ad una fase terminale di solo dolore ad affrontarla???
La terapia al dolore cronico nei malati terminali è da rendere obbligatoria poiché in questo paese c'è una ostinazione morbosa alla vita anche quando essa non è più tale, anche quando la natura intrinseca avrebbe già issato bandiera bianca e avrebbe fatto spegnere il patente.
La medicina è una lotta con la morte. Una battaglia in cui si può solo procrastinare la sconfitta. Eppure c'è da esserne orgogliosi, poiché si può prolungare per anni la partita grazie alla scienza moderna.
Eppure sono pienamente convinto che esista un limite oltre cui non ci si dovrebbe avventurare. Tenere in vita un corpo che si rifiuta di farlo senza alcuna aspettativa di recupero; impedire a qualcuno di andarsene per costringerlo a una vita di dolore e inabilità è puro egoismo. Siamo davvero così egoisti da volerci nascondere dietro ad un presunto "diritto alla vita" solo per tenere relegati a questo piano di esistenza persone care? Sarebbe poi davvero "vita" una condizione che restringe il nostro ambiente alle mura di un ospedale, a flebo costantemente attaccate per nutrirci e toglierci un dolore altrimenti insopportabile, talvolta bombole per ossigenarci, lavasangue per supplire a reni in stallo...? Non credo. Di certo non lo vorrei per me.
I veterinari hanno la facoltà di scegliere per l'eutanasia. Se fatta nel rispetto della vita credo sia il massimo gesto di umanità e rispetto della vita che si possa fare, per una vita.
Aiutare una vita a spegnersi dolcemente, senza dolore e senza sentirsi mancare e intossicare dal proprio spegnersi è un atto estremo di grande amore. Così è scegliere di praticarla: rinunciare ad un pezzo della propria vita per risparmiare sofferenze è un atto dettato dal cuore.
Forse è quello il massimo gesto di attenzione alla dignità di un malato.
Rendere incosciente del dolore della morte in lento arrivo non è propriamente una forma di rispetto della dignità e degli esseri umani, credo piuttosto sia una manifestazione di pietà e compassione verso chi abbiamo costretto Noi col nostro egoismo morboso a quella condizione.
Mi piace molto questa nuova legge. Sono però nauseato dal volerla presentare come innovativa o risolutiva o giusta. Poi ché è giusta e innovativa nella misura di una mano di vernice su un muro crepato e muffito.
Abbiamo coperto una situazione erronea e assurda ma la ristrutturazione è ben lontana dalle attuali coscienze.
lunedì 21 settembre 2009
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2 commenti:
Che dire... mi trovi completamente d'accordo. E non ho di che argomentare, perché hai detto tutto tu e mi ci ritrovo in pieno.
mi lusinghi.
E' anche da dire che se la si pensa in modo simile quanto da dire è quello, grosso modo.
Un abbraccio!!!
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