domenica 29 marzo 2009

l'ora della terra

Sabato 28 marzo dalle 20:30 alle 21:30 il mondo ha provato a spegnersi.

Simbolicamente soltanto, purtroppo. L'ora della Terra; PER la Terra. Dimostrazione d'intento al risparmio energetico, all'inquinamento moderato.



Ieri notte la mia nicchia pisana era tutta a lume di candela.

Il basso a tenere compagnia, a rendere modesto omaggio a Gea, ad echeggiare nella notte, a spandere le sue vibrazioni nei riflessi del visibile caldi come un abbraccio.
Corridoi, stanze, angoli... tutto era illuminato a candele. Poca luce tremante. Chi sa perché mi sentivo illuminato come non mai.



Ieri notte la mia nicchia pisana era tutta a lume di candela. Pisa no.

Almeno non nella parte che ho attraversato io, non nel fascino di pece in cui io sognavo di immergermi con gli occhi dell'auto a illuminare sole porzioni di città.
Scivolare nel buio come quando si fa immersioni notturne; riscoprire l'intensità della luna come lampione.

Invece nulla, poiché far passare soltanto qualche spot sporadico in televisione è sembrato anche troppo, perché concedere che per aderire bastasse spegnere un monumento "simbolicamente" è buona prassi.
Ieri notte la città era sempre la stessa: fastiOdiosa lucciola elettrica, meretrice chiassosa e tecnologica. Alcunché di romantico, alcunché di tiepido e accogliente.


Avrebbe potuto essere una mite riscoperta di quanto eccesso usiamo per sentirci bene ed in pace e divertiti; quanto poco ne basterebbe.


Ieri notte ho goduto del buio e della Terra. Provo compassione per Pisa.

domenica 22 marzo 2009

cose strane

Aspettavo il mood.
Non è arrivato. Ma è arrivata lungo la battigia dell'attesa un'onda appena più lunga a spazzare con la sua spuma l'indecisione.

Era tempo che non facevo una cosa così otaku. Forse solo così forte.
Ora, novello Sakuragi, novello Nakanishi, non ho altro che spingermi verso i miei limiti, verso un nuovo me. Quantomeno un monito tangibile del volersi mondare dallo stato in cui mi trovavo c'è. Per ricordarmene ancora.

Reset autoimposto per fare una tabula rasa mentale e riconvertire le tenebre in carburante.
In fondo è nero anche il petrolio...

Vado a recuperare lo svantaggio.

sabato 21 marzo 2009

sbellicare

Ecco cosa fa il video linkato. Un verbo, ma anche un attributo; un superlativo.

Il Duffy Duck (o forse Daffy?? Come sono ignorante!) che trovate qui è in forma smagliante, scoppiettante... la miglior visione dell'eroe in calzamaglia verde di sempre!





Se questo video è qui, invece, è per un intento pazzesco con un tramite umile. In questo inizio di primavera anche quest'anno tanto simile ad una replica dell'inverno trovo giusto regalare un sorriso.
Niente mimose, niente frittelle, niente di niente se non un sorriso.
Spero che chiunque passi di qua in questi giorni possa rubare agli impegni 5 minuti per un sorriso. Poi, con tutta la spensieratezza possibile andare alla finestra a guardare in faccia in giorno e sorridere.
Perché niente fronteggia una giornata storta come un sorriso a testa alta.

Buon mondo, buona Primavera, buon sorriso gente!!!

lunedì 16 marzo 2009

bon jour

_____Lenzuola_____
forse dovrebbe essere il titolo vero. Forse.

lo spazio dei sogni si potrebbe concentrare là,


identificarsi con le lenzuola. Un refolo di sole a bisbigliarci la sveglia. La legittima voglia di continuare a distendersi rannicchiati, sospesi in quel benessere tanto affine all'autocompiacimento.
Dischiudere gli occhi in un ambiente affine, nell'odore di pelle accosto, nel respiro di un animale vicino. Abbandonarsi al cuscino per richiudere gli occhi, riaprirli in vallate di fantasia, riaprirli chi sa quando... Nasconderci al giorno ancora un po'.


Due video con poco in comune, due sfumature in cui proseguire...

