Ringrazio infinitamente Ligeia che ha dato spunto sontuoso.
copincollo subito la mia riflessione:
vogliamo dire di che sogno sia essere nelle lenzuola, vento appena fresco, una carezza lieve di mattino dalla finestra... passare dal sonno più pietrificato al dormiveglia guidati dall'aroma che cresce... intuire dal borbottio il giorno principiare.
socchiudere gli occhi e trovare un sorriso, pelle conosciuta con solo una camicia sbottonata indosso che ti porgono la tazzina... dico, vogliamo dirlo???
SbaaaaaaaaV!
Si partiva da Anna di Battisti e dal passo "la mattina c'è chi mi prepara il caffè".
Ebbene, credo che il caffè portato a letto sia tra i gesti più goduriosi, piacevoli e perché no sensuali di cui possiamo essere oggetto.
E' il protrarsi di un sogno. E' il miglior risveglio possibile. Specie se di domenica o di vacanza quando puoi protrarre il sogno in manifestazioni di gratitudine.
Quel caffè è preludio di un tutto tanto bello da permetterti di non pensare a niente. Una scheggia di vita.
Già solo l'immagine del caffè a letto mi fa distendere le spalle e pensare: "sereno"
giovedì 31 luglio 2008
mercoledì 30 luglio 2008
outside
Prendi fiato.
Tanto da sentire premere sulle coste o appena per un bisbiglio.
Lame di luce filtrano. Il giorno ha già bussato ore fa.
Spalanca il tuo universo al mondo.
Che cosa vedi?
Il mondo multimediale è un crogiuolo di contatti a zero distanza con tutto il mondo. Tuttavia ci si vede pochissimo, ci si conosce solo in frammenti, in ipotesi di veridicità.
E' giusto così. Ma è anche triste. Così, sebbene con ritardo notevole rispetto all'intenzione, aderisco alla mia campagna "che cosa vedi?" (mia perché non conosco altre iniziative ufficiali in merito, aderisco perché l'idea non è partita da me).
Cosa si vede dalla nostra soglia sul mondo tangibile? Che mondo c'è fuori dalle nostre finestre.
La mia finestra racconta questo.
Era fine Ottobre.
Tanto da sentire premere sulle coste o appena per un bisbiglio.
Lame di luce filtrano. Il giorno ha già bussato ore fa.
Spalanca il tuo universo al mondo.
Che cosa vedi?
Il mondo multimediale è un crogiuolo di contatti a zero distanza con tutto il mondo. Tuttavia ci si vede pochissimo, ci si conosce solo in frammenti, in ipotesi di veridicità.
E' giusto così. Ma è anche triste. Così, sebbene con ritardo notevole rispetto all'intenzione, aderisco alla mia campagna "che cosa vedi?" (mia perché non conosco altre iniziative ufficiali in merito, aderisco perché l'idea non è partita da me).
Cosa si vede dalla nostra soglia sul mondo tangibile? Che mondo c'è fuori dalle nostre finestre.
La mia finestra racconta questo.
Era fine Ottobre.
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lunedì 28 luglio 2008
la cura
Ogni tanto m'impongo di riascoltare due brani che parlano di cura.
Uno è "è non è" di Niccolò Fabi, in cui viene espresso il concetto di "cura del tempo". Metodo curativo cui prima o poi tutti ci siamo affidati.I risultati ancora io mi chiedo se siano efficaci e risolutivi a distanza di anni, però intanto sono in cura.
L'altro brano è, scontatamente, "La Cura" di Franco Battiato. Approfondisco un po' il mio legame a quella che secondo molti è una delle più belle canzoni d'amore al mondo.
La cura è palesemente un'ode all'amore, all'amore puro. Il concetto che maggiormente tocca la mia anima è l'istinto di protezione verso un essere puro, candido, superiore al malvagio ferirsi dell'umanità... Di fronte ad un essere così lieve l'istinto di difesa, di volontà di risanare, d'essere alcova sicura e tiepida dove guarire le ferite che il mondo ha in serbo, diviene per me predominante; comprensibile. Condivisibile, soprattutto.
Tuttavia questa delicatezza esistenziale per me è inesistente nella specie homo sapiens sapiens. Così, forse assurdamente, stravolgo la direzionalità della canzone del Maestro siciliano imprimendo una direzione personalissima.
I soli esseri per la mia anima candidi tanto da non esser lambiti dalla malvagità umana, gli innocenti veri ai miei occhi sono gli animali; le creature incapaci di discernere con semenza tra bene e male ed arbitrariamente optare per il male.
Così la curaassume per me i connotati di una lirica rivolta alle creature più pure, un'ode all'intenzione di aiutarle, preservarle, curarle. Il passo
Perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te
E' il mio manifesto e promemoria del perché ho scelto Veterinaria. E' la summa dell'intenzione che spero muova ogni mio quotidiano professionale.
Forse è pura follia. Ma è una follia in cui trovo riscontro alla mia morale. E' la follia con cui voglio fronteggiare il mondo così distante da me.
Sono ciò con cui ho più gioia e sensazioni a dialogare. Voglio ringraziarli come meglio posso per questo tacito confronto d'anime che ogni volta che incrocio lo sguardo di un animale mi lambisce.
Uno è "è non è" di Niccolò Fabi, in cui viene espresso il concetto di "cura del tempo". Metodo curativo cui prima o poi tutti ci siamo affidati.I risultati ancora io mi chiedo se siano efficaci e risolutivi a distanza di anni, però intanto sono in cura.
L'altro brano è, scontatamente, "La Cura" di Franco Battiato. Approfondisco un po' il mio legame a quella che secondo molti è una delle più belle canzoni d'amore al mondo.
La cura è palesemente un'ode all'amore, all'amore puro. Il concetto che maggiormente tocca la mia anima è l'istinto di protezione verso un essere puro, candido, superiore al malvagio ferirsi dell'umanità... Di fronte ad un essere così lieve l'istinto di difesa, di volontà di risanare, d'essere alcova sicura e tiepida dove guarire le ferite che il mondo ha in serbo, diviene per me predominante; comprensibile. Condivisibile, soprattutto.
Tuttavia questa delicatezza esistenziale per me è inesistente nella specie homo sapiens sapiens. Così, forse assurdamente, stravolgo la direzionalità della canzone del Maestro siciliano imprimendo una direzione personalissima.
I soli esseri per la mia anima candidi tanto da non esser lambiti dalla malvagità umana, gli innocenti veri ai miei occhi sono gli animali; le creature incapaci di discernere con semenza tra bene e male ed arbitrariamente optare per il male.
Così la curaassume per me i connotati di una lirica rivolta alle creature più pure, un'ode all'intenzione di aiutarle, preservarle, curarle. Il passo
Perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te
E' il mio manifesto e promemoria del perché ho scelto Veterinaria. E' la summa dell'intenzione che spero muova ogni mio quotidiano professionale.
Forse è pura follia. Ma è una follia in cui trovo riscontro alla mia morale. E' la follia con cui voglio fronteggiare il mondo così distante da me.
Sono ciò con cui ho più gioia e sensazioni a dialogare. Voglio ringraziarli come meglio posso per questo tacito confronto d'anime che ogni volta che incrocio lo sguardo di un animale mi lambisce.
