Dopo la dipartita della Fawcett, è toccato a un altro divo americano. La morte di Micheal Jackson non è una cosa banale. Ne ha attraversate tante nella sua vita. Vette indicibili e crepaci clamorosi.
Di sicuro la morte del "King of pop" è un duro colpo per chiunque abbia mai provato a ballare negli ultimi trent'anni. I passi inventati da Jackson, così come le sue intuizioni per video e concerti rappresentano ancora l'eccezionale.
La prima visione di Thriller, il moonwalking l'inclinazione dei ballerini in Smooth criminal
credo tutti abbiano negli occhi quanto qui sotto
Ebbene credo sia giusto ricordare la grandezza di un artista che ha saputo marcare i suoi passi in bassorilievo negli occhi di chiunque lo abbia mai guardato.
Del Jackson uomo invece non ho molta voglia di approfondire, soprattutto perché ho una mia visione, del tutto personale.
Non riuscirò mai a vederlo diversamente da un adulto che mai è voluto crescere... un eterno bambino, costretto a rimanere tale da bui della sua infanzia che mai sapremo ma tanto grandi da minarne la personalità.
Inoltre alle aspre critiche degli ultimi tempi si dovrebbe porre a contrasto le grandi opere umanitarie in Africa e nel resto del mondo...
Ed io sono qui solo per un commiato.
Dopo il sorriso dell'america anni '70 se ne sono andati i piedi più Pop che abbia mai visto. Buon volo!
giovedì 25 giugno 2009
Tempo!
Avrei potuto allegare moltissimi video. Da un Jovanotti molto datato alla grandiosa voce di Freddie Mercury che intona "time waits for nobody".
Soprattutto perché questo post è e sarà piuttosto vuoto.
Dieci giorni. Da tanto non aggiorno il blog. Non sarebbero mancate cose da dire. Stati d'animo, furie pre- e post- referendarie, quotidianità o amicizie eccezionali.
E' stato un "silenzio stampa" voluto e rispettato, anche con fatica talvolta.
Ho voluto che rimanessero visualizzati e disponibili dei post ben precisi. Come a voler congelare un momento per prendere fiato e concentrarmi su altro. Come a voler lasciare un monito sugli stati d'animo attraversati e rinarrati e rifiltrati.
Cadaveri esposti lungo le mura del castello in cui per certi versi vado a trincerarmi... paragone macabro. Ingiusto. Ma se metaforicamente inteso, calzante.
Quando si ha l'esigenza di superare un momento, non si può pretendere di riuscirvi con un balzo semplice: serve uno slancio. Prima ancora dello slancio serve concentrarsi e prender fiato.
Dieci giorni. Dieci giorni per inspirare a fondo; occhi chiusi, serrati. Spalancati di colpo.
Il fiato compresso dal diaframma gonfia la gola e le guance mentre esce. Spinta... preso l'abbrivio ora è ricerca di un passo equilibrato e con spinta molto elastica.
Un respiro un po' più fondo e l'ultima spinta.
Stacco da terra.
Se ci sarà un atterraggio morbido o duro. Se ci sarà proprio un atterraggio oppure in quel buio c'è il vuoto non è dato saperlo. Intanto penso alla fase ascendente della parabola.
Potrei chiudere con una sorta di sillogismo dicendo Oh! è parola del Signore!!!
Andando a sostenere che: poiché i rappresentanti stessi dell'Amministratore del condominio "Terra-Paradiso-Inferi" sostengono che "siamo tutti figli di Dio", allora io ne sono figlio. Poiché sono in Parabola e poiché sono figlio del Signore, come tutti, allora posso dire di star parlando anche per lui in questo momento.
Ma penso che baciapile, stomaci deboli e rompipalle siano sempre in agguato. Quindi non lo dico. ^__^
PS: il video è linkato solo perché è la extended version di un video che anche in redux mi toccava molto.
Soprattutto perché questo post è e sarà piuttosto vuoto.
Dieci giorni. Da tanto non aggiorno il blog. Non sarebbero mancate cose da dire. Stati d'animo, furie pre- e post- referendarie, quotidianità o amicizie eccezionali.
E' stato un "silenzio stampa" voluto e rispettato, anche con fatica talvolta.
Ho voluto che rimanessero visualizzati e disponibili dei post ben precisi. Come a voler congelare un momento per prendere fiato e concentrarmi su altro. Come a voler lasciare un monito sugli stati d'animo attraversati e rinarrati e rifiltrati.
Cadaveri esposti lungo le mura del castello in cui per certi versi vado a trincerarmi... paragone macabro. Ingiusto. Ma se metaforicamente inteso, calzante.
Quando si ha l'esigenza di superare un momento, non si può pretendere di riuscirvi con un balzo semplice: serve uno slancio. Prima ancora dello slancio serve concentrarsi e prender fiato.
Dieci giorni. Dieci giorni per inspirare a fondo; occhi chiusi, serrati. Spalancati di colpo.
Il fiato compresso dal diaframma gonfia la gola e le guance mentre esce. Spinta... preso l'abbrivio ora è ricerca di un passo equilibrato e con spinta molto elastica.
Un respiro un po' più fondo e l'ultima spinta.
Stacco da terra.
Se ci sarà un atterraggio morbido o duro. Se ci sarà proprio un atterraggio oppure in quel buio c'è il vuoto non è dato saperlo. Intanto penso alla fase ascendente della parabola.
Potrei chiudere con una sorta di sillogismo dicendo Oh! è parola del Signore!!!
Andando a sostenere che: poiché i rappresentanti stessi dell'Amministratore del condominio "Terra-Paradiso-Inferi" sostengono che "siamo tutti figli di Dio", allora io ne sono figlio. Poiché sono in Parabola e poiché sono figlio del Signore, come tutti, allora posso dire di star parlando anche per lui in questo momento.
Ma penso che baciapile, stomaci deboli e rompipalle siano sempre in agguato. Quindi non lo dico. ^__^
PS: il video è linkato solo perché è la extended version di un video che anche in redux mi toccava molto.
lunedì 15 giugno 2009
time after time
Non è Agosto, ma è già estate prima che sia stato solstizio.