Una ha ricordi di gioventù... dove l'attaccamento per le lenzuola trovava e trova nella sveglia, negli impegni e nella mamma talvolta un nemico naturale; dove nel venerdì sera è celato il maggior incentivo a questo attaccamento.
Il video dei marcy playground descrive benissimo quella terra di confine che divengono le lenzuola in quel momento. Comprese le scuse che si diviene capaci di accampare nonostante un cervello ancora assopito.
Già a suo tempo venne fatto notare come l'ozio sia godibile solo quando si hanno impegni da cui riposarsi.
Il sabato mattina assume il sapore della vacanza: tutto il tempo per smaltire stanchezze e bagordi e prepararsi a nuovi, senza la preoccupazione del ritorno alla routine che la domenica porta con sé.
Nel sabato mattina le lenzuola sono il posto più confortevole dove vivere.

Dell'altra ho già parlato non troppi post fa...



Svegliarsi con una pelle accosto, un sorriso sereno da guardare, dei capelli per inebriarsi.
Addormentarsi assieme presenta alcune cose per me impagabili. Se prender sonno al ritmo del respiro di qualcuno è una cosa che dona grande calma, svegliarsi con i lenti movimenti di chi era accanto che intraprendono il giorno è superbo. Seguire nel dormiveglia il fruscio tra le lenzuola, un corpo nudo mentre comincia a scivolare nella luce aggraziata... contemplare i passi che poggiano sul pavimento tanto quanto le sinuosità che trovano vestiti.
Una donna che si sveglia può essere uno spettacolo indefinibilmente bello.
Restare a letto quell'attimo in più, quel tanto che basta per cominciare a sentire il profumo del caffè salire a svegliarci prima ancora di qualcuno.

Poter respirare il mattino, il risveglio.
Andrebbe provato almeno una volta nella vita...
E' godersi la vita.


La sottile cattiveria di presentare queste parole di lunedì mattina, giusto per incrementare il rimpianto è un sovrappensiero.
Quasi.

domenica 15 marzo 2009

Tears of darkness part - 2

Forse ciò che sono ora non è che un protrarsi di quel cercare. Di quella sfumatura autodistruttiva, anche. Trovata una pace nel sottrarre, reimmergersi nel tutto per capirlo con coscienza. Così, goffo emulo inconsapevole del samana di Hesse, sono miseramente finito ad esplorare le ebbrezze del creato. Balzato in direzione diametralmente opposta verso un intendere l'elevarsi in Nietsche - style (cacofonico neologismo... scusate).

Coscienza di ciò nulla; è un vagar per valli mnemoniche di giustificazioni filosofeggianti il mio.

Dal niente al tutto in uno stesso cercare, perso nel niente ch'è nel tutto a rimpiangere tutto quel che era nel niente.


Il dubbio è sorto in modo estemporaneo, quando mi è stato fatto notare quel "pareva non ti mancasse niente". Vero. Eppure anche ora che ad arricchirmi non è più un tutto costante ma sono piccole individualità variegate riesco a trovarmi arricchito.
Purtroppo non sono più adattabile, comprensivo e felice come un tempo. Ma anche nell'ira trovo qualcosa che mi arricchisce come nei rifiuti. L'accidia, la viziosità... Ogni cosa al mondo di materiale o superficiale è divenuta apprezzabile.

Ho percepito anni la pece dentro me. Recentemente sto confrontandomi con la mia pece esteriore. Forse ripercorrendo tutti i difetti che avevo attenuato giungerò ad una conoscenza più approfondita di me, pronto per fondere i due universi. Quando elevarsi e immergersi s'incroceranno l'equilibrio derivante mi renderà un personcina un pochino migliore, un poco uomo.

Forse invece mi sto solo illudendo in uno slancio paradepressivo da cena iperglicemica con nottambulismo allegato.

Forse mi illudo perché dimentico che :" MAI, ASSOLUTAMENTE MA INCROCIARE I FLUSSI: E' MALE!".
Ritengo superfluo definire male a voi in questa sede.

sabato 14 marzo 2009

Tears of darkness part-1

Ho già parlato del periodo sleepless e dei tempi limitrofi. Le sensazioni che comportava, lo stato del mio essere allora.

Periodo quasi delirante, con pagine di diario d'adolescente in cui in una perdizione emulativa schopenhaueriana la frase più ripetuta era "Ascesi o Morte". Strano, già che le pratiche ascetiche sono talmente estreme, per risvegliare Kundalini come si dovrebbe, da portare il fisico ad un passo proprio dalla morte. Strano perché lo scisma spirito - fisico se permane contemplativo porta ad un distacco troppo ultraterreno; divenire improprio ed inadatto all'immanente è una forma di allontanamento che si potrebbe vagamente paragonare alla morte.
In fondo ambedue rappresentavano una cosa cui tendevo: autodistruzione.
Tuttavia non era fame, era una componente sfumata.