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domenica 27 luglio 2008
Tricks and traps
Per la serie "non ho poi così tanto da scrivere"...
Visto che qualche simpaticona, tempo fa nel discorso "trucchi-tricks", ha commentato laconicamente "te piacerebbe!" ecco qua quello che mi piacerebbe saper fare sui pattini in linea
Anziché singoli trucchi vi linko stavolta delle sontuose compilation di tricks.
Iniziamo dal West coast tour.
Questo qua sopra è un gruppo di professionisti (sì, c'è gente pagata per pattinare creando stunts con quelle cose ai piedi! come per snow e skate!)che viene portato in giro dagli sponsor con un autobussino o un camper (talvolta anche quello Volksvagen!^_^) in cerca degli spot più interessanti delle varie città dei vari stati. Dicesi spot un luogo dove fare il freestyle, l'aggressive... etc etc ovvero spazi da aggredire coi pattini studiati apposta o improvvisati come scalinate ringhiere e così via.
poi...
Vi ho messo un bel pezzone dove compaiono anche delle ragazze.
Come maglietta verde pisello (quello di Hulk??? NO! è al cinema quello...^^'); come quella che grinda una ringhiera e se ne frega di chiudere andando a sbattere al muro. Grande!
In fine
Un altra mega raccolta di trucchi vari.
Bella la fotografia, si vede che le riprese anche qui sono sponsorizzate! Faccio notare che quello che salta il rigagnolo e poi fa un salto da un discreto dislivello fa cose che ai bei tempi anche io facevo: niente tecnica, ma fino a prender fiato e buttarmi giù nel vuoto c'arrivavo e mi divertivo anche!!!
Peccato che a differenza dei pro io finisca quasi tutti i miei salti di culo e ginocchia... ^^'
Divertiti?? Lo spero!
PS: a quelli misti della volta scorsa mancava la sezione moto. Bene!
Andate su youtube e lì cercatevi:
- Travis Pastrana
- X-fighter (con l'anno che volete, io consiglio il 2006)
Attenzione: la visione dei filmati richiede la presenza di mammà a chiudervi la bocca durante la visione
Visto che qualche simpaticona, tempo fa nel discorso "trucchi-tricks", ha commentato laconicamente "te piacerebbe!" ecco qua quello che mi piacerebbe saper fare sui pattini in linea
Anziché singoli trucchi vi linko stavolta delle sontuose compilation di tricks.
Iniziamo dal West coast tour.
Questo qua sopra è un gruppo di professionisti (sì, c'è gente pagata per pattinare creando stunts con quelle cose ai piedi! come per snow e skate!)che viene portato in giro dagli sponsor con un autobussino o un camper (talvolta anche quello Volksvagen!^_^) in cerca degli spot più interessanti delle varie città dei vari stati. Dicesi spot un luogo dove fare il freestyle, l'aggressive... etc etc ovvero spazi da aggredire coi pattini studiati apposta o improvvisati come scalinate ringhiere e così via.
poi...
Vi ho messo un bel pezzone dove compaiono anche delle ragazze.
Come maglietta verde pisello (quello di Hulk??? NO! è al cinema quello...^^'); come quella che grinda una ringhiera e se ne frega di chiudere andando a sbattere al muro. Grande!
In fine
Un altra mega raccolta di trucchi vari.
Bella la fotografia, si vede che le riprese anche qui sono sponsorizzate! Faccio notare che quello che salta il rigagnolo e poi fa un salto da un discreto dislivello fa cose che ai bei tempi anche io facevo: niente tecnica, ma fino a prender fiato e buttarmi giù nel vuoto c'arrivavo e mi divertivo anche!!!
Peccato che a differenza dei pro io finisca quasi tutti i miei salti di culo e ginocchia... ^^'
Divertiti?? Lo spero!
PS: a quelli misti della volta scorsa mancava la sezione moto. Bene!
Andate su youtube e lì cercatevi:
- Travis Pastrana
- X-fighter (con l'anno che volete, io consiglio il 2006)
Attenzione: la visione dei filmati richiede la presenza di mammà a chiudervi la bocca durante la visione
sabato 26 luglio 2008
'til the day came
... segue da ieri
... e continua il viaggio.
dopo il tuffo nel buio seguono altre esperienze.
Una sosta in un'area di sosta può rivelarsi tutt'altro che snervante se in piena tenebra: in prossimità del tangibile è oscurità palpabile, fredda e umida ma non abbastanza da rabbrividire insopportabilmente. Oltre la ristrettezza dell'io però sta lo stupore. Al di là di me, al di là della piazzola c'era il mondo e l'universo. La via lattea era una stria scintillante, un fiume che s'insinuava nella volta celeste. Attorno eran lande, colline, natura. Nessun lampione, forse qualche casa, però pienamente addormentata. Eppure distinguevo cespugli, alberi, steli d'erba quasi. La notte illuminava a giorno il paesaggio con la luce delicata che sa giusto ammantare. Ho visto tutto, ma senza violenza di riflessi, senza abusi di cromatismo.
... la stanchezza che inizia a prevalere. La curiosità del rischio che torna...
è bastata una curva presa in ritardo a causa di quello che doveva essere un batter di ciglia per farmi accostare alla prima piazzola, coprirmi bene gli occhi per ripararmi dal firmamento e dal giorno che stava per giungere.
Ristoro.
Si e no un'ora. Le prime strie di giorno a sventolare in cielo bastano a riportarmi in allerta.
Riprende la marcia, riprendo a meravigliarmi. Sono nei pressi di Orvieto, credo. La strada è un lungo filare teso. A destra la vallata si tuffa in un pendio dolce ma rapido fino ad un fiume di brina. Il verde, ora distinguibile, s'interrompe nel lattescente della nebbia mattutina. Di là l'argine risale fino a un costone di roccia e case.
Il livello del mio percorso è più basso, quasi nel piano della vallata.
La geografia del luogo è simile anche davanti. Il costone però non è abitato da persone, ma dal giorno in arrivo.
Poche ore prima ero sparato nel buio ed ora sono lanciato nel giorno. E' suggestiva la marcia poiché il sole sale da dietro la collina. Alba ritardata dal resto dell'intorno.
Ho avuto modo di raccogliere quell'istante e serbarlo.
Andare verso il giorno col mondo a fianco. Rimarrà un'interessante metafora del vivere, dopo averla vissuta.
Il viaggio proseguì. Con curve e caselli, niente code, discreta fame per colazione. Un viaggio senza fretta, come se ne fanno troppo pochi. Un viaggio in ascolto dei dintorni, senza superarli soltanto.
Inutile specificare che sono giunto a destinazione. Senza quasi aver toccato vino (e comunque dopo una notte insonne era stato smaltito presto) ho viaggiato di ebbrezza in ebbrezza, assaporando tutti i gusti del mondo.
Le tRATtoriate sono esperienze che andrebbero vissute almeno una volta nella vita.I ritorni anche.
... e continua il viaggio.
dopo il tuffo nel buio seguono altre esperienze.