L'aria calda corre lungo la notte. Sale dai muri portandosi l'odore del suono delle strade.
Nel caldo dell'estate e nel trillo delle cicale sperdo i miei pensieri.
E' da tempo, dal tempo di una persona speciale, che ogni volta che si allontana dalla mia vita un elemento portante mi rifugio in questo basso.
Parole di persone lontane, persone perdute. Ferite da guarire al cicatrizzare del vento, del tempo soffiato via.
Se nell'accezione comune l'estate è una stagione di conquiste ed innamoramenti, per me è il momento delle disfatte, dei progetti in frantumi. Ho un regime da basse temperature da che ho lasciato il nido natio.
Mi sbalordisce sempre l'idiozia dei miei lucciconi immedesimati nel pensare ancora al bene di chi si perde.
Forse è naturale.
Potrebbe anche essere solo stupidità. Uno sciocco altruismo che anche quando si dovrebbe pensare a lenire il proprio male si cura di quel legame ormai sgradito all'altro capo della corda.
Resto convinto che volere la gioia dell'altra metà a prescindere da sé sia una grande manifestazione d'amore. Eppure mi sento sempre tanto stupido a continuare a sentirmi vicino anche a chi è ormai distante.
Le notti estive sono sempre belle da contemplare. Auto rade che passano rapide. Schiamazzi e risate. La notte umida che si incolla addosso mentre il cielo terso racconta di zefiri e nuvole trascorse. La notte d'estate è una pinacoteca da scoprire e interpretare. L'unica cosa auspicabile è non aggirarcisi in solitudine.
L'aria calda corre lungo la notte. Sale dai muri portandosi l'odore del suono delle strade.
Nel caldo dell'estate e nel trillo delle cicale sperdo i miei pensieri.
E' da tempo, dal tempo di una persona speciale, che ogni volta che si allontana dalla mia vita un elemento portante mi rifugio in questo basso.
Parole di persone lontane, persone perdute. Ferite da guarire al cicatrizzare del vento, del tempo soffiato via.
Se nell'accezione comune l'estate è una stagione di conquiste ed innamoramenti, per me è il momento delle disfatte, dei progetti in frantumi. Ho un regime da basse temperature da che ho lasciato il nido natio.
Mi sbalordisce sempre l'idiozia dei miei lucciconi immedesimati nel pensare ancora al bene di chi si perde.
Forse è naturale.
Potrebbe anche essere solo stupidità. Uno sciocco altruismo che anche quando si dovrebbe pensare a lenire il proprio male si cura di quel legame ormai sgradito all'altro capo della corda.
Resto convinto che volere la gioia dell'altra metà a prescindere da sé sia una grande manifestazione d'amore. Eppure mi sento sempre tanto stupido a continuare a sentirmi vicino anche a chi è ormai distante.
Le notti estive sono sempre belle da contemplare. Auto rade che passano rapide. Schiamazzi e risate. La notte umida che si incolla addosso mentre il cielo terso racconta di zefiri e nuvole trascorse. La notte d'estate è una pinacoteca da scoprire e interpretare. L'unica cosa auspicabile è non aggirarcisi in solitudine.
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scheggeEframmenti,
tubooooo
domenica 14 giugno 2009
Dreaming
Con Giò e Angie ci siamo un pochino accapigliati discutendo del Sogno.
Sogno inteso come aspirazione massima ed ultima. Qualcosa cui tendere inesorabilmente con tutto sé stesso, a qualunque prezzo.
Ovvio che, in quest'ottica, essere disposti a sacrificarsi interamente fin'anche a morire trovi senso e motivazione.
Può esistere uno scopo che una volta perseguito faccia sentire talmente appagati da non desiderare altro? Essere disposti a morire?
Fulcro della questione, forse, è valutare se si reputi la vita un bene accettabile da spendere per un sogno, per realizzarsi.
Ovviamente il sogno in questione dovrebbe essere tale da non prevedere un punto di arrivo da cui continuare il progetto, bensì un fine ultimo, estremo. Scintilla massima che esplode in gioia. Attimo di perfezione.
Si può morire per un sogno???
Per come la vedo il sogno è qualcosa cui dedicare la vita. Visto il post precedente, forse, dovrei dire i sogni, ma il concetto rimane.
Sillogisticamente se al sogno si dedica la vita a prescindere, la durata di questa in relazione ad esso diviene insignificante: la spenderai comunque in esso. Farlo ogni giorno per cinquant'anni o in un solo istante non cambia niente.
Ma anche praticamente, si potrebbe ritenere un ragionamento valido??
Alla fine del discorso ognuno è rimasto della sua idea. Per quanto mi riguarda, nell'istante in cui si raggiunge un obiettivo importante il senso di appagamento è quasi glorificante. Se potessi raggiungere il massimo perseguibile prefisso e il prezzo fosse la mia vita qui valuterei molto seriamente l'ipotesi. Ne varrebbe la pena.
Il video che ha scatenato tutto è questo.
Prima di leggere sotto guardate il video. Poi prendetevi una pausa per voi stessi, quindi tornate qui.
Per quanto mi riguarda i due concetti importanti da esprimere in relazione sono uno mio ed uno di Giò:
- "Se riesci ad immedesimarti nel kiwi pienamente soddisfatto non potrai non convenire che:
1-Il filmato è bellissimo,
2- Il seguito del filmato è irrilevante. " by Giò
- Il positivismo o negativismo con cui si guarda il finale è del tutto soggettivo poiché esso è aperto e dopo quella lacrima da "sono talmente felice che potrei anche morire" non è specificato cosa accada dopo.
Sogno inteso come aspirazione massima ed ultima. Qualcosa cui tendere inesorabilmente con tutto sé stesso, a qualunque prezzo.
Ovvio che, in quest'ottica, essere disposti a sacrificarsi interamente fin'anche a morire trovi senso e motivazione.