Era la ricerca. Cercare cosa, quando ci si prefigge di scostare il velo di Maya, è una domanda da non porsi; soprattutto per l'imprecisione della risposta che si potrebbe offrire.
E' uno stato che tende, o tendeva già che di me si parla, alla contemplazione, alla recettività.

Quanto mi manca il percepire!
Per quanta suggestione ci fosse, io la calma degli alberi ancora la invidio e assaporo. Come un cioccolato amarissimo: a distanza di anni ancora si può ripercorrere nelle papille i sommi capi del gusto. Come il miele di castagno, anche.

Mi è stato detto che l'immagine che davo allora, nonostante la ferraglia indossata e il cibo vomitato, era che non mi mancasse nulla.
Forse era proprio così.

Sia chiaro, il percepito era la mancanza di molto. Tuttavia quella perenne ricerca nell'apprezzare tutto filtrandolo aveva recato un non so che di calma.
Non era ascesi, non era privazione da tutto l'effimero; non c'erano levitazione, effetti luminosi o trasmigrazioni spaziotemporali del corpo astrale.
Ma recettività sì.

Anche allora non bastavo a me stesso, proprio come oggi. Come sempre. Ero in cerca di tutto e proprio perché tutto era ogni cosa potesse circondarmi non mi mancava niente: avevo il tutto a disposizione dell'anima.

venerdì 13 marzo 2009

autoanalisi bis

non rileggo nemmeno il post precedente, appena finito e pubblicato.

Mi basta sentire ancora i pensieri nelle dita per capacitarmi di quanto scritto, della sensazione. Sono perplesso dal mio "monoteismo interpretativo".
Tante sono le cose talmente belle da divenire irraggiungibili mentalmente per quanto tangibili materialmente. Oppure semplice irrazionalità, chi può dirlo.

Ancora un volta mi sono arrovellato sui sentimenti.

Certo, quello emotivo è quasi sempre il primo versante con cui mi approccio. Ne pago spesso le conseguenze, ma non può prescindere da me. E' quel poco del me più autentico che ancora rimane, soffrirei nel perderlo completamente.
Eppure in situazioni simili lo trovo aberrante, quasi insopportabile.


Perché non è necessariamente un qualcuno a celarsi nelle nebbie mie o di chiunque. E' emozione che emoziona sostanzialmente.
Quindi tutto potrebbe essere.

Pertanto, se volete, intendete quel qualcuno in senso più ampio. Prendete ciò che più di intenso sognate possa carezzarvi l'anima. Bene, è quello il sogno cui affidarvi mentre nuotate tra le note. Inseguitelo, danzateci, sfioratelo appena, lasciatevi incantare...
Buon miraggio.



[mini - edit in fieri:
Ideaplatonica rientra in quella serie di sound notturni ed incantevoli cui ero solito abbandonarmi in pieno sognar d'insonne.]

giovedì 12 marzo 2009

Sospironirico

tempo... era tanto tempo che non lasciavo sul blog un flusso emotivo cui abbandonarsi un po'.

In questi giorni sono stato male. Non malissimo, ma abbastanza per restare serrato in casa. Fingere di studiare, in realtà lasciare scorrere il tempo.
Pensavo almeno avrei avuto lampi di genio o grandi ispirazioni.

Niente.

Tempo trascorso e null'altro.

in questi rimandi di tempo lascio fluire l'adesso e mi abbandono allo scorrere delle dita lungo la tastiera. Come sempre una canzone da far caricare al tubo e metter come sottofondo. Pakun è il mio pianoforte immaginario. Non so intesser note o storie o colori abbastanza da raggiungere l'anima.
So però lasciar uscire alcune delle emozioni che frusciano in me. Questo so fare.




Questa quassù è una chicca (Ligeia non sbavare troppo il monitor!!!) trovata per caso, hostata penso da poco che sono anni che cerco una cosa simile. E' un live "in presa diretta" di quando ancora la musica in tv aveva un fondo di autenticità. Riconoscerete RedRonnie e una rete che non esiste più. Riconoscibili anche dei giovanissimi Bluvertigo con la canzone che più percepisco del loro repertorio.

