La notte di ferragosto anziché stelle cadenti, falò, sogni espressi o desideri quasi scontati la sola sensazione ad aver scosso il mio animo sono state lacrime incapaci di sgorgare.
Palpitare di emozioni, stridore di pareti gastriche torte al punto di non riuscire a tornare a casa. Così la meta è stata una soltanto: il mare.
Siedi sugli scogli e parla con le onde,
a volte capita che il cielo ti risponde [la canzone è "Rocco" rappata da LaPina]
Mare di media tempesta. Vento forte, salmastro che si appiccica. Sembrava un mare d'Ottobre o Marzo.
Non ho seduto sugli scogli, bensì su una ringhiera a sbalzo d'un misero precipizio tanto alto da rompersi appena una gamba. Ma ho lasciato andare il colloquio con le onde, permettendo loro di cullare un minimo i tumulti interiori mentre il vento dettava al mio inchiostro scampoli di pensiero.
Li riporto nei prossimi post; singoli o a tema, non so ancora l'estro per cosa opterà.
nota: Sono pensieri scissi, eppure il filo conduttore e l'estro comune sono evidenti. Per quanto tenti di propinarveli separatamente la cosa più giusta, forse, è rileggerli poi insieme.
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