mercoledì 16 gennaio 2008

egalité

La mia sul caso Pistorius.

Lo hanno escluso dalle olimpiadi; sono d'accordo.
Il problema secondo sta nel considerare tutt'ora le gare "para"(quelle cioè per disabili) come sottogare, discipline inferiori subordinate a quelle per normodatati. Una sorta di contentino teraputico offerto agli sfortunati.

Bene, non è più così da molto tempo. O almeno non è più solo così, vista l'indiscutibile funzionalità terapeutica dello sport in traumi di tale entità. Lo sport aiuta. Verissimo, ma non è di questo che intendo parlare.
Vorrei focalizzare invece sul livello dei parasportivi: solo chi non ha idea di cosa si tratti può ragionare come chi voleva Pistorius alle olimpiadi.
Mi spiego meglio: l'impegno e la difficoltà richieste dall'agonismo sono le stesse per tutto lo sport; non di meno il talento.
Nelle attività para quello che cambia sono spesso gli strumenti e le modalità con cui si affronta la disciplina, ma la gara sportiva resta e resta anche il livello alto. Non è più facile, non è meno impegnativa, non è meno sentita.

Ad esempio, chi fa scherma in carrozzina è abituato \ costretto a duellare senza sfruttare cambi di misura (distanza dall'avversario) quindi realizza tutto col braccio. Va da se che il braccio di un tiratore da seduto, di un paralimpico, sia come minimo (e ribadisco COME MINIMO) preciso e potente quanto quello di un olimpionico.
Così un cieco che scia solo seguendo un suono ha indubbiamente capacità propriocettive al di sopra di una sciatore normale.

Eppure sciatori o tiratori normali non gareggiano assieme ai disabili, sebbene esistano e risultino proficui ad entrambi, allenamenti congiunti.

Sono discipline diverse, ecco tutto. Discipline diverse dello sport tutto e tutte svolte da Talenti veri.

Pistorius riesce ad adattarsi perfettamente alle sue protesi ottenendo una spinta efficacissima sebbene poco naturale e difficoltosa come movimento. Le protesi poi non gli fanno sentire la stanchezza di piedi e polpacci (la parte che "tira" elasticamente la falcata nei corridori); hanno una minura potenza, ma raggiunta la spinta elastica ottimale non subiscono cali dovuti alla stanchezza da metabolismo cellulare. Di contro non percepisce il terreno. Pro e contro, come in tutto.

Per assurdo, è avvantaggiato, è più forte dei normali sotto vari aspetti.

E'il migliore nella sua disciplina, tanto da avere risultati equivalenti a quelli di chi usa le sue gambe nelle alte sfere e migliori di molti di noi. Quello che accomuna è la distanza, ma credo sia corretto dire che sono discipline diverse.

Forse più che mescolare praticanti di diverse discipline sarebbe meglio unificare anche le para alle olimpiadi normali facendo una sola grande manifestazione sportiva con più discipline. Farebbero quello che già gli sportivi di tutto il mondo fanno al di là dell'obiettivo: se ne fregano allenandosi assieme, condividendo mense, risate, tempo libero per poi tornare ognuno alle sue specialità.
Penso non perderebbe di spettacolarità. Ci guadagnerebbe, anzi. Tutto ovviamente SE gestito con cervello.


Trovo stupido voler cancellare differenze che palesemente esistono; trovo ancor peggio voler stabilire che quelle differenze comportino necessariamene una gerarchia, delle priorità, dei migliori a tavolino.
Uguaglianza non ritengo significhi essere cloni.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bizzarro: venivo qua oggi per "stimolarti" alla discussione su questo caso avendo io stesso aperto un topic ad hoc, e guarda un pò: mi ritrovo con te che parli della stessa cosa. Sono parzialmente d'accordo con te. Parzialmente perchè ritengo la tua un'idea brillante, e non mi stupisce venga da te. Solo non capisco cosa esattamente tu stia proponendo: unificare le due Olimpiadi (Olimpiadi per normodotati e Paralimpiadi) nelle stesse date e non a distanza di una settimana, oppure unificare proprio gli atleti con gare analoghe ma classifiche diverse per "categoria"?

[n] http://nicco.megablog.it

Poros ha detto...

Quoto.

Ah, no, questo non è il ratman official forum... ;-P
Però è vero, difficilmente potrei essere più d'accordo con te.

ni ha detto...

l'idea sarebbe di unificare le manifestazioni.

In certi ambiti si potrebbe tentar di unificar anche gli atleti, ma credo tra regole varie sarebbero problemi:
i quattrocento metri olimpici, ad esempio, stabiliscono il più veloce al mondo secondo determinate condizioni (corpo umano orginale, assenza di miglioranti le performance...) se si facesse al più veloce in assoluto, bisognerebbe aprire al doping, a Pistorius e probabilmente vincerebbe Stoner su Ducati. La classifica finale x categorie avrebbe senso, ma vista la presenza anche di altre situazioni ci vorrebbero piste diverse. A quel punto forse converrebbe far batterie più piccole e basarsi sul tempo secco, come nel pattino su ghiaccio...


passerò a commentare presto!

Fuma ha detto...

Quello che dici pone un'interessante argomento di discussione.
Probabilmente la tua proposta risulta più che sensata...

ni ha detto...

quella della manifestazione unica rendendo le discipline paralimpiche olimpiche anch'esse, oppure quella, almeno in gare individuali con crono, del giro secco e far tutto sui tempi?

Tipo salto in alto e in lungo anche! (che però m'immagino uno che arriva con i trampoli per protesi e vince, oppure John Holmes che vince nel salto con asta propria... ah ah ah!)

Fuma ha detto...

Intendevo nel far diventare olimpioniche le gare paraolimpiche. Ovvio che, come fai notare tu, non si possono unire atleti normodotati e atleti "para", per i motivi che dicevi, nella stessa gara però nella manifestazione si possono unire le due gare con un programma combinato tipo: mattina normali, pomeriggio disabili. L'unica percca è che la cosa si allungherebbe.