Una sosta in un'area di sosta può rivelarsi tutt'altro che snervante se in piena tenebra: in prossimità del tangibile è oscurità palpabile, fredda e umida ma non abbastanza da rabbrividire insopportabilmente. Oltre la ristrettezza dell'io però sta lo stupore. Al di là di me, al di là della piazzola c'era il mondo e l'universo. La via lattea era una stria scintillante, un fiume che s'insinuava nella volta celeste. Attorno eran lande, colline, natura. Nessun lampione, forse qualche casa, però pienamente addormentata. Eppure distinguevo cespugli, alberi, steli d'erba quasi. La notte illuminava a giorno il paesaggio con la luce delicata che sa giusto ammantare. Ho visto tutto, ma senza violenza di riflessi, senza abusi di cromatismo.
... la stanchezza che inizia a prevalere. La curiosità del rischio che torna...
è bastata una curva presa in ritardo a causa di quello che doveva essere un batter di ciglia per farmi accostare alla prima piazzola, coprirmi bene gli occhi per ripararmi dal firmamento e dal giorno che stava per giungere.
Ristoro.
Si e no un'ora. Le prime strie di giorno a sventolare in cielo bastano a riportarmi in allerta.
Riprende la marcia, riprendo a meravigliarmi. Sono nei pressi di Orvieto, credo. La strada è un lungo filare teso. A destra la vallata si tuffa in un pendio dolce ma rapido fino ad un fiume di brina. Il verde, ora distinguibile, s'interrompe nel lattescente della nebbia mattutina. Di là l'argine risale fino a un costone di roccia e case.
Il livello del mio percorso è più basso, quasi nel piano della vallata.
La geografia del luogo è simile anche davanti. Il costone però non è abitato da persone, ma dal giorno in arrivo.
Poche ore prima ero sparato nel buio ed ora sono lanciato nel giorno. E' suggestiva la marcia poiché il sole sale da dietro la collina. Alba ritardata dal resto dell'intorno.
Ho avuto modo di raccogliere quell'istante e serbarlo.
Andare verso il giorno col mondo a fianco. Rimarrà un'interessante metafora del vivere, dopo averla vissuta.
Il viaggio proseguì. Con curve e caselli, niente code, discreta fame per colazione. Un viaggio senza fretta, come se ne fanno troppo pochi. Un viaggio in ascolto dei dintorni, senza superarli soltanto.
Inutile specificare che sono giunto a destinazione. Senza quasi aver toccato vino (e comunque dopo una notte insonne era stato smaltito presto) ho viaggiato di ebbrezza in ebbrezza, assaporando tutti i gusti del mondo.
Le tRATtoriate sono esperienze che andrebbero vissute almeno una volta nella vita.I ritorni anche.
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venerdì 25 luglio 2008
non solo Battisti
Tempo fa, nel lontano Ottobre 2007, ebbe luogo la tRATtoriata del fan club di Rat-Man. A Noceto, accosto a Parma.
...ritorno nottetempo...
autostrada, via Bologna poi tappa a Firenze. Da lì viaggio solo in compagnia della notte. Immerso nella notte.
Erano le 4 del mattino, forse più tardi. Non c'era nessuno o quasi: un compagno di vagabondaggio notturno ogni 3 km se c'era ressa. I soli fari incrociati sovente erano quelli del firmamento.
La prima follia è stata imitare per un breve momento una canzone di Battisti.
L'illuminazione era comunque forte grazie al cielo terso che offriva alla luna e alla via lattea l'occasione di rischiarare bene. Eppure... eppure sono veramente emozioni.
Anche solo pochi secondi sono altamente suggestivi: ci si ritrova immersi totalmente nel nulla, parte di un oblio, proiettile scagliato nella pece. Ciechi e veloci, puro intuito per percepire se è asfalto o guard rail... se la linea curva o rimane diritta.
Si sente in quell'attimo la vastità del buio, la nostra limitatezza, la precarietà.
L'istinto autodistruttivo sussurra sibillino e arrivan presto i suoi bisbigli. Ma bastan questi a far scattare la prudenza, la ragionevolezza. Il gioco appaga quasi subito, perché la mano va istintivamente a cercare i fari e resistere anche un solo secondo alla rotazione è adrenalina copiosamente secreta.
vivrei d'attimi talvolta.
Bastan quelle schegge impazzite per intuire enormi conoscenze di sé e del mondo.
continua...
...ritorno nottetempo...
autostrada, via Bologna poi tappa a Firenze. Da lì viaggio solo in compagnia della notte. Immerso nella notte.
Erano le 4 del mattino, forse più tardi. Non c'era nessuno o quasi: un compagno di vagabondaggio notturno ogni 3 km se c'era ressa. I soli fari incrociati sovente erano quelli del firmamento.
La prima follia è stata imitare per un breve momento una canzone di Battisti.
L'illuminazione era comunque forte grazie al cielo terso che offriva alla luna e alla via lattea l'occasione di rischiarare bene. Eppure... eppure sono veramente emozioni.
Anche solo pochi secondi sono altamente suggestivi: ci si ritrova immersi totalmente nel nulla, parte di un oblio, proiettile scagliato nella pece. Ciechi e veloci, puro intuito per percepire se è asfalto o guard rail... se la linea curva o rimane diritta.
Si sente in quell'attimo la vastità del buio, la nostra limitatezza, la precarietà.
L'istinto autodistruttivo sussurra sibillino e arrivan presto i suoi bisbigli. Ma bastan questi a far scattare la prudenza, la ragionevolezza. Il gioco appaga quasi subito, perché la mano va istintivamente a cercare i fari e resistere anche un solo secondo alla rotazione è adrenalina copiosamente secreta.
vivrei d'attimi talvolta.
Bastan quelle schegge impazzite per intuire enormi conoscenze di sé e del mondo.
continua...
giovedì 24 luglio 2008
le recenti canzoni
Come forse vari di voi avranno notato, tra le ultime canzoni postate (quelle di una decina di giorni fa per intenderci) alcune fanno anche parte della colona sonora di scrubs.
Serie a cui mi sento molto legato.
Molteplici sono i motivi. Tra questi il classico dubbio da sliding doors: "E se avessi preso medicina?"... Il motivo non si esaurisce ad una facoltà universitaria, ma a tutta la vita che ne sarebbe seguita: non trasferirmi a Pisa, fare la stessa facoltà del mio miglior amico e probabilmente finire a coabitarci a Roma... lui a fare il chirurgo, io probabilmente tutt'altro, magari proprio l'internista.
Da lì il rimanere con gli amici storici... gli eventi i dubbi e il quel che avrebbe potuto essere. Senza rimpianti ma con troppa fantasia forse.
Poi?? Poi mi sento molto legato per i toni della commedia con un fondo d'amarezza, con quel momento troppo affine alla vita da non poter non rimuginare.
Con quei toni arrivano canzoni azzeccate, sfumature suggestive che proiettano la mia mente in tutto quello che chissà.
Affine a me perché continuo a vivere con quella sfumatura di realtà sempre presente, sempre lì a ricordare che in fondo tutto ciò che di medico c'è serve solo a rimandare l'inevitabile.
E' istruttivo rimuginarci ogni giorno, sapere che il verso con cui cerchi di contribuire alla grandiosa opera può venir troncato in ogni momento.
Legato da canzoni i cui testi scopro solo in seconda battuta scoprendo frammenti narrativi in cui immedesimarsi e a cui attingere.