Può esistere uno scopo che una volta perseguito faccia sentire talmente appagati da non desiderare altro? Essere disposti a morire?
Fulcro della questione, forse, è valutare se si reputi la vita un bene accettabile da spendere per un sogno, per realizzarsi.
Ovviamente il sogno in questione dovrebbe essere tale da non prevedere un punto di arrivo da cui continuare il progetto, bensì un fine ultimo, estremo. Scintilla massima che esplode in gioia. Attimo di perfezione.
Si può morire per un sogno???
Per come la vedo il sogno è qualcosa cui dedicare la vita. Visto il post precedente, forse, dovrei dire i sogni, ma il concetto rimane.
Sillogisticamente se al sogno si dedica la vita a prescindere, la durata di questa in relazione ad esso diviene insignificante: la spenderai comunque in esso. Farlo ogni giorno per cinquant'anni o in un solo istante non cambia niente.
Ma anche praticamente, si potrebbe ritenere un ragionamento valido??
Alla fine del discorso ognuno è rimasto della sua idea. Per quanto mi riguarda, nell'istante in cui si raggiunge un obiettivo importante il senso di appagamento è quasi glorificante. Se potessi raggiungere il massimo perseguibile prefisso e il prezzo fosse la mia vita qui valuterei molto seriamente l'ipotesi. Ne varrebbe la pena.
Il video che ha scatenato tutto è questo.
Prima di leggere sotto guardate il video. Poi prendetevi una pausa per voi stessi, quindi tornate qui.
Per quanto mi riguarda i due concetti importanti da esprimere in relazione sono uno mio ed uno di Giò:
- "Se riesci ad immedesimarti nel kiwi pienamente soddisfatto non potrai non convenire che:
1-Il filmato è bellissimo,
2- Il seguito del filmato è irrilevante. " by Giò
- Il positivismo o negativismo con cui si guarda il finale è del tutto soggettivo poiché esso è aperto e dopo quella lacrima da "sono talmente felice che potrei anche morire" non è specificato cosa accada dopo.
sabato 13 giugno 2009
sensazione viscerale trascorsa
per una volta gli ashi non esaltano il riso ed il suo sapore salato non è per un condimento. La nausea stavolta non è per il virus. Si chiama addio questa malattia.
Esistono cose per cui combattere allo stremo. Cose che in alcuni individui si conoscono da sempre poiché l'istinto stesso fa passare all'azione prima che il pensiero possa valutare pro e contro.
Per quanto mi riguarda la parola capace di racchiuderli tutti è Sogni. Però è possibile suddividerli in tre compartimenti di potere: Amore, Principi, Sogno.
Tra questi l'amore è il più controverso. Per quanto spesso sia una manifestazione egoistica, sa suscitare il desiderio di bene incondizionato per la persona amata. Sa far male interiormente come niente altro. E' irriverente verso raziocinio e mediazione.
Per gli individui come me, poi, è qualcosa di imprescindibile. Non saprei ancora vivere con me stesso e basta. Non nel mondo civilizzato.
L'amore è anche bastardo talvolta. Si fa vivo e lampante quando tutto ormai è prossimo a precipitare. O già precipitato.
Tal'altra è un legame indissolubile e tuttavia irrealizzabile.
Insomma, l'amore è una melodia da cui lasciarsi incantare. Vada come vada l'incanto assieme alle ferite lascerà profumi e malìe che renderanno meritevole il vissuto.
Sfortuna vuole che prima che il vissuto divenga felice ricordo, quando si perde un sentimento tanto potente la sola cosa a corrodersi è il frammento d'anima coinvolto.
E' bello percepirsi talmente vivi e universali... aver certezza di avere un'anima.7
Eppure è una tale stretta allo stomaco e alla gola che le lacrime salirebbero indipendentemente da tutto. Ti senti soffocare, quasi il corpo si ribellasse alla sopravvivenza fisiologica.
Con l'anima il frantumi l'involucro non è che un veliero privo di timone: in completa balìa delle onde.
Ecco il significato della malattia tra virgolette. Sapere di star lasciando scivolare via qualcuno di importante fa rivoltare l'anima.
In questi giorni mi sento fin troppo cosmico.
Esistono cose per cui combattere allo stremo. Cose che in alcuni individui si conoscono da sempre poiché l'istinto stesso fa passare all'azione prima che il pensiero possa valutare pro e contro.
Per quanto mi riguarda la parola capace di racchiuderli tutti è Sogni. Però è possibile suddividerli in tre compartimenti di potere: Amore, Principi, Sogno.
Tra questi l'amore è il più controverso. Per quanto spesso sia una manifestazione egoistica, sa suscitare il desiderio di bene incondizionato per la persona amata. Sa far male interiormente come niente altro. E' irriverente verso raziocinio e mediazione.
Per gli individui come me, poi, è qualcosa di imprescindibile. Non saprei ancora vivere con me stesso e basta. Non nel mondo civilizzato.
L'amore è anche bastardo talvolta. Si fa vivo e lampante quando tutto ormai è prossimo a precipitare. O già precipitato.
Tal'altra è un legame indissolubile e tuttavia irrealizzabile.
Insomma, l'amore è una melodia da cui lasciarsi incantare. Vada come vada l'incanto assieme alle ferite lascerà profumi e malìe che renderanno meritevole il vissuto.
Sfortuna vuole che prima che il vissuto divenga felice ricordo, quando si perde un sentimento tanto potente la sola cosa a corrodersi è il frammento d'anima coinvolto.
E' bello percepirsi talmente vivi e universali... aver certezza di avere un'anima.7
Eppure è una tale stretta allo stomaco e alla gola che le lacrime salirebbero indipendentemente da tutto. Ti senti soffocare, quasi il corpo si ribellasse alla sopravvivenza fisiologica.
Con l'anima il frantumi l'involucro non è che un veliero privo di timone: in completa balìa delle onde.
Ecco il significato della malattia tra virgolette. Sapere di star lasciando scivolare via qualcuno di importante fa rivoltare l'anima.
