mercoledì 11 aprile 2007

can't rain all the time

Qualcuno nel celeberrimo
film "Il corvo" fece dire a Eric Draven "Non può piovere per sempre"...Tuttavia, credo anche bisogni imparare a scrutare, perché guardando dal giusto punto d'osservazione nella commozione del cielo si può scorgere l'arcobaleno.

Che questa esistenza sia colma di controsensi ed ingiustizie tanto da sembrar strabordante di merda è lampante; per questo trovo il suicidio una fuga facile. Troppo facile: è il coraggio d'un istante quello da trovare per buttarsi o premere un grilletto; ma riuscire a sollevare la testa dallo sterco che ti sommerge e nonostante tutto ancora aggrapparsi, annaspando, anche... Questo è coraggio, forza. Caricarsi sulle spalle la consapevolezza degli errori, dei dolori, di chi se ne è andato ingiustamente e continuare ad affrontare ogni giorno che si presenta.

E' una scappatoia semplice lasciare agli altri lo schifo. Non è avere il coraggio di morire, bensì è non avere le palle di vivere.
Ungaretti disse:"La morte si sconta vivendo".
Condivido.

Sono una persona molto fortunata, forse per questo sono riuscito a cambiar punto d'osservazione nei bui più tetri. Ma sono comunque fiero d'esserci riuscito. Perché la vita è una beffa troppo ben congegnata per non affrontarla con un sorriso, per quanto cupo. Senza mancar di rispetto per la tetra signora, sola cosa a privarmi d'ogni parola.

Questo post vuol esser spunto per dibattere. Le lacune sono lasciate per dar spazio ai vostri pensieri in merito.
E' stato tratto dopo varie riflessioni da scacchino e nicco.
E' dedicato a tutte quelle persone ingiustamente smarrite lungo l'esistenza e per le quali in parte viviamo; o comunque, per le quali continuo a vivere io...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Dunque qui la discussione sarebbe lunga e perniciosa...Resta fermo il punto che la vita è un po'una bella fregatura, nel senso che abbondano i momenti di tribolazione rispetto a quelli di calma. Per mia sfortuna io non sono un'ottimista, tutt'altro: sono una pessimista cronica e questo di certo non mi aiuta. Mi dico sempre che la vita andrebbe affrontata con un sorriso, ma tra il dire ed il fare c'è una bella differenza.Cerco di farlo davanti agli altri, e pare che ci reisca pure. Salvo poi avere le mie depressioni caspiche che la maggior parte delle persone non si immagina nemmeno, perchè tanto io sono quella forte, quella determinata, quella che soride sempre (si, un corno).
Sul suicidio non mi sento di dare grossi giudizi. Non so quanto sia vigliaccheria. Ci vuole un gran coraggio a superare l'istinto di conservazione così innato nell'uomo.Secondo me non è l'ultimo atto di una disperazione estrema. Non mi sento di dare del vigliacco a chi a fatto una scelta tanto disperata.
"Preghiera in gennaio" è una canzone di de Andrè. Dedicata a Tenco, se non erro. Tutte le volte che la ascolto non riesco a trattenere le lacrime. E' sulla figura del suicida. Secondo me non ci sono parole migliori per descrivere la comprensione, la totale assenza di giudizio di superiorità di chi rimane. Tra le varie strofe, una:"Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo in mezzo ai santi dio tra le sue braccia soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte".
Personalemnte non lo farei. preferisco vivere. E magari trovare ragioni da dare a chi non vuole farlo più. Ma non riesco a giudicare una cosa così disperata.

Stefania Tararà ha detto...

Il fatto di parlare di "suicidio" mi irrigidisce.
Non amo giudicare e credo che non aspetti a nessuno farlo... so solo che è giusto esser consapevoli di certe situazioni, capirle, parlarne e mai ignorarle.
Non giudicarle.
Un mio amico si tolse la vita perchè pensava di risolvere i suoi problemi semplicemente lasciandosi andare... Lasciandosi andare.
E' colpa nostra se certe persone si abbandonano a se stessi perchè non trovano in noi un valido aiuto?
...
Attimi fatali, di follia?
Posso solo dire che provo rabbia. Molta. La rabbia di chi è inerme davanti a certe scelte. Inerme davanti a questi gesti di disperazione...

Bisogna esser forti e trovare il coraggio di dire "vado avanti nonostante tutto"?
... Si, almeno provarci fino in fondo!

Stefy

Anonimo ha detto...

Una mia cara amica ha detto, purtroppo in un'occasione funesta: "A quelli che mancano non serve piu nulla se non i pensieri di quelli che restano e a quelli che restano serve molto di piu per colmare il vuoto di quelli che mancano".
Suicidio, omicidio...alla fine son la diversa faccia di una stessa medaglia chiamata Paura. E' vero, un sorriso spesso la fa andar via, un sorriso ti resta dentro come un timbro che ti solletica, e ti coinvolge. Ma non sempre è così, non sempre basta. Accade che l'oscurità a volte sommerga quel rassicurante gesto di gioia, che un evento lo strappi dal volto delle persone care. E' lì che forse dovremmo trovare la forza di indossare noi quella mezzaluna di denti scintillanti per illuminare chi resta, e ricordare chi è andato.
Grazie per questo post Nic, ci vediamo domani?

[n] http://nicco.megablog.it

ni ha detto...

Agnesita, Stefy... più che un giudizio, voleva essere un invito a riflettere; invito rivolto a me per primo.
Il giudizio, inoltre, non è rivolto alle persone o a cause, talvolta fin troppo comprensibili, ma al gesto.

Quel gesto che in Giappone era compiuto in nome dell'onore. Follia forse. Ma era visto come il massimo tributo da pagare per riparare a qualche errore o mancanza. Era sacrificare la cosa di massimo valore: rinunciare al resto della vita in cambio del perdono.
Oggi invece ci si priva della cosa più preziosa per scappare ansie problemi e paure. E' in questo senso di liberazione da qualcosa che scorgo il senso di fuga, di qui il giudizio "vigliacco".

nicco: purtroppo oggi son rimasto a casa perché ancora sarei degente...
spero sia andata bene!!! ;)

credo invece in merito al discorso fatto prima ci siano persone ed eventi che una volta conosciuti e affrontati diano quel sapore che questa tua amica deve aver conosciuto... coraggio.

Stefania Tararà ha detto...

Giusto... una riflessione...
Il pessimista Leopardi diceva "la cosa piú mostruosa in natura”
...
In un momento critico della propria esistenza capita di pensare a come sarebbe scappare definitivamente da tutto...
In quel momento manca il coraggio di andare avanti, l'autostima, la sicurezza nelle proprie forze... e la coscienza di non lasciare, a chi rimane, il fardello rinnegato.

Eppure il suicidio non è solo questo... per alcuni tutt'ora è un gesto di eroismo, di gran coraggio che viene spinto dalla fede o dalla società...
E in quel gesto c'è comunque la liberazione per lo spirito e l'onore per chi rimane...

Due modi diversi per vedere il suicidio... ma che hanno il solito motivo: trovare la libertà.

So con certezza che la sola libertà la si conquista con la forza di andare avanti, di reagire e riuscire a guardare oltre tutto senza farsi soggiogare dalla terribile paura di non farcela...
... ma con altrettanta certezza so che provarci fino in fondo da comunque una gran soddisfazione...

Stè

ni ha detto...

Ma infatti ammetto e comprendo anche l'altro aspetto, "eroico". Come detto, mi riferivo ad una serie di casi inquadrabili in quella serie di culture e società dove è più fuga che eroismo.

Aggiungo poi anche, in seguito alla cronaca di questi giorni, che non è che non comprenda o biasimi chi fugge; dico che io la intendo come fuga e non come sacrificio eroico (non parlo di immolarsi per qualcosa, parlo di uscita alla chetichella).

Ovvio che poi, a seconda delle cause e delle situazioni più o meno condivisibili e comprensibili, alle suddette cause quello che troverei lecito e proporzionale spetti è un altro aspetto.

Anonimo ha detto...

Secondo me è l'ultimo tentativo di gridare aiuto!
So che è paradossale, ma non è facile chiedere aiuto.