Insomma, sto condividendo parte di quella che è la colonna sonora dei miei pensieri giornalieri.
In fine odio in un frammento di me tutte queste serie sulla medicina, perché trascurano un aspetto fondamentale e ostico: l'aggiornamento, la ricerca, il dubbio, lo studio che accompagnano ininterrottamente ogni sfumatura della professione medica "fatta come si deve". La medicina non è tutta camice, pazienti e pause fantasiose o diagnostiche. Il resto sono volumi enormi e numerosi cui rivolgersi ogni attimo libero.
La medicina è una famiglia di per sé cui dedicarsi molto e raramente viene chiarito che non è per misantropismo o idiozia, bensì per dedizione. E' difficile.
Serie a cui mi sento molto legato.
Molteplici sono i motivi. Tra questi il classico dubbio da sliding doors: "E se avessi preso medicina?"... Il motivo non si esaurisce ad una facoltà universitaria, ma a tutta la vita che ne sarebbe seguita: non trasferirmi a Pisa, fare la stessa facoltà del mio miglior amico e probabilmente finire a coabitarci a Roma... lui a fare il chirurgo, io probabilmente tutt'altro, magari proprio l'internista.
Da lì il rimanere con gli amici storici... gli eventi i dubbi e il quel che avrebbe potuto essere. Senza rimpianti ma con troppa fantasia forse.
Poi?? Poi mi sento molto legato per i toni della commedia con un fondo d'amarezza, con quel momento troppo affine alla vita da non poter non rimuginare.
Con quei toni arrivano canzoni azzeccate, sfumature suggestive che proiettano la mia mente in tutto quello che chissà.
Affine a me perché continuo a vivere con quella sfumatura di realtà sempre presente, sempre lì a ricordare che in fondo tutto ciò che di medico c'è serve solo a rimandare l'inevitabile.
E' istruttivo rimuginarci ogni giorno, sapere che il verso con cui cerchi di contribuire alla grandiosa opera può venir troncato in ogni momento.
Legato da canzoni i cui testi scopro solo in seconda battuta scoprendo frammenti narrativi in cui immedesimarsi e a cui attingere.
Insomma, sto condividendo parte di quella che è la colonna sonora dei miei pensieri giornalieri.
In fine odio in un frammento di me tutte queste serie sulla medicina, perché trascurano un aspetto fondamentale e ostico: l'aggiornamento, la ricerca, il dubbio, lo studio che accompagnano ininterrottamente ogni sfumatura della professione medica "fatta come si deve". La medicina non è tutta camice, pazienti e pause fantasiose o diagnostiche. Il resto sono volumi enormi e numerosi cui rivolgersi ogni attimo libero.
La medicina è una famiglia di per sé cui dedicarsi molto e raramente viene chiarito che non è per misantropismo o idiozia, bensì per dedizione. E' difficile.
mercoledì 23 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
sbav sbav con appuntino
E' uscito il trailer di un film che tiene tutti in attesa. Fortunatamente il buon Deboroh, chi non lo conoscesse DEVE cliccare sul link a Nerdlandia qui a lato, ha già dato notizia e vignetta.
I passo l'avviso, più che altro perché se la sceneggiatura è la stessa di Moore c'è di che sbrodolar giuggiole a vita.
Sto parlando di Watchmenthemovie. Il trailer mostra cose notevoli ed il regista, lo stesso di 300, mi fa sperare in meglio rispetto alle altre trasposizioni cinematografiche di opere a fumetti che han fatto storia.
il trailer lo potete vedere qui
mentre questo è il link diretto alla versione cicciona.
Personalmente [ATTENZIONE CONTIENE MINIMI E VAGHI SPOILER MA LI CONTIENE] il poco che ho visto mi ha lasciato insoddisfatto per due-tre cosucce:
- primo niteowl: costume che appare nel trailer sagomato e tecnologico alla bat-man. Ok, è descritto così, eppure lasciava benissimo vedere che l'uomo sotto la maschera fosse panciuto e fuori forma. Ecco, Niteowl giovane palestrato mi sdubbia un po'
- Miss Jupiter e Ozymandias: anche loro nella storia sono un uomo ed una donna adulti. Piacenti per carità ma adulti, con tratti non da giovane figheira e giovanotto. Va detto che nel caso di Ozymandias almeno i lineamenti sono adatti. Però l'avrei preferito più maturo. Il ringiovanimento dei personaggi per questioni di cast, di accattivarsi i giovani, in questa storia mi pesa un po' e mi puzza anche: sarà più difficile giustificare il salto di tempo.
- La fotografia: mi sembra molto improntata al realismo, all'alta definizione. Avrei preferito qualcosa di un po più sbiadito, vista l'età dell'opera, oppure un effetto patinato come per 300. Quel cromatismo rendeva e rende immensamente.
a presto con nuovi ragguagli
I passo l'avviso, più che altro perché se la sceneggiatura è la stessa di Moore c'è di che sbrodolar giuggiole a vita.
Sto parlando di Watchmenthemovie. Il trailer mostra cose notevoli ed il regista, lo stesso di 300, mi fa sperare in meglio rispetto alle altre trasposizioni cinematografiche di opere a fumetti che han fatto storia.
il trailer lo potete vedere qui
mentre questo è il link diretto alla versione cicciona.
Personalmente [ATTENZIONE CONTIENE MINIMI E VAGHI SPOILER MA LI CONTIENE] il poco che ho visto mi ha lasciato insoddisfatto per due-tre cosucce:
- primo niteowl: costume che appare nel trailer sagomato e tecnologico alla bat-man. Ok, è descritto così, eppure lasciava benissimo vedere che l'uomo sotto la maschera fosse panciuto e fuori forma. Ecco, Niteowl giovane palestrato mi sdubbia un po'
- Miss Jupiter e Ozymandias: anche loro nella storia sono un uomo ed una donna adulti. Piacenti per carità ma adulti, con tratti non da giovane figheira e giovanotto. Va detto che nel caso di Ozymandias almeno i lineamenti sono adatti. Però l'avrei preferito più maturo. Il ringiovanimento dei personaggi per questioni di cast, di accattivarsi i giovani, in questa storia mi pesa un po' e mi puzza anche: sarà più difficile giustificare il salto di tempo.
- La fotografia: mi sembra molto improntata al realismo, all'alta definizione. Avrei preferito qualcosa di un po più sbiadito, vista l'età dell'opera, oppure un effetto patinato come per 300. Quel cromatismo rendeva e rende immensamente.
a presto con nuovi ragguagli
lunedì 21 luglio 2008
LAGUNA (da) SEC(g)A
edited 26-07: aggiornamento! il link musicale agli highlights del gran premio motoGp di Laguna Seca è cambiato poiché il precedente ha cessato di esistere.
Il video è cambiato.
Inoltre vi aggiungo qui un link ai primi giri, quelli da cardiopalma. Si vede benissimo, peccato solo la cronaca in, credo, greco.
Amici! Fanatici! Motociclofili! Tutti!
Ieri notte (in Italia) s'è potuto assistere ad uno dei più memorabili gran premi corsi in MotoGP.
Alla fine ha vinto Rossi, ma in fondo poco importa (stavolta!!!), perché il livello è stato così eccezionale che forse primo e secondo si potevano considerare marginali.