In questi giorni mi sento fin troppo cosmico.
venerdì 12 giugno 2009
Mascherata di iperboli e buonumore
Stavolta, anche stavolta, parlerò un po' di me.
Non è concesso al lettore neppure pensare "che palle", d'altronde è un diario; che pretendevate??
Sono di difficile interpretazione talvolta: vivo d'iperboli e sorriso. Cosa significhi è un tantino complicato da spiegare. Proverò.
Iperbole.
L'iperbole per me, nell'ogni giorno, consiste nel gusto per le reazioni eccessive. Trovo divertente una reazione assurda e spropositata per cose minime. Non sempre sia chiaro, ma frequentemente sì. Apprezzo il dirompente dell'imprevedibile e mi sbellico interiormente nel manifestare concitatamente e con forza le inezie.
Esempio pratico è urlare "ommioddio ecco ora finirà il mondo, sarà un bagno di sangue, un Giudizio Universale!!!" per un bicchiere rovesciato oppure disperarsi per una borsa lasciata nell'altra stanza.
E' giocare col teatro dell'assurdo nella vita vera. Far confrontare il mondo col proprio non sense. Peraltro è una valida maschera.
Ho sempre pensato che la serietà sia fondamentale nei momenti in certi momenti. Tuttavia ritengo che momenti davvero seri, in cui non esista spazio per un sorriso, siano davvero pochissimi.
Peraltro quando davvero sono in preda all'ira il tono muta pesantemente, colmandosi di furore ed emerge un passato romano di cui sempre andrò orgoglioso. Lo sguardo soprattutto cambia, poiché cerca il contatto visivo, il contrasto... ambedue non ammettono repliche; ambedue traboccano adrenalina.
Tuttavia il contesto risulta diplomatico: concitato sì, insofferente pure, ma mai urlato o confusionario. Postura pacifica e tono irato.
Pertanto, già che il vero risentimento è qualcosa di raro ma serio, e quindi formale e privo di sorrisi, tutto il resto è all'insegna del sorriso!
L'assurdo ed il plateale poi in quanto parte del teatrino sono intenzionalmente una immensa e costante burla, mai da prendere sul serio.
Soprattutto perché sia prima che dopo sono accompagnati da sorrisi e buonumore. Insomma una attimo di follia tra risate ripetute.
Il sorriso.
Come accennato, il sorriso è per me imprescindibile. Forse troppo. Sembra talvolta persino a me stesso di non essere in grado di prendere le cose con serietà. Tuttavia la sola cosa che ho imparato è che il più delle volte disperarsi serve solo a perdere l'attimo in cui recuperare il salvabile.
Quindi ampio spazio a sorrisi e buonumore.
Con quest'intenzione di approcciare alla vita fuori di me con accoglienza e speranze vado sereno tra gli altri.
A corollario...
Qui è il guaio: IO so dell'intenzione di perenne facezia, ma gli altri??
Nascono quindi equivoci.
In verità nasce anche il mio costante dubbio di ferire qualcuno, così se all'iperbole e sorriso non segue il sorriso di chi ho di fronte scattano paure e complessi e montagne di scuse per spiegare.
Cosa che rende patetico il divertente: spiegare una battuta rende fallace la battuta e fiacco il comico.
Il significato vero di queste parole nemmeno io lo so. Quello che davvero mi passa per la testa è una lama che collega cuore anima e raziocinio trafiggendoli in una sorta di spiedino doloroso. Mi sono messo pertanto a parlare di maschere, tanto per divagare almeno con la parte più attiva del pensiero.
Forse è solo voglia di sperare che qualcuno mi stia un po' a sentire.
Non so.
Forse è un tentativo di piacere a tutti una volta di più, pascere le grandi insicurezze.
Di certo queste parole mettono nei guai chiunque le legga: ora siete avvisati e dovrete sorridere, quantomeno per compassione, in dietro.
Sorrisi a voi!
Non è concesso al lettore neppure pensare "che palle", d'altronde è un diario; che pretendevate??
Sono di difficile interpretazione talvolta: vivo d'iperboli e sorriso. Cosa significhi è un tantino complicato da spiegare. Proverò.
Iperbole.
L'iperbole per me, nell'ogni giorno, consiste nel gusto per le reazioni eccessive. Trovo divertente una reazione assurda e spropositata per cose minime. Non sempre sia chiaro, ma frequentemente sì. Apprezzo il dirompente dell'imprevedibile e mi sbellico interiormente nel manifestare concitatamente e con forza le inezie.
Esempio pratico è urlare "ommioddio ecco ora finirà il mondo, sarà un bagno di sangue, un Giudizio Universale!!!" per un bicchiere rovesciato oppure disperarsi per una borsa lasciata nell'altra stanza.
E' giocare col teatro dell'assurdo nella vita vera. Far confrontare il mondo col proprio non sense. Peraltro è una valida maschera.
Ho sempre pensato che la serietà sia fondamentale nei momenti in certi momenti. Tuttavia ritengo che momenti davvero seri, in cui non esista spazio per un sorriso, siano davvero pochissimi.
Peraltro quando davvero sono in preda all'ira il tono muta pesantemente, colmandosi di furore ed emerge un passato romano di cui sempre andrò orgoglioso. Lo sguardo soprattutto cambia, poiché cerca il contatto visivo, il contrasto... ambedue non ammettono repliche; ambedue traboccano adrenalina.
Tuttavia il contesto risulta diplomatico: concitato sì, insofferente pure, ma mai urlato o confusionario. Postura pacifica e tono irato.
Pertanto, già che il vero risentimento è qualcosa di raro ma serio, e quindi formale e privo di sorrisi, tutto il resto è all'insegna del sorriso!
L'assurdo ed il plateale poi in quanto parte del teatrino sono intenzionalmente una immensa e costante burla, mai da prendere sul serio.
Soprattutto perché sia prima che dopo sono accompagnati da sorrisi e buonumore. Insomma una attimo di follia tra risate ripetute.
Il sorriso.
