venerdì 12 giugno 2009

Mascherata di iperboli e buonumore

Stavolta, anche stavolta, parlerò un po' di me.

Non è concesso al lettore neppure pensare "che palle", d'altronde è un diario; che pretendevate??

Sono di difficile interpretazione talvolta: vivo d'iperboli e sorriso. Cosa significhi è un tantino complicato da spiegare. Proverò.

Iperbole.
L'iperbole per me, nell'ogni giorno, consiste nel gusto per le reazioni eccessive. Trovo divertente una reazione assurda e spropositata per cose minime. Non sempre sia chiaro, ma frequentemente sì. Apprezzo il dirompente dell'imprevedibile e mi sbellico interiormente nel manifestare concitatamente e con forza le inezie.

Esempio pratico è urlare "ommioddio ecco ora finirà il mondo, sarà un bagno di sangue, un Giudizio Universale!!!" per un bicchiere rovesciato oppure disperarsi per una borsa lasciata nell'altra stanza.
E' giocare col teatro dell'assurdo nella vita vera. Far confrontare il mondo col proprio non sense. Peraltro è una valida maschera.

Ho sempre pensato che la serietà sia fondamentale nei momenti in certi momenti. Tuttavia ritengo che momenti davvero seri, in cui non esista spazio per un sorriso, siano davvero pochissimi.
Peraltro quando davvero sono in preda all'ira il tono muta pesantemente, colmandosi di furore ed emerge un passato romano di cui sempre andrò orgoglioso. Lo sguardo soprattutto cambia, poiché cerca il contatto visivo, il contrasto... ambedue non ammettono repliche; ambedue traboccano adrenalina.
Tuttavia il contesto risulta diplomatico: concitato sì, insofferente pure, ma mai urlato o confusionario. Postura pacifica e tono irato.


Pertanto, già che il vero risentimento è qualcosa di raro ma serio, e quindi formale e privo di sorrisi, tutto il resto è all'insegna del sorriso!
L'assurdo ed il plateale poi in quanto parte del teatrino sono intenzionalmente una immensa e costante burla, mai da prendere sul serio.
Soprattutto perché sia prima che dopo sono accompagnati da sorrisi e buonumore. Insomma una attimo di follia tra risate ripetute.

Il sorriso.
Come accennato, il sorriso è per me imprescindibile. Forse troppo. Sembra talvolta persino a me stesso di non essere in grado di prendere le cose con serietà. Tuttavia la sola cosa che ho imparato è che il più delle volte disperarsi serve solo a perdere l'attimo in cui recuperare il salvabile.
Quindi ampio spazio a sorrisi e buonumore.
Con quest'intenzione di approcciare alla vita fuori di me con accoglienza e speranze vado sereno tra gli altri.


A corollario...
Qui è il guaio: IO so dell'intenzione di perenne facezia, ma gli altri??
Nascono quindi equivoci.
In verità nasce anche il mio costante dubbio di ferire qualcuno, così se all'iperbole e sorriso non segue il sorriso di chi ho di fronte scattano paure e complessi e montagne di scuse per spiegare.
Cosa che rende patetico il divertente: spiegare una battuta rende fallace la battuta e fiacco il comico.

Il significato vero di queste parole nemmeno io lo so. Quello che davvero mi passa per la testa è una lama che collega cuore anima e raziocinio trafiggendoli in una sorta di spiedino doloroso. Mi sono messo pertanto a parlare di maschere, tanto per divagare almeno con la parte più attiva del pensiero.

Forse è solo voglia di sperare che qualcuno mi stia un po' a sentire.
Non so.
Forse è un tentativo di piacere a tutti una volta di più, pascere le grandi insicurezze.

Di certo queste parole mettono nei guai chiunque le legga: ora siete avvisati e dovrete sorridere, quantomeno per compassione, in dietro.

Sorrisi a voi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

...confesso...alla fine ho sorriso :)
Sam