Assurdi: Rossi e Stoner sono stati al di fuori dell'immaginabile sin dal primo giro a Laguna Seca. Entusiasmo puro e protratto. Chissà se non ci fosse stato quel tuffo nella sabbia che razza di ultimi giri ci avrebbero regalato.
Piccola parentesi/tributo va al sorpasso indimenticabile di ieri, quello che solo il talento italiano, la genetica mediterranea ha nelle vene.
Al cavatappino the Corkscrew Rossi ha risposto all'infilata di Stoner con un'infilata ancora più estrema, girando sulla sabbia.
Mi ha ricordato un altro sorpasso memorabile a Laguna Seca, quello di Zanardi(questo link è alla cronaca, in spagnolo, di tutto quel giro. merita!). La sola postilla è che Zanardi di ruote sotto le chiappe ne aveva quattro^^'.
Talento e istinto: genialità personificata.
Ora, visto come i giornalisti (demmmmerda) hanno tentato di fomentare i dissidi tra i due contendenti, io espongo la mia.
- L'errore di Stoner: mi ha addolorato. E' stato di una correttezza infinita cercando di non compromettere minimamente la corsa dell'avversario. Gesto mirabile. Poi, la sfiga: sabbia battuta e solida a bordo pista e subito dopo le sabbie mobili. Minima differenza cromatica ma consistenza all'opposto. Credo l'avesse battezzato come un lungo normale, da cui avrebbe recuperato, e per quindici centimetri Stoner s'è trovato sdraiato. Che dispiacere; il modo più frustrante di uscire da una contesa.
- Le parole dello sconfitto che ha definito la corsa di Rossi "oltre il limite".
Io mi concentrerei ad analizzare la situazione, come Brivio ha fatto dopo la gara. In Yamaha erano nettamente in dietro. Sono riusciti a limare 3-4 decimi di secondo ma sapevano che in Ducati il margine poteva essere ancora maggiore del presupponibile. Infatti la facilità con cui rientrava su Rossi quando perdeva terreno con un errore denota che forse Stoner qualche decimo in più, con via libera, lo avrebbe avuto.
La tattica possibile per Rossi ieri era una sola: non concedergli un metro. Penso fosse ben chiaro nella testa del campione pesarese che se non avesse marcato stretto l'australiano, corpo a corpo, curva a curva, questi si sarebbe staccato nello spazio di un giro. Quindi è stato un continuo susseguirsi di sorpassi. Rossi non poteva star dietro a studiare dove o quando, perché gli sarebbe scappata la preda. Ha solo potuto fare di tutto per arginarlo. Così è stato.
Splendido è stato Stoner che non si è mai tirato in dietro, rimanendo sempre pronto, cercando continue soluzioni.
A Stoner rodeva aver perso, soprattutto così. Non è stata una sfida scorretta, bensì al limite. Correre al limite era secondo me la sola strategia possibile per battere chi palesemente era più forte ieri.
- Le merde dei giornalisti in Gazzetta han dato 10 a Rossi e 5 a Stoner, motivandolo con un >sembrava potesse far tutto e non ha ottenuto nulla<. Anzitutto meraviglioso Rossi che con cuore e manico è riuscito a tenergli le ruote davanti (anche a costo di stendersi); meraviglioso tuttavia anche Stoner che ha fatto di tutto per mettere le sue ruote davanti (anche stendersi).
Più che la metà di differenza di voto avrei dato un mezzo punto di discrepanza. Anche perché se abbiamo urlato e saltato sul divano al terzo giro e per il resto della gara lo dobbiamo sia a Valentino che a Casey. Non dimentichiamoci che le sfide si fanno in due.
Ancora ebbro di una gara simile, attendo impaziente Brno, dove oggi Bayliss ha trionfato e dove di sorpassi se ne sono visti di più e altrettanto belli!
Il video è cambiato.
Inoltre vi aggiungo qui un link ai primi giri, quelli da cardiopalma. Si vede benissimo, peccato solo la cronaca in, credo, greco.
Amici! Fanatici! Motociclofili! Tutti!
Ieri notte (in Italia) s'è potuto assistere ad uno dei più memorabili gran premi corsi in MotoGP.
Alla fine ha vinto Rossi, ma in fondo poco importa (stavolta!!!), perché il livello è stato così eccezionale che forse primo e secondo si potevano considerare marginali.
Assurdi: Rossi e Stoner sono stati al di fuori dell'immaginabile sin dal primo giro a Laguna Seca. Entusiasmo puro e protratto. Chissà se non ci fosse stato quel tuffo nella sabbia che razza di ultimi giri ci avrebbero regalato.
Piccola parentesi/tributo va al sorpasso indimenticabile di ieri, quello che solo il talento italiano, la genetica mediterranea ha nelle vene.
Al cavatappino the Corkscrew Rossi ha risposto all'infilata di Stoner con un'infilata ancora più estrema, girando sulla sabbia.
Mi ha ricordato un altro sorpasso memorabile a Laguna Seca, quello di Zanardi(questo link è alla cronaca, in spagnolo, di tutto quel giro. merita!). La sola postilla è che Zanardi di ruote sotto le chiappe ne aveva quattro^^'.
Talento e istinto: genialità personificata.
Ora, visto come i giornalisti (demmmmerda) hanno tentato di fomentare i dissidi tra i due contendenti, io espongo la mia.
- L'errore di Stoner: mi ha addolorato. E' stato di una correttezza infinita cercando di non compromettere minimamente la corsa dell'avversario. Gesto mirabile. Poi, la sfiga: sabbia battuta e solida a bordo pista e subito dopo le sabbie mobili. Minima differenza cromatica ma consistenza all'opposto. Credo l'avesse battezzato come un lungo normale, da cui avrebbe recuperato, e per quindici centimetri Stoner s'è trovato sdraiato. Che dispiacere; il modo più frustrante di uscire da una contesa.
- Le parole dello sconfitto che ha definito la corsa di Rossi "oltre il limite".
Io mi concentrerei ad analizzare la situazione, come Brivio ha fatto dopo la gara. In Yamaha erano nettamente in dietro. Sono riusciti a limare 3-4 decimi di secondo ma sapevano che in Ducati il margine poteva essere ancora maggiore del presupponibile. Infatti la facilità con cui rientrava su Rossi quando perdeva terreno con un errore denota che forse Stoner qualche decimo in più, con via libera, lo avrebbe avuto.
La tattica possibile per Rossi ieri era una sola: non concedergli un metro. Penso fosse ben chiaro nella testa del campione pesarese che se non avesse marcato stretto l'australiano, corpo a corpo, curva a curva, questi si sarebbe staccato nello spazio di un giro. Quindi è stato un continuo susseguirsi di sorpassi. Rossi non poteva star dietro a studiare dove o quando, perché gli sarebbe scappata la preda. Ha solo potuto fare di tutto per arginarlo. Così è stato.
Splendido è stato Stoner che non si è mai tirato in dietro, rimanendo sempre pronto, cercando continue soluzioni.
A Stoner rodeva aver perso, soprattutto così. Non è stata una sfida scorretta, bensì al limite. Correre al limite era secondo me la sola strategia possibile per battere chi palesemente era più forte ieri.