Come accennato, il sorriso è per me imprescindibile. Forse troppo. Sembra talvolta persino a me stesso di non essere in grado di prendere le cose con serietà. Tuttavia la sola cosa che ho imparato è che il più delle volte disperarsi serve solo a perdere l'attimo in cui recuperare il salvabile.
Quindi ampio spazio a sorrisi e buonumore.
Con quest'intenzione di approcciare alla vita fuori di me con accoglienza e speranze vado sereno tra gli altri.
A corollario...
Qui è il guaio: IO so dell'intenzione di perenne facezia, ma gli altri??
Nascono quindi equivoci.
In verità nasce anche il mio costante dubbio di ferire qualcuno, così se all'iperbole e sorriso non segue il sorriso di chi ho di fronte scattano paure e complessi e montagne di scuse per spiegare.
Cosa che rende patetico il divertente: spiegare una battuta rende fallace la battuta e fiacco il comico.
Il significato vero di queste parole nemmeno io lo so. Quello che davvero mi passa per la testa è una lama che collega cuore anima e raziocinio trafiggendoli in una sorta di spiedino doloroso. Mi sono messo pertanto a parlare di maschere, tanto per divagare almeno con la parte più attiva del pensiero.
Forse è solo voglia di sperare che qualcuno mi stia un po' a sentire.
Non so.
Forse è un tentativo di piacere a tutti una volta di più, pascere le grandi insicurezze.
Di certo queste parole mettono nei guai chiunque le legga: ora siete avvisati e dovrete sorridere, quantomeno per compassione, in dietro.
Sorrisi a voi!
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sentitamente
mercoledì 10 giugno 2009
appreciate
'sto post fa scopa con "potere".
Piccola pausa dai libri. Lo sguardo si divide tra il monitor e la finestra. Uso il tubo come juke box.
Una canzone che apprezzo molto ma su cui raramente mi soffermo è questa
"beautiful world" di Colin Hay.
Oggi mi ha accalappiato di colpo. Mi sono messo a pensare a quanto mi manchi il mare, lottare con le correnti tra le onde e lasciare che queste si portino via problemi e pensieri.
Mi sono fermato per un attimo. Mi sono soffermato su quante cose mi piaccia fare; quanti sorrisi il mondo abbia la potenzialità di regalare.
Alla fine il mondo può essere un'amaca sull'estrema riva di una proda rigogliosa. Erba forte, alberi fitti, un lago a pochi passi...
Anche sotto al diluvio si può trovare qualcosa di cui sorridere.
... e credo sia importante sforzarsi di trovare quotidianamente qualcosa per cui apprezzare il mondo. Perché trascurare un sorriso è perdere un tesoro prezioso: è depauperamento del demanio spirituale.
Non cambia nulla. Non cambia il mondo, non cambia la vita. Neppure la sfortuna se ne va. Ma in fondo potrebbe valere la pena trovare un motivo per sorridere. Per lo meno darebbe un senso all'aver seguito gli ordini della sveglia a inizio mattina.
Piccola pausa dai libri. Lo sguardo si divide tra il monitor e la finestra. Uso il tubo come juke box.
Una canzone che apprezzo molto ma su cui raramente mi soffermo è questa
"beautiful world" di Colin Hay.
Oggi mi ha accalappiato di colpo. Mi sono messo a pensare a quanto mi manchi il mare, lottare con le correnti tra le onde e lasciare che queste si portino via problemi e pensieri.
Mi sono fermato per un attimo. Mi sono soffermato su quante cose mi piaccia fare; quanti sorrisi il mondo abbia la potenzialità di regalare.
Alla fine il mondo può essere un'amaca sull'estrema riva di una proda rigogliosa. Erba forte, alberi fitti, un lago a pochi passi...
Anche sotto al diluvio si può trovare qualcosa di cui sorridere.
... e credo sia importante sforzarsi di trovare quotidianamente qualcosa per cui apprezzare il mondo. Perché trascurare un sorriso è perdere un tesoro prezioso: è depauperamento del demanio spirituale.
Non cambia nulla. Non cambia il mondo, non cambia la vita. Neppure la sfortuna se ne va. Ma in fondo potrebbe valere la pena trovare un motivo per sorridere. Per lo meno darebbe un senso all'aver seguito gli ordini della sveglia a inizio mattina.
lunedì 8 giugno 2009
l'estate alle porte
Dice l'oroscopo che questa estate sarà di grandissimo fascino per l'ariete. Attraente come non mai, avrà l'imbarazzo della scelta per le persone con mire carnali e d'affetto alla sua porta.
Sarà, ma io mi guardo nello specchio, rimiro la panza che ondeggia e sempre più mi convinco che i soli suonare al portone saranno il macellaio all'angolo, oppure quello più in angolo.
Mah!!!
Vi saluto, che devo andare a comprare il tofu ^__^
Sarà, ma io mi guardo nello specchio, rimiro la panza che ondeggia e sempre più mi convinco che i soli suonare al portone saranno il macellaio all'angolo, oppure quello più in angolo.
Mah!!!
Vi saluto, che devo andare a comprare il tofu ^__^
domenica 7 giugno 2009
rimpianti
A volte si è costretti a compiere ragionamenti che portano lontano da persone
importanti. Talvolta semplicemente ci si rende conto di porte definitivamente chiuse.
Sono scelte complesse. Per quanto mature possano sembrare sono dolorose, anche.
Derivate spesso soltanto di nostre scelte o situazioni.
La sola cosa certa è che i sentimenti sono la lama più affilata al mondo.
Riempire bisacce di aspettative e impegno, caricarsele in spalla e incamminarsi a un lungo viaggio sono solo metafora di quanto i sentimenti possano gravare tra due persone.
E' Avere questa prontezza e trovarsi dinanzi ad un portone chiuso
Qualcuno disse: "Coppia significa affrontare mano nella mano le battaglie di tutti i giorni". Magnifica immagine!
Ecco, è come tendere la mano e trovare un refolo di vento sabbioso nella luce del tramonto.
Fa male; fa dannatamente male.
Esattamente come ricordavo.
importanti. Talvolta semplicemente ci si rende conto di porte definitivamente chiuse.
