lunedì 20 dicembre 2010

odio i bambini

homo sapiens sapiens allo stadio più originario, animale. Spontanei, innocenti, senza filtri... così come dovremmo essere tutti.
Odio i bambini, non so come rapportarmi loro. Occhi grandi che sembrano vedere nella verità oltre le maschere, pensieri e progetti come ci hanno portato a disimparare.
Stazione di cambio: pensieri in cui resto assorto e compagni di viaggio con cui far comunella. Il bello dei viaggi senza certezze è anche questo, c'è tempo di scambiar chiacchiere con persone che intravedi interessanti, o che scopri tali.
Bar sala d'aspetto, leggo volti come un libro, fantasticando vite che intreccio per loro e lascio poi svanire poco dopo svoltato l'angolo. Una famiglia, una bimba; la madre si distrae appena un attimo e lei scivola oltre verso la porta a vetri. Cosa avrà visto? Chi inseguirà?
Sbatte con le mani al vetro.
Non inseguiva nessuno. Solo, aveva visto le stelle che ornavano per natale la porta.
Semplicemente voleva toccare le stelle.
Odio i bambini, perché semplicemente vogliono ancora e sempre rincorrere le stelle.

Vogliono semplicemente toccare una stella.

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