- Le merde dei giornalisti in Gazzetta han dato 10 a Rossi e 5 a Stoner, motivandolo con un >sembrava potesse far tutto e non ha ottenuto nulla<. Anzitutto meraviglioso Rossi che con cuore e manico è riuscito a tenergli le ruote davanti (anche a costo di stendersi); meraviglioso tuttavia anche Stoner che ha fatto di tutto per mettere le sue ruote davanti (anche stendersi).
Più che la metà di differenza di voto avrei dato un mezzo punto di discrepanza. Anche perché se abbiamo urlato e saltato sul divano al terzo giro e per il resto della gara lo dobbiamo sia a Valentino che a Casey. Non dimentichiamoci che le sfide si fanno in due.
Ancora ebbro di una gara simile, attendo impaziente Brno, dove oggi Bayliss ha trionfato e dove di sorpassi se ne sono visti di più e altrettanto belli!
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domenica 20 luglio 2008
sull'immunità parlamentare
Non so, di norma in paesi più intelligenti, sebbene ritenuti scarti, come il terzo mondo, di fronte a un'idea come quella del nostro governo sarebbero manifestazioni di piazza finanche alla rivolta popolare; guerra civile.
Qui invece è solo biasimo per il povero governo, Berlusconi in primis, a cui viene criticato il progetto e tentato un vago ostruzionismo (perché in fondo anche alle merde all'opposizione sta bene essere intoccabili!).
Altrimenti è silenzio.
Occhio bimbi!!! Di norma questo è il primo passo verso il colpo di stato!
Qui invece è solo biasimo per il povero governo, Berlusconi in primis, a cui viene criticato il progetto e tentato un vago ostruzionismo (perché in fondo anche alle merde all'opposizione sta bene essere intoccabili!).
Altrimenti è silenzio.
Occhio bimbi!!! Di norma questo è il primo passo verso il colpo di stato!
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sabato 19 luglio 2008
sul tour e affini
Riccò è risultato positivo al test per l'eritropoietina (epo). Riccò è stato estromesso dal tour de France. Riccò è stato licenziato dalla sua squadra. Riccò è stato accusato di doping, mandato dai giudici, coperto di ignominia.
... Perché tutto questo mi sembra di averlo già visto?
Quello che invece è nuovo è il trattamento verbale in alcuni tg sportivi, dove in varie interviste ad esperti e facenti parte del settore (oltre ai soliti opinionisti) ho assistito ad uno sdilinquimento a dir poco osceno.
"Questo ragazzo non può certo aver fatto tutto da solo"
"Dovremo supportarlo e assisterlo"
"Ci batteremo con lui davanti ai giudici"
Frasi così e frasi molto più grondanti saliva che è superfluo riportare.
Ecco, qui un pochino mi sento indignato.
Non sono offeso dal voler sostenere un atleta che probabilmente non è molto più dopato di altri, no. Io sono schifato da un sistema "faccia di culo" che stavolta si ricorda di tanti fattori di cui non ha certo tenuto di conto quando ha rovinato la vita a altri corridori anni fa.
Nel ciclismo è luogo comune, probabilmente fondato, che si debba ricorrere ad allenamenti estenuanti al limite fisico e che per integrare debitamente i dispendi si debba ricorrere a sostanze alteranti le performances. E' un mondo dopato e se vuoi essere in vetta devi stare al passo. IMHO tutta la faccenda si basa sulle capacità del medico di calcolare i tempi di "scarico fisiologico"del mdeicinale e trovare modi di somministrazione difficilmente sgamabili.
Ma che il doping riguardi più atleti di quelli indagati è plausibile per credo chiunque.
Quindi chi viene beccato lo è o per errore di gestione dell'atleta o per politiche del mondo ciclistico.
E' una supposizione, ma nel mio spazio penso di aver diritto di esprimerla.
A fronte di questo posso spiegare ora il mio astio:
oggi di Riccò si ricordano tutti del fattore politico-gestionale; oggi Riccò è una povera vittima. Oggi. Oggi che probabilmente fa comodo una linea buonista.
Ma anni fa chi ebbe le stesse accuse di Riccò non venne trattato da povera vittima.
Uno su tutti??? Sì, dai spolpiamo anche qui l'ultimo ciclista italiano definibile un mito... Pantani.
Al pirata vennero imputati gli stessi capi che a Riccò. Il grande sostegno di questi tempi, la volontà di cambiare "un sistema corrotto" non sono stati quasi mai considerati. Era la sola mela marcia.
Le stesse facce di me*da che dieci anni fa hanno sparato a zero su un atleta positivo all'epo, rovinandogli la vita, oggi fanno tappeto rosso di lingue pro lambiture oro-anali ad un atleta nelle stesse condizioni.
Vogliamo essere positivi e dire che il caso Pantani è servito a qualcosa?
No, non vogliamo. Seguono l'onda infischiandosene davvero del problema. Persone senz'anima che per una notizia vendono se stessi, le proprie parole, la dignità d'esser persone.
Tutto questo non è contro Riccò, vittima effettivamente di un sistema che usa ciclisti come cavalli, ma contro tutti coloro che solo oggi sostengono; contro chi poteva pensarci prima e non l'ha fatto. Contro coloro che non ascoltano le loro parole e non sentono il peso sulle loro coscienze di una vita sgretolata.
Alle vittime del sistema, alle vittime degli scavengers (in senso antropozoologico) del giornalismo.
... Perché tutto questo mi sembra di averlo già visto?
Quello che invece è nuovo è il trattamento verbale in alcuni tg sportivi, dove in varie interviste ad esperti e facenti parte del settore (oltre ai soliti opinionisti) ho assistito ad uno sdilinquimento a dir poco osceno.
"Questo ragazzo non può certo aver fatto tutto da solo"
"Dovremo supportarlo e assisterlo"
"Ci batteremo con lui davanti ai giudici"
Frasi così e frasi molto più grondanti saliva che è superfluo riportare.
Ecco, qui un pochino mi sento indignato.
Non sono offeso dal voler sostenere un atleta che probabilmente non è molto più dopato di altri, no. Io sono schifato da un sistema "faccia di culo" che stavolta si ricorda di tanti fattori di cui non ha certo tenuto di conto quando ha rovinato la vita a altri corridori anni fa.
Nel ciclismo è luogo comune, probabilmente fondato, che si debba ricorrere ad allenamenti estenuanti al limite fisico e che per integrare debitamente i dispendi si debba ricorrere a sostanze alteranti le performances. E' un mondo dopato e se vuoi essere in vetta devi stare al passo. IMHO tutta la faccenda si basa sulle capacità del medico di calcolare i tempi di "scarico fisiologico"del mdeicinale e trovare modi di somministrazione difficilmente sgamabili.
Ma che il doping riguardi più atleti di quelli indagati è plausibile per credo chiunque.
Quindi chi viene beccato lo è o per errore di gestione dell'atleta o per politiche del mondo ciclistico.
E' una supposizione, ma nel mio spazio penso di aver diritto di esprimerla.
A fronte di questo posso spiegare ora il mio astio:
oggi di Riccò si ricordano tutti del fattore politico-gestionale; oggi Riccò è una povera vittima. Oggi. Oggi che probabilmente fa comodo una linea buonista.