Sono scelte complesse. Per quanto mature possano sembrare sono dolorose, anche.
Derivate spesso soltanto di nostre scelte o situazioni.
La sola cosa certa è che i sentimenti sono la lama più affilata al mondo.
Riempire bisacce di aspettative e impegno, caricarsele in spalla e incamminarsi a un lungo viaggio sono solo metafora di quanto i sentimenti possano gravare tra due persone.
E' Avere questa prontezza e trovarsi dinanzi ad un portone chiuso
Qualcuno disse: "Coppia significa affrontare mano nella mano le battaglie di tutti i giorni". Magnifica immagine!
Ecco, è come tendere la mano e trovare un refolo di vento sabbioso nella luce del tramonto.
Fa male; fa dannatamente male.
Esattamente come ricordavo.
Problemi Veri ^___^
Post veramente da poco quello che vi apprestate a leggere.
Primo, perché parecchio faceto;
secondo perché di spudorata propaganda e sondaggistica.
Arrivo repentino al punto primo:
Sul globo terracqueo tutto esiste, a mio dire, un profumo supremo che ti penetra le narici da bambino e non ti abbandona più. E' un elisir di drammatica forza psicofisica. Capace di sconvolgere ogni equilibrio e minare le più ferree resistenze.
Quando poi s'insinua da una finestra socchiusa in prossimità delle ore prandiali diviene micidiale.
Mi riferisco al profumo di cipolla soffritta.
Quando ben fatto il soffritto è un arte: nessuna nota fumosa; le verdure prendon il color topazio dell'olio, si rosolano lentamente e principiano a spandere nell'aria tutti i loro aromi. La cipolla poi, ancor più dell'aglio (altro grande sovrano di questo fenomeno), ne è regina. Dolce e penetrante l'odore della cipolla che soffrigge scivola tra le pareti, lungo i muri, ed arriva ineluttabilmente al naso; da lì è un attimo perché arrivi diritto alla bocca dello stomaco.
Non lo attanaglia subito. Dapprima lo coccola, lo manda piano in sollucchero sospendendolo su una nuvola dal profumo intenso. Una volta ammaliato lo serra nelle sue spire scatenando per tutto il corpo ogni stimolo famelico esistente. Se si è a dieta è nullo il passo per iniziare a rodere il bordo della scrivania o il volante dell'auto, persino.
Neppure se si è già pranzato esiste una completa immunità: un minuta voglia ci pervaderà comunque.
Superfluo dire che basta una inezia a vanificare il tutto: olio cattivo, fiamma troppo forte sotto la padella, troppe verdure o troppo poche... Da aroma si passerà a puzzo, ed il ghiotto estimatore della cucina si troverà a scuotere il capo, preda di una cocente delusione.
E' mezzogiorno. Dalla mia finestra è salito da almeno mezz'ora il profumo dell'opera di qualche diabolica massaia intenta a preparare manicaretti. Al mio computer manca metà tastierino numerico. Prima che realizzassi cosa stavo facendo l'avevo già masticato finemente.
Eccoci al punto secondo:
ho ribadito sul blog del Fuma un'idea che frulla da un po' in testa a me e alle mie compagne di nefandezze culinarie finesettimanali. Aprire un blog di cucina (ricette di -) attrarrebbe parecchia utenza. Fornirebbe e riceverebbe interessanti idee, anche.
A questo, visto che si fa per l'audience come in tv, si estenderebbe l'utenza a morbosi ricercatori web. Insomma, si vorrebbe parlare anche di Sesso.
Un baccanale, un focus sul vizio, una bonaria ma consapevole trattazione su alcuni dei più interessanti piaceri conosciuti.
Per ora è un'idea, ma presto potrebbe divenire leggibile realtà.
ovviamente la domanda è "Cosa ne pensate??".
Non sarà il vostro voto a decidere, ma è piacevole discuterne e ricevere consigli su cosa o come impostare il tutto.
Il presupposto iniziale è suddividere in SignoreRicette, Singolandia, PiccolePerversioni, NozioniMinime.
Primo, perché parecchio faceto;
secondo perché di spudorata propaganda e sondaggistica.
Arrivo repentino al punto primo:
Sul globo terracqueo tutto esiste, a mio dire, un profumo supremo che ti penetra le narici da bambino e non ti abbandona più. E' un elisir di drammatica forza psicofisica. Capace di sconvolgere ogni equilibrio e minare le più ferree resistenze.
Quando poi s'insinua da una finestra socchiusa in prossimità delle ore prandiali diviene micidiale.
Mi riferisco al profumo di cipolla soffritta.
Quando ben fatto il soffritto è un arte: nessuna nota fumosa; le verdure prendon il color topazio dell'olio, si rosolano lentamente e principiano a spandere nell'aria tutti i loro aromi. La cipolla poi, ancor più dell'aglio (altro grande sovrano di questo fenomeno), ne è regina. Dolce e penetrante l'odore della cipolla che soffrigge scivola tra le pareti, lungo i muri, ed arriva ineluttabilmente al naso; da lì è un attimo perché arrivi diritto alla bocca dello stomaco.
Non lo attanaglia subito. Dapprima lo coccola, lo manda piano in sollucchero sospendendolo su una nuvola dal profumo intenso. Una volta ammaliato lo serra nelle sue spire scatenando per tutto il corpo ogni stimolo famelico esistente. Se si è a dieta è nullo il passo per iniziare a rodere il bordo della scrivania o il volante dell'auto, persino.
Neppure se si è già pranzato esiste una completa immunità: un minuta voglia ci pervaderà comunque.
Superfluo dire che basta una inezia a vanificare il tutto: olio cattivo, fiamma troppo forte sotto la padella, troppe verdure o troppo poche... Da aroma si passerà a puzzo, ed il ghiotto estimatore della cucina si troverà a scuotere il capo, preda di una cocente delusione.
