Rimbalzano e s'inseguono gli intrecci combinati dai tasti del pianoforte. Altrerchi o rincorse; schizzi, zampilli. Gocce impazzite come lapilli...
Per quanto abbandoni la fantasia a questi andirivieni, come affidare la testa ad una nuvola sospinta da un libeccio irriverente, per quanto cerchi di offrirmi al vagare delle note nessuna ispirazione giunge.
Lampade accese, echi alla finestra di natura non ancora svanita. La carta è gialla nonostante fuori sia giorno; nonostante le mie speranze di crepuscolo. La stanza profuma di notte. La melodia, ora più scandita, odora di sera e nebbia.
Niente.
Sembra l'inchiostro non abbia più molto da raccontare ormai...
Sono lontani i giorni, oggi ricordi diafani e vaghi, di notti in cui a stento si faceva spazio la lampada nella tenebra, con la penna che volava lieve su post-it e raccoglitori, con il fiore più bello a dormir nella penombra tra lenzuola sfiorite. L'entusiasmo di quel calore, l'oblio di quel periodo...
Ora che le sillabe pare abbian perso vigore, che troppo breve è la notte e troppo sontuosa la musica. Ora che la mia anima è troppo sgretolata per percepire le carezze delle muse non restan che lacrime per l'inchiostro che fu: la gioia ed il buio di cui ho saputo scrivere senza farne tesoro.
04Maggio2008 ore 19:00
on air G. Allevi
mercoledì 7 maggio 2008
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