giovedì 12 marzo 2009

Sospironirico

tempo... era tanto tempo che non lasciavo sul blog un flusso emotivo cui abbandonarsi un po'.

In questi giorni sono stato male. Non malissimo, ma abbastanza per restare serrato in casa. Fingere di studiare, in realtà lasciare scorrere il tempo.
Pensavo almeno avrei avuto lampi di genio o grandi ispirazioni.

Niente.

Tempo trascorso e null'altro.

in questi rimandi di tempo lascio fluire l'adesso e mi abbandono allo scorrere delle dita lungo la tastiera. Come sempre una canzone da far caricare al tubo e metter come sottofondo. Pakun è il mio pianoforte immaginario. Non so intesser note o storie o colori abbastanza da raggiungere l'anima.
So però lasciar uscire alcune delle emozioni che frusciano in me. Questo so fare.




Questa quassù è una chicca (Ligeia non sbavare troppo il monitor!!!) trovata per caso, hostata penso da poco che sono anni che cerco una cosa simile. E' un live "in presa diretta" di quando ancora la musica in tv aveva un fondo di autenticità. Riconoscerete RedRonnie e una rete che non esiste più. Riconoscibili anche dei giovanissimi Bluvertigo con la canzone che più percepisco del loro repertorio.

[da notare come Andy sottolinei a Morgan la motivazione dal precario equilibrio IMHO]




Ondeggia il tavolo ai rintocchi delle mie dita. Sposto una maglia da terra col piede, mi chino e rimetto il foglio di carta pluriripiegato a far spessore. Stabile.

Forse preferivo uno scrivere oscillante. Precario come mi sento. Note capaci di cullare i miei occhi e spingerli a veder il futuro. Tentativi, visioni annebbiate, fantasie...
Eppure è una melodia che porta con sé un dedica quasi preconoscente, precosciente. Senza idea dell'appartenenza di quella sagoma diafana so che esiste o esisterà da qualche parte un essere definibile "idea platonica".

Gli occhi si fanno lucidi mentre offro alla idea di una capacità d'amare tanto vasta e avvolgente (per ora non v'è altro) un'autoanalisi sentita di me.
Come se fosse comprensione totale.

Si schiude un sorriso nella nebbia. Non ha volto eppure sorride e accoglie il mio sfogo, i miei desideri irrealizzati, le delusioni, il senso d'incompiuto...

Ecco, tra queste note si nasconde l'illusione che possa esistere per ognuno qualcuno tanto compatibile da apparire inarrivabile. Un miraggio. Un ideale.
... come quel senso d'incredulità che si ha talvolta quando alla luce notturna che filtra dalle finestre si percorre con un dito la pelle di chi si ha accanto. Curva per curva, dai fianchi al viso. Può capitare di sentirsi tanto vicini da esplodere in un sorriso di autentica gioia; è raro, ma capita. Questa canzone è per me quello stesso fremito.
Sono sempre contento di avere gli occhi lucidi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

un pensiero solo, anche se forse fuori tema, non lo so..

penso alla tristezza della voglia di tenere stretti in un abbraccio, di farsene avvolgere, e al contempo il dover relegare tutto all'indistinto quando invece sono gesti che può compiere solo chi è davvero prossimo, sentito come liminale con la propria pelle.. quella pelle e non un'altra, quell'odore determinato, ri-conosciuto, quella persona che col suo modo d'essere ci è entrata dentro..

certi giorni il bisogno di carezze arriva quasi a fare male...

stai bene con gli occhi lucidi, brillano..
un sorriso in riflesso

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