E' mezzogiorno. Dalla mia finestra è salito da almeno mezz'ora il profumo dell'opera di qualche diabolica massaia intenta a preparare manicaretti. Al mio computer manca metà tastierino numerico. Prima che realizzassi cosa stavo facendo l'avevo già masticato finemente.
Eccoci al punto secondo:
ho ribadito sul blog del Fuma un'idea che frulla da un po' in testa a me e alle mie compagne di nefandezze culinarie finesettimanali. Aprire un blog di cucina (ricette di -) attrarrebbe parecchia utenza. Fornirebbe e riceverebbe interessanti idee, anche.
A questo, visto che si fa per l'audience come in tv, si estenderebbe l'utenza a morbosi ricercatori web. Insomma, si vorrebbe parlare anche di Sesso.
Un baccanale, un focus sul vizio, una bonaria ma consapevole trattazione su alcuni dei più interessanti piaceri conosciuti.
Per ora è un'idea, ma presto potrebbe divenire leggibile realtà.
ovviamente la domanda è "Cosa ne pensate??".
Non sarà il vostro voto a decidere, ma è piacevole discuterne e ricevere consigli su cosa o come impostare il tutto.
Il presupposto iniziale è suddividere in SignoreRicette, Singolandia, PiccolePerversioni, NozioniMinime.
sabato 6 giugno 2009
a casa
Per chi lo avesse perso, per chi non sapesse cosa sia Home.
Eccovi il link a youtube dove sarà in streaming per tutta la settimana.
Ti voglio bene Gea!!!!
Eccovi il link a youtube dove sarà in streaming per tutta la settimana.
Ti voglio bene Gea!!!!
venerdì 5 giugno 2009
il weekend che sarà
Dalla mia personalissima campagna di sensibilizzazione faccialibriana riporto qui
Perché anche se non sembra è fondamentale, soprattutto per ricordare a questi immondi accentratori oligarchici che Questa deve restare una Repubblica Democratica.
Teniamolo tutti a mente!!!
Ricordiamolo ancor di più per il referendum che verrà. Certo, è ancora lontano il mio ideale secondo cui Se rendessero valida anche la scheda bianca come un "annullate e rifate sto schifo di progetto di legge", che renderebbe davvero valido il quorum ed il parere degli italiani. Ma è bene andare e riflettere.
Nonostante ciò che c'è sia ciò che la media degli italiani che incontro meriti, ritengo sia opportuno sperare in un cambiamento in meglio. Se non altro, perché subisco ciò che la massa ha scelto e merita mentre io (con presunzione) non merito.
Ma non perdiamoci d'animo!!!
Perché anche se non sembra è fondamentale, soprattutto per ricordare a questi immondi accentratori oligarchici che Questa deve restare una Repubblica Democratica.
Teniamolo tutti a mente!!!
Ricordiamolo ancor di più per il referendum che verrà. Certo, è ancora lontano il mio ideale secondo cui Se rendessero valida anche la scheda bianca come un "annullate e rifate sto schifo di progetto di legge", che renderebbe davvero valido il quorum ed il parere degli italiani. Ma è bene andare e riflettere.
Nonostante ciò che c'è sia ciò che la media degli italiani che incontro meriti, ritengo sia opportuno sperare in un cambiamento in meglio. Se non altro, perché subisco ciò che la massa ha scelto e merita mentre io (con presunzione) non merito.
Ma non perdiamoci d'animo!!!
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giovedì 4 giugno 2009
Capire
per quanto assurdo, a volte capire chi conti davvero, cosa sia importante, suscita scompiglio e dolore.
Ora ondeggio stranito e con un peso nel petto. L'onda che mi culla è ben definita: si tratta della strana consapevolezza della direzione in cui tendere la mano trovandosi però, ripetitivamente, senza sincronia nel protendersi vicendevolmente.
Disarmante vivere con l'isola ben visibile e la corrente che riporta al punto di partenza.
Sembra facile abbandonare il progetto, ma proprio l'ostinazione e la fiducia in quanto si crede può produrre la differenza.
... nuoto.
Ora ondeggio stranito e con un peso nel petto. L'onda che mi culla è ben definita: si tratta della strana consapevolezza della direzione in cui tendere la mano trovandosi però, ripetitivamente, senza sincronia nel protendersi vicendevolmente.
Disarmante vivere con l'isola ben visibile e la corrente che riporta al punto di partenza.
Sembra facile abbandonare il progetto, ma proprio l'ostinazione e la fiducia in quanto si crede può produrre la differenza.
... nuoto.
mercoledì 3 giugno 2009
have you ever
Hai mai provato ad accostarti a un albero???
la sua ombra regala riparo da calore, vento o pioggia. Lungo la sua corteccia sono percorse vite.
Hai mi provato ad accostarti a un albero???
poggia le mani lungo i suoi fianchi e, chiusi gli occhi, sentire l'acqua e la luce che scorrono. Si mescolano.
Hai mai provato ad accostarti a un albero???
I suoi colori, i suoi suoni... è natura, è energia. Pace.
Albero la vita è dentro di te
crescerò senza capire il perchè
per quanto tempo ho vissuto
nascosto tra le tue foglie
per quanto tempo ho giocato
tra le tue braccia più forti
e soffro vedendo le tue foglie cadere
non posso sentire l'inverno arrivare
perchè?
Albero la vita è dentro di te
crescerò son forte ormai come te
e finalmente ti guardo
tu hai radici più forti
e finalmente ti ascolto
senza paura
senza paura
e soffro vedendo le tue foglie cadere
non posso sentire l'inverno arrivare
perchè?
Salire su un albero è un'esperienza che può essere molto intima e contemplativa. Fatta con rispetto qualunque attività o oggetto possono insegnare. Tendendo l'orecchio, magari...
Arrampicarsi consapevoli di star poggiando gli arti su un qualcosa di vivo; sapere che i frutti colti saranno un dono.
Tuttavia anche solo salire dopo aver studiato gli appigli e preso lo slancio, scivolato nel verde fino a trovare un ramo robusto e accogliente per cullarci. Contemplare.
Altre volte è un rifugio sicuro dai consimili o dalle insicurezze. Un anfratto dove rifiatare per prender lo slancio e reimmergersi nel quotidiano.