[da notare come Andy sottolinei a Morgan la motivazione dal precario equilibrio IMHO]




Ondeggia il tavolo ai rintocchi delle mie dita. Sposto una maglia da terra col piede, mi chino e rimetto il foglio di carta pluriripiegato a far spessore. Stabile.

Forse preferivo uno scrivere oscillante. Precario come mi sento. Note capaci di cullare i miei occhi e spingerli a veder il futuro. Tentativi, visioni annebbiate, fantasie...
Eppure è una melodia che porta con sé un dedica quasi preconoscente, precosciente. Senza idea dell'appartenenza di quella sagoma diafana so che esiste o esisterà da qualche parte un essere definibile "idea platonica".

Gli occhi si fanno lucidi mentre offro alla idea di una capacità d'amare tanto vasta e avvolgente (per ora non v'è altro) un'autoanalisi sentita di me.
Come se fosse comprensione totale.

Si schiude un sorriso nella nebbia. Non ha volto eppure sorride e accoglie il mio sfogo, i miei desideri irrealizzati, le delusioni, il senso d'incompiuto...

Ecco, tra queste note si nasconde l'illusione che possa esistere per ognuno qualcuno tanto compatibile da apparire inarrivabile. Un miraggio. Un ideale.
... come quel senso d'incredulità che si ha talvolta quando alla luce notturna che filtra dalle finestre si percorre con un dito la pelle di chi si ha accanto. Curva per curva, dai fianchi al viso. Può capitare di sentirsi tanto vicini da esplodere in un sorriso di autentica gioia; è raro, ma capita. Questa canzone è per me quello stesso fremito.
Sono sempre contento di avere gli occhi lucidi.

domenica 8 marzo 2009

soleggiato

I can smell the sun.

sabato 7 marzo 2009

basito

Tornato da poco dalla visione di Watchmen. [SPOILER!!!]

Ecco, non andateci.





Watchmen_themovie è veramente un gran film. E' accurato nei particolari, segue fedelmente inquadrature scene e molto dei dialoghi del fumetto. Il cast è scelto abbastanza accuratamente, la trama è rispettata. Quasi.

Insomma una visione che fa sussultare il cuore di qualsiasi nerd; fa trepidare. Dopo due ore ad attendere un qualcosa che dovrà non tornare e non arriva mai si comincia a prender gusto; sperare. Si mostra il fianco.

Perché come fattura e attenzione ai dettagli Watchmen dimostra che con la volontà si sarebbe potuto realizzare un adattamento più che godibile.

Certo, i risvolti e le sottotrame intrecciate che rendono così complessa e articolata la psicologia della graphic novel non si potevano nemmeno sognare. Trovare anzi piccoli cammei di quella narrazione commoveva... peculiarità poi, come il cartello "the end is nigh" sempre al posto e al momento giusto. Una delizia. Un sogno.


Un sogno in cui qualche frase imperfetta, un Dr.Manhattan sempre col pisello all'aria ed un amplesso inutilmente protratto erano marginali e più che tollerabili rispetto alla disfatta preventivata.

Un sogno se paragonato all'aspettativa rimasta dopo l'adattamento di VforVendetta, che risultava essere proprio un film a se stante godibile ma snaturato totalmente.

Watchmen invece è arrivato come un'isola felice per divenire poi incubo.

Un incubo gratuito e volontario.

E' bastato cambiare poche minuscole virgole alla fine per sputtanare uno dei più bei finali mai scritti. Lo spaesamento tra bene e male non delineati collassa, momenti di dramma da soap opera entrano biecamente in scena. La spiegazione originale, che avrebbe richiesto 5 minuti in più di pellicola montati qua e là, svanisce e trova spazio una soluzione più banale e unidirezionale per la storia ed il pensiero.
Non solo.
La modifica è anzitutto di logica e sostanza poi di trama e struttura. E' una sterzata brusca improvvisa e immotivata. Il tutto poi aggravato dall'encomiabile lavoro fatto per le due ore antecedenti.

Insomma sono veramente adirato e deluso.
Non perché abbia visto rovinato una storia che mi aveva fatto impazzire (a quello ero anche preparato), quanto perché mi sia stato dilaniato il finale imbruttendo di molto la storia dopo aver alleccurito le mie speranze e curato ogni dettaglio del film.