Ma anni fa chi ebbe le stesse accuse di Riccò non venne trattato da povera vittima.
Uno su tutti??? Sì, dai spolpiamo anche qui l'ultimo ciclista italiano definibile un mito... Pantani.
Al pirata vennero imputati gli stessi capi che a Riccò. Il grande sostegno di questi tempi, la volontà di cambiare "un sistema corrotto" non sono stati quasi mai considerati. Era la sola mela marcia.
Le stesse facce di me*da che dieci anni fa hanno sparato a zero su un atleta positivo all'epo, rovinandogli la vita, oggi fanno tappeto rosso di lingue pro lambiture oro-anali ad un atleta nelle stesse condizioni.
Vogliamo essere positivi e dire che il caso Pantani è servito a qualcosa?
No, non vogliamo. Seguono l'onda infischiandosene davvero del problema. Persone senz'anima che per una notizia vendono se stessi, le proprie parole, la dignità d'esser persone.
Tutto questo non è contro Riccò, vittima effettivamente di un sistema che usa ciclisti come cavalli, ma contro tutti coloro che solo oggi sostengono; contro chi poteva pensarci prima e non l'ha fatto. Contro coloro che non ascoltano le loro parole e non sentono il peso sulle loro coscienze di una vita sgretolata.
Alle vittime del sistema, alle vittime degli scavengers (in senso antropozoologico) del giornalismo.
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venerdì 18 luglio 2008
le prove
diceva un detto per diventare Uomo si devono affrontare tre grandi prove
Contro se stessi
Contro il proprio nemico
Contro la propria paura
Valeva per i guerrieri ma vale ancora oggi. Così intanto che immagino a cosa possa significare essere incomparabilmente forte oggigiorno e come esprimerlo.Intanto che contemplo me stesso da un ciglio sul mondo e tendo a fonder me stesso in un tutt'uno con l'universo ascolto.
Ascolto, si ma con tutto me. Con tutti i sensi e con i sogni. Annuso la densità dell'aria. Sento fremere i miei timori.
Ascolto e guardo fallimenti e illusioni e tutto quanto s'è infranto innanzi. Ascolto il suono dei cocci intanto che mi alzo su loro. Proseguo. Deciso a ergermi sulla montagna dei miei passati in frammenti.
Ascolto.
Marea instabile e vorticante di nubi sotto e attorno a me.
Oltre è sole lieve, e nel diafano accecante vedo i boschi e vallate sottostanti. La meraviglia del mondo che seduto laggiù non vedevo. Attorno quante montagne con cui confrontarsi, quante vette ancora da superare.
Contro se stessi
Contro il proprio nemico
Contro la propria paura
Valeva per i guerrieri ma vale ancora oggi. Così intanto che immagino a cosa possa significare essere incomparabilmente forte oggigiorno e come esprimerlo.Intanto che contemplo me stesso da un ciglio sul mondo e tendo a fonder me stesso in un tutt'uno con l'universo ascolto.
Ascolto, si ma con tutto me. Con tutti i sensi e con i sogni. Annuso la densità dell'aria. Sento fremere i miei timori.
Ascolto e guardo fallimenti e illusioni e tutto quanto s'è infranto innanzi. Ascolto il suono dei cocci intanto che mi alzo su loro. Proseguo. Deciso a ergermi sulla montagna dei miei passati in frammenti.
Ascolto.
Marea instabile e vorticante di nubi sotto e attorno a me.
Oltre è sole lieve, e nel diafano accecante vedo i boschi e vallate sottostanti. La meraviglia del mondo che seduto laggiù non vedevo. Attorno quante montagne con cui confrontarsi, quante vette ancora da superare.
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mercoledì 16 luglio 2008
in the
Ovvero Nel.
Sono andato, in ottima compagnia, ad assistere allo spettacolo ultimo di Alessandro Bergonzoni. Geniale.
Il luogo era un teatro all'aperto in quel di Gavorrano: il teatro delle rocce, cornice molto gradevole per qualsivoglia spettacolo, credo. Infatti è situato in uno spiazzo enorme ricavato tra le miniere. Suggestivo anzicheno.
Dopo un ritardo di rito inizia lo spettacolo. Scenografie scarne; tre pulpiti e qualche pannello montato a mò di botola. Del resto non è che serva davvero la scenografia in casi come questo lo show è li davanti, lo show è lui stesso. Bergonzoni è bastevole a se stesso per essere l'intero spettacolo. SI intuisce; così è.
Nel si articola in più momenti sviluppati attorno ad un filo conduttore centrale da cui Bergonzoni si allontana e riavvicina passando da narratore a protagonista senza che ci se ne accorga mai in anticipo. E' stupore continuo. Il filo conduttore è un'enciclopedia del tutto pensata e ragionata in modo " eticamente caotico", con una disposizione dei lemmi di primo acchitto onirica ma in realtà logica e ragionata; è una disposizione per associazioni, giuochi lessicali, voli pindarici, logiche disarmanti.
Si è sorpresi in ogni momento.
Nello sviluppo poi si trovano parentesi di approfondimento in cui il fruitore dell'enciclopedia si perde nei suoi ragionamenti e pensa e rimugina e ricorda e ricollega... in una condivisione continua col pubblico.
L'effetto è strepitoso.Bergonzoni è di per sé personaggio fuori dai canoni per chiunque. Le parole per lui sono note da intrecciare in melodie virtuosistiche per un pianista incomparabile: crea relazioni ardite e comunemente impensabili regalando una variazione infinita di scoperte all'uditorio.
Il vagare di immagini e intrecci di parole sembra nel minuscolo del tutto fortuito, come si colloquiasse con una persona che segue il flusso dei propri pensieri liberamente, senza l'urgenza di giungere ad una conclusione, un continuo spalancare parentesi e lasciare i pensieri così, sospesi nell'aere, dimentichi del detto latino secondo cui solo scripta manent.
Bergonzoni viaggia così, apparentemente a braccio. Invece quel microcosmo sconnesso si rivela via via parte di un macrocosmico disegno narrativo verbale in cui oltre un'ora di racconti e disegni e intrecci viene a riassumersi in un susseguirsi di parole sparse che tuttavia richiamano alla memoria i fili tutti dello spettacolo proiettando lo spettatore in una carrellata mnemonica involontaria di grande effetto.
Tra le parentesi in prima persona c'è il racconto militare, pantomima della naja vecchio stampo che neppure classici di quelli tipo "la soldatessa alle grandi manovre" o "classe di ferro" potrebbero avvicinare. Per chi intende a cosa alludo, era molto prossima, come spirito, a "L'ultima burba": infatti c'era quella acredine propria solo di chi ha vissuto e rielaborato la cosa. quell'autobiografismo che rende ancor più immediata la gag.
L'altra è la corsa dei vecchi: iperbole di discorsi in successione. Discorsi su discorsi su discorsi... fino a perdersi e ritrovarsi ancora. Fantastico.
Inutile citare, inutile cercare di andare oltre una descrizione d'atmosfere. Al più, se vorrete, potrò trascrivere parti del libretto esplicativo che accompagnava lo spettacolo. Giusto per dare giusto tributo a Bergonzoni e allo spettacolo usando le sole parole adatte a raccontare, le sue.
