A Pisa è arrivata la neve. Preannunciata, attesa. Da un cielo terso e gelido, forse non ci si sarebbe aspettato un risveglio candido, invece è stata la neve.
Per una repubblica marinara e i suoi abitanti un soffice cuscino è bastato per originare il caos. C'è stato chi transitava con le catene, chi tamponava o finiva contro muri di un rettilineo. Persino chi ripartendo in scooter ad un semaforo sgasava fino a esibire drammatici testacoda.
Tutto quanto ha sovente risvolti irosi e drammatici sulla popolazione tutta. Il trucco però c'è: basta saper prendere il tutto per il verso giusto.
Il mio "Io" infantile ha sempre gioito con occhi estremamente sgranati dinanzi ai paesaggi innevati. Così ore di fila per pochi ghilometri divengono occasione per guardare meglio rami senza foglie decorarsi sofficemente, steli e foglie flettersi al candido orpello.
- Questo non è che un prospetto di ventiquattro ore d'incanto innevato in cui saltellavo gaio tra gli incubi altrui; presoeguirà nei giorni di quel weekend, anche se sono stati scritti grosso modo in sequenza continua di miraggio in miraggio, stupore dopo stupore -
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