Encomiabile esempio di come mandare al macero due ore e venti di film ottimo con gli ultimi venti minuti.

Siate buoni, abbuonatevi la visione di questa pugnalata.

venerdì 6 marzo 2009

Chi custodisce i custodi?

Arriva Watchmen al cinema: trepidazione ed inquietudine.

Watchmen sarà ed ormai è un film ispirato ad una graphic novel di Alan Moore. Parliamone...

Perché leggerlo:
- Watchmen presenta una sceneggiatura superba, un intreccio mirabile che coniuga più storie andando ad offrire una polisemia succulenta. Più letture dunque, quasi a poter azzardare un paragone ardito definendolo il Finnegan's Wake dei fumetti.
- Watchmen è stato il fumetto che più mi ha messo in crisi: chiusa l'ultima pagina rimane ancora il sospetto su chi sia il bene e chi il male. Finito di leggerlo torna subito la voglia di ricominciare, dubbio eterno di non aver trovato una sfumatura capace di farmi avere una opinione precisa sul Giusto.
- Onirico, sbalorditivo, sconcertante, condivisibile... non si può non leggere una simile pietra miliare

Perché non leggerlo:
- Perché offre una visione tristemente cruda sull'umanità.
- Perché non si può considerare una lettura di svago; le riflessioni che innesca, il senso di malessere interiore che può suscitare, sono qualcosa di non paragonabile al "fumetto" nella sua accezione comune di divertente e spensierato. Non è per chi cerca una lettura ad elettroencefalogramma piatto.

Al cinema, invece, perché vederlo:
- Per pop-corn e coca, senza dubbio
- Perché è la realizzazione cinematografica di uno dei più bei fumetti che si possano leggere
- Perché comunque dopo I film sui F4 e alcuni Bat-man "peggio di così..." e anche perché dopo 300 e i più recenti Bat-man il trend dovrebbe incoraggiare

Perché starsene a casa:
- La complessità delle storie di Moore rende quasi impossibile un adattamento su pellicola canonico (cioè che stia in due ore). Siccome si sa già che non saranno tre capitoli in stile Signoredeglianelli...
- A tal proposito abbiamo già potuto vedere con V for Vendetta l'infruttuosità del tentativo
- Non va visto perché Watchmen è un'opera che coinvolge fortemente l'individualità del lettore. E' solo il lettore a stabilire il confine tra giusto e sbagliato, ad interpretare ogni singolo avvenimento, ogni citazione. Watchmen è troppo intimo perché l'interpretazione di un altro possa coincidere col gusto ed il pensiero individuale. Comunque vada sarà un insuccesso, anche con la migliore delle realizzazioni possibili.

Proprio per questo sono convinto di non andare a vederlo. Ovviamente fino a venerdì 6 alle 22, ora in cui comprerò il biglietto ^__^'


Questo Post è parte di un tetraedro opinionistico. 4 malati di mente hanno detto la loro seguendo il medesimo schema : perché leggere, perché non leggere, perché andare a vedere, perché non andare a vedere.

Se volete DAVVERO leggere questo post dovete farlo nelle quattro sfumature.
Questa non è che una; semplice e, probabilmente, meno esperta.

Per completare il mosaico andate a leggere le idee di:

- Fuma
- Curioso
- Scacchino



Per i commenti beh... inventate!!! (anche se sarebbe divertentissimo un copincolla su ogni blog!! ^__^)

Aggiungo che chiunque si sentisse di fare la stessa analisi, è pregato di farlo e segnalarla. (Giò tu DEVI ^___^)

mercoledì 4 marzo 2009

i bei tempi d'un tempo

Piove.
Non lo dico con la pretesa che la notizia desti scalpore o buonumore, per carità. Serve da corollario all'hosting di questo post.

Anzitutto quanto scrivo e linko è per sopperire a una mancanza, una dimenticanza, una promessa quasi infranta. "quasi" perché in effetti non avevo specificato con esattezza il quando; tuttavia non ho portato le VHS incriminate dopo natale e quindi non ho mantenuto quanto detto in una sera di quelle dei grandi progetti alcoolici.

Serate belle. Serate in cui si dicono cose che forse, da sobri, non si direbbero o quantomeno si direbbero provando vergogna. Serate che possono sfociare in qualcosa su cui ridere ancora, come una proposta di mettere su una cover band di quella di Ralph Maplh in "Happy Days"... ma avevo dormito 2 ore in 3 giorni e bevuto anche qualcosina e lavato casa (benedetto micio che fece un lago di pipì in bagno alle 5:00 del mattino!!). Ma è un'altra storia.