Noticilla riguardo la fine: è rimasto sul palco a lungo, concedendo ben tre uscite dopo ogni immaginaria discesa di sipario. Pubblico tuttavia in parte già in piedi, senza voglia di applaudire, senza neanche la voglia di bis... forse troppo complesso Bergonzoni per i medi signorotti bempensanti, non so. iosareirimastofinoall'albaadascoltare!
Altra chicca, una volta uscito di scena è iniziato un pezzo audio registrato molto divertente e che metà pubblico ha perso poiché già allontanatosi.
E questo è quanto, anzi, è nel, perché solo nel significa nel...
Sono andato, in ottima compagnia, ad assistere allo spettacolo ultimo di Alessandro Bergonzoni. Geniale.
Il luogo era un teatro all'aperto in quel di Gavorrano: il teatro delle rocce, cornice molto gradevole per qualsivoglia spettacolo, credo. Infatti è situato in uno spiazzo enorme ricavato tra le miniere. Suggestivo anzicheno.
Dopo un ritardo di rito inizia lo spettacolo. Scenografie scarne; tre pulpiti e qualche pannello montato a mò di botola. Del resto non è che serva davvero la scenografia in casi come questo lo show è li davanti, lo show è lui stesso. Bergonzoni è bastevole a se stesso per essere l'intero spettacolo. SI intuisce; così è.
Nel si articola in più momenti sviluppati attorno ad un filo conduttore centrale da cui Bergonzoni si allontana e riavvicina passando da narratore a protagonista senza che ci se ne accorga mai in anticipo. E' stupore continuo. Il filo conduttore è un'enciclopedia del tutto pensata e ragionata in modo " eticamente caotico", con una disposizione dei lemmi di primo acchitto onirica ma in realtà logica e ragionata; è una disposizione per associazioni, giuochi lessicali, voli pindarici, logiche disarmanti.
Si è sorpresi in ogni momento.
Nello sviluppo poi si trovano parentesi di approfondimento in cui il fruitore dell'enciclopedia si perde nei suoi ragionamenti e pensa e rimugina e ricorda e ricollega... in una condivisione continua col pubblico.
L'effetto è strepitoso.Bergonzoni è di per sé personaggio fuori dai canoni per chiunque. Le parole per lui sono note da intrecciare in melodie virtuosistiche per un pianista incomparabile: crea relazioni ardite e comunemente impensabili regalando una variazione infinita di scoperte all'uditorio.
Il vagare di immagini e intrecci di parole sembra nel minuscolo del tutto fortuito, come si colloquiasse con una persona che segue il flusso dei propri pensieri liberamente, senza l'urgenza di giungere ad una conclusione, un continuo spalancare parentesi e lasciare i pensieri così, sospesi nell'aere, dimentichi del detto latino secondo cui solo scripta manent.
Bergonzoni viaggia così, apparentemente a braccio. Invece quel microcosmo sconnesso si rivela via via parte di un macrocosmico disegno narrativo verbale in cui oltre un'ora di racconti e disegni e intrecci viene a riassumersi in un susseguirsi di parole sparse che tuttavia richiamano alla memoria i fili tutti dello spettacolo proiettando lo spettatore in una carrellata mnemonica involontaria di grande effetto.
Tra le parentesi in prima persona c'è il racconto militare, pantomima della naja vecchio stampo che neppure classici di quelli tipo "la soldatessa alle grandi manovre" o "classe di ferro" potrebbero avvicinare. Per chi intende a cosa alludo, era molto prossima, come spirito, a "L'ultima burba": infatti c'era quella acredine propria solo di chi ha vissuto e rielaborato la cosa. quell'autobiografismo che rende ancor più immediata la gag.
L'altra è la corsa dei vecchi: iperbole di discorsi in successione. Discorsi su discorsi su discorsi... fino a perdersi e ritrovarsi ancora. Fantastico.
Inutile citare, inutile cercare di andare oltre una descrizione d'atmosfere. Al più, se vorrete, potrò trascrivere parti del libretto esplicativo che accompagnava lo spettacolo. Giusto per dare giusto tributo a Bergonzoni e allo spettacolo usando le sole parole adatte a raccontare, le sue.
Noticilla riguardo la fine: è rimasto sul palco a lungo, concedendo ben tre uscite dopo ogni immaginaria discesa di sipario. Pubblico tuttavia in parte già in piedi, senza voglia di applaudire, senza neanche la voglia di bis... forse troppo complesso Bergonzoni per i medi signorotti bempensanti, non so. iosareirimastofinoall'albaadascoltare!
Altra chicca, una volta uscito di scena è iniziato un pezzo audio registrato molto divertente e che metà pubblico ha perso poiché già allontanatosi.
E questo è quanto, anzi, è nel, perché solo nel significa nel...
lunedì 14 luglio 2008
sabato 12 luglio 2008
night after night
Insonnia e pensieri che nel buio si susseguono ed inseguono col loro seguito di dubbi di ripensamenti. Talvolta la notte spaventa perché si è soli con se stessi ed i passi delle paure prendono il ritmo dei battiti del cuore. Li senti arrivare, incombono.
Non si può far altro che affrontare la vita giorno dopo giorno. Non è grandioso non avere paure, grandioso è affrontarle.
compendio videomusicale. Overkill di Colin Hay
I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications
Especially at night
I worry over situations
I know will be alright
Perhaps it's just imagination
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Come back another day
Alone between the sheets
Only brings exasperation
It's time to walk the streets
Smell the desperation
At least there's pretty lights
And though there's little variation
It nullifies the night from overkill
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Come back another day
I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications
Especially at night
I worry over situations
I know will be alright
It's just overkill
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away
Non si può far altro che affrontare la vita giorno dopo giorno. Non è grandioso non avere paure, grandioso è affrontarle.
compendio videomusicale. Overkill di Colin Hay
I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications
Especially at night
I worry over situations
I know will be alright
Perhaps it's just imagination
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Come back another day
Alone between the sheets
Only brings exasperation
It's time to walk the streets
Smell the desperation
At least there's pretty lights
And though there's little variation
It nullifies the night from overkill
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Come back another day
I can't get to sleep
I think about the implications
Of diving in too deep
And possibly the complications
Especially at night
I worry over situations
I know will be alright
It's just overkill
Day after day it reappears
Night after night my heartbeat shows the fear
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away
Ghosts appear and fade away
venerdì 11 luglio 2008
treciento?
han fatto notare che sarebbe il numero 289, perché a me blogger segnala anche le bozze nel conto;
in parte lo immaginavo... però pensavo fossero meno le bozze inedite.
Confesso tuttavia che va bene così, anzi meglio: è di fondo un mondo mio, il fatto sia condiviso non cambia che il numero di pensieri riversati è forse più veritiero se tiene conto di quanto è rimasto taciuto.
quindi siamo a 290 con questo! voi tenetene conto.
e tenete conto che il pensiero 300 è stato scritto il 10 luglio 2008.
A chi di dovere, a chi può capire. A Francesco.
in parte lo immaginavo... però pensavo fossero meno le bozze inedite.
Confesso tuttavia che va bene così, anzi meglio: è di fondo un mondo mio, il fatto sia condiviso non cambia che il numero di pensieri riversati è forