sabato 18 dicembre 2010

varcando soglie

Soglia di casa, guance che pizzicano e suole che scrocchiano.



Il sole da poco s'affaccia al cielo. E' una luce celeste a rischiarare la neve gelata.
Circospezione è la sola filosofia stamane. Ogni passo ricorda molto scelte della mia vita: dubbi e scivoloni. Giunto sull'asfalto é un attimo prendere rotazione con tutta la valigia e fare un passo che dura tre metri.
Anche camminare verso la stazione sa interessare se gli si presta orecchio. Infatti il crepitio del cammino muta come fiamma ed ogni muscolo è attento a non scivolare ancora. Ogni singolo movimento è apprezzato tantissimo, più intenso. I piedi si rincorrono rinsaldati dall'esperienza.

L'attimo migliore è al centro di Ponte della vittoria.
L'Arno scorre indifferente mentre il sole brilla di arancio e cipria che fende gli alberi e rimbalza sull'ansa del fiume.


Ho trovato il gusto di fermarmi a Respirare quell'istante, dimentico del traffico a ruote slittanti e dei treni fermi. Io, l'acqua, il sole. Già che ero questi, interiormente fuso, ho immaginato di voltarmi e lanciarmi con loro dentro la città, scorrerla e tingerla di riflessi così belli che molti li trascuravano.

Un respiro ancora.

La passeggiata riprende.
Scorro facce in attesa di automezzi inesistenti. Ombra e vicoli: passi nuovamente incerti.
Ogni via ha la sua personale risposta alla neve. Case con riscaldamenti al limite del geotermico già sciolgono le soglie ghiacciate. Altrove sono i balconi ad aver preservato i marciapiedi: passerelle intonse.

Stazione.
delirio e spasso. Ieri dei ragazzi in attesa avevano superato l'attesa del blocco totale facendo un enorme pupazzo di neve. Oggi invece al suo posto erano parcheggiati gli automezzi della protezione civile.
Ancora un respiro ai tetti bianchi prima di fronteggiare il viaggio da calamità naturale.

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