Qui di seguito mi riferisco ad un progetto vacanziero e ad un ragionamento sul viaggiare assieme e la musica.

Il risultato è una focalizzazione su alcune canzoni degli 883 che furono e sui video di canzoni "minori" che all'epoca venivano realizzati come minifilm. Dei "corti" musicali che arricchivano il testo delle tracce musicali.
Non solo, le canzoni in questione sono quelle più da viaggio e da gruppo. Inoltre i video richiamano esplicitamente l'estate.




Il ragionamento viaggio musica si potrebbe riassumere così:
Per affrontare un lungo viaggio in auto una cosa spesso sottovalutata ma altresì fondamentale è la compatibilità musicale.
Inutile mettere un gruppo di cantanti a squarciagola nell'auto di un autista che necessita il silenzio sempre e comunque. Incendiario mettere assieme fanatiche di Giggi D'Alessio con rockettari irriducibili. Odioso portare dischi per far caciara tra discotecari incalliti.
Insomma, sapere in anticipo che chi avrai in auto per 7-8 ore canterà con te le stesse idiote canzoni con la medesima ilare idiozia è rassicurante. E' garanzia, anche, di un viaggio che passerà serenamente e in allegria. Così anche errori o incomprensioni sfoceranno a tarallucci e vino (o birra e Camogli).



Con le mie adorate compagne di merenda (e cena e pettirossate)abbiamo cantato parecchie canzoni dei vecchi 883 giusto come riscaldamento per l'estate. Sfide con le pistole ad acqua, andate al mare, birrini per SanRanieri...

Personalmente le storie minimaliste e comuni raccontate in questi video sono qualcosa di gradevole. Gli amici e le serate con loro, il profumo della vacanza, della spensieratezza! Tutto qualcosa di unico e prezioso.

Per questo: per i desideri d'estate in questo susseguirsi d'uggia; per la promessa di mostrare questi video di eterni adolescenti; per ringraziare tutti gli amici che ancora sanno regalarmi momenti di profonda superficialità (il contrasto è perché in quello che per altri o per genitori o per perbenisti può sembrare superficialità, io trovo attimi di profonda comunicazione e di legame) come quelli narrati in questi frammenti da un eterno ragazzino... Non è necessario, per essere UOMINI rinunciare al sorriso.



Evviva chi ancora sa entusiasmarsi con poco (sperando di ritrovare anche io quel mio lato e coniugarlo ad un determinazione protratta)

lunedì 2 marzo 2009

blue and dripping

Sentimenti e razionalità talvolta non si coniugano felicemente.
Prima o poi capita a tutti di fare una simile analisi. Fa male.

Fa male perché perdere qualcosa d'importante e Bello solo perché la razionalità propone ipotesi futuribili più catastrofiche dell'attuale è una rinuncia scabrosa, gravosa; dolorosa.
Evitare situazioni di comodo per onestà e rispetto è qualcosa di cui si dovrebbe andare orgogliosi. Sfortunatamente non è così facile pavoneggiarsi quando dentro ci si sente comunque lacerare come l'altra parte coinvolta, non quando si deve mascherare il dolore con una espressività gelida per non darsi appigli. Eppure li vorresti per primo quegli appigli!
Ma la razionalità ha già espresso la sua analisi e cedere agli istinti causerebbe solo ferite peggiori.
Agire contro se stessi a favore di se stessi e d'altri è un'antitesi emozionale complicata da gestire. Tutto quello che ti viene detto e vorresti esser tu a sussurrare senza poterlo fare.

Lame. Tagliente che rimane sospeso sulle dita, che poi scorre e squarcia con precisione.


Prendere distanza quando solo vorresti stringere è un dolore che non può venir raccontato, soprattutto a chi si vorrebbe.

Quando la razionalità soverchia l'istinto rimane anche la sola consolazione al rimpianto, la sua giustificazione. E' cominciare a vivere con le nubi dentro: ignaro se sarà pioggia oppure schiarirà.

L'autunno è una bella stagione. Se soltanto la razionalità non portasse l'inverno...





A chiunque abbia mai dovuto intraprendere scelte sofferte ma in coscienza motivate.

In quanto sfogo, qui lo spazio commenti è sospeso.