Hai mai provato ad accostarti a un albero??? A abbandonarti all'abbraccio dei sui rami e ascoltare??? Bisognerebbe provare. Ci si può scordare di tutto. Ci si può ricordare di Tutto. Se è abbastanza vasto ci si può anche ricordare della nostra condizione d'insignificanza, di parassitismo. Un albero può raccontare molto. Il guaio è che abbiamo disimparato ad ascoltare.
la sua ombra regala riparo da calore, vento o pioggia. Lungo la sua corteccia sono percorse vite.
Hai mi provato ad accostarti a un albero???
poggia le mani lungo i suoi fianchi e, chiusi gli occhi, sentire l'acqua e la luce che scorrono. Si mescolano.
Hai mai provato ad accostarti a un albero???
I suoi colori, i suoi suoni... è natura, è energia. Pace.
Albero la vita è dentro di te
crescerò senza capire il perchè
per quanto tempo ho vissuto
nascosto tra le tue foglie
per quanto tempo ho giocato
tra le tue braccia più forti
e soffro vedendo le tue foglie cadere
non posso sentire l'inverno arrivare
perchè?
Albero la vita è dentro di te
crescerò son forte ormai come te
e finalmente ti guardo
tu hai radici più forti
e finalmente ti ascolto
senza paura
senza paura
e soffro vedendo le tue foglie cadere
non posso sentire l'inverno arrivare
perchè?
Salire su un albero è un'esperienza che può essere molto intima e contemplativa. Fatta con rispetto qualunque attività o oggetto possono insegnare. Tendendo l'orecchio, magari...
Arrampicarsi consapevoli di star poggiando gli arti su un qualcosa di vivo; sapere che i frutti colti saranno un dono.
Tuttavia anche solo salire dopo aver studiato gli appigli e preso lo slancio, scivolato nel verde fino a trovare un ramo robusto e accogliente per cullarci. Contemplare.
Altre volte è un rifugio sicuro dai consimili o dalle insicurezze. Un anfratto dove rifiatare per prender lo slancio e reimmergersi nel quotidiano.
Hai mai provato ad accostarti a un albero??? A abbandonarti all'abbraccio dei sui rami e ascoltare??? Bisognerebbe provare. Ci si può scordare di tutto. Ci si può ricordare di Tutto. Se è abbastanza vasto ci si può anche ricordare della nostra condizione d'insignificanza, di parassitismo. Un albero può raccontare molto. Il guaio è che abbiamo disimparato ad ascoltare.
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tubooooo
lunedì 1 giugno 2009
buco
Il mese di Maggio è completamente volato via.
Cercando di rassettarmi e riordinare spazi ed equilibri. In un periodo in cui ho capito alcune cose e compreso quali persone davvero importanti esistano per me, trovare di cosa scrivere è stato impossibile.
Questioni di tempo, certamente, ma non solo: erano così tanti gli ingranaggi ad arrovellarsi nella mia testa che non sarei riuscito ad allineare parole o pensieri.
Va anche considerato che molte cose sono già state dette ed io non sono persona dall'intelletto tanto fresco e ricco e vasto da essere tanto aggiornato negli ideali, negli sdegni o nelle commozioni. Anziché ripetermi ho preferito soprassedere. Inoltre non sono un patito di fotografia. Questo apparentemente potrebbe non incastrarsi affatto, mentre ha gran valore: se sapessi fare foto appena particolari o originali potrei scovare immagini che traggano spunto a parole estemporanee e d'effetto. Non ho questa virtù. Non amo neppure cercare immagini in rete, salvo rarissimi casi.
Così questo blog, che non è e mai fu un diario, ha avuto un suo basso. E' capitato e ricapiterà.
Tuttavia è per me importante ribadire che in questo distacco dalla blog_narrazione, in cui tutti si ritrovano e raccontano dalle piattaforme di nuova generazione come faccialibro, ebbene questo mio raccontarmi rimarrà prerogativa di questo spazio.
Il mio cuor di tenebra non può prescindere dal mio essere insonne.
Quindi sappiate tutti che la mia uggia, i miei sogni, le mie metafisiche strampalate e idealiste rimarranno qui. Almeno fin quando non sarò in un altroquando a mia volta e avrò occasione di discuterne con ogni compagno di volo e luce a me circostante.
Cercando di rassettarmi e riordinare spazi ed equilibri. In un periodo in cui ho capito alcune cose e compreso quali persone davvero importanti esistano per me, trovare di cosa scrivere è stato impossibile.
Questioni di tempo, certamente, ma non solo: erano così tanti gli ingranaggi ad arrovellarsi nella mia testa che non sarei riuscito ad allineare parole o pensieri.
Va anche considerato che molte cose sono già state dette ed io non sono persona dall'intelletto tanto fresco e ricco e vasto da essere tanto aggiornato negli ideali, negli sdegni o nelle commozioni. Anziché ripetermi ho preferito soprassedere. Inoltre non sono un patito di fotografia. Questo apparentemente potrebbe non incastrarsi affatto, mentre ha gran valore: se sapessi fare foto appena particolari o originali potrei scovare immagini che traggano spunto a parole estemporanee e d'effetto. Non ho questa virtù. Non amo neppure cercare immagini in rete, salvo rarissimi casi.
Così questo blog, che non è e mai fu un diario, ha avuto un suo basso. E' capitato e ricapiterà.
Tuttavia è per me importante ribadire che in questo distacco dalla blog_narrazione, in cui tutti si ritrovano e raccontano dalle piattaforme di nuova generazione come faccialibro, ebbene questo mio raccontarmi rimarrà prerogativa di questo spazio.
Il mio cuor di tenebra non può prescindere dal mio essere insonne.
Quindi sappiate tutti che la mia uggia, i miei sogni, le mie metafisiche strampalate e idealiste rimarranno qui. Almeno fin quando non sarò in un altroquando a mia volta e avrò occasione di discuterne con ogni compagno di volo e luce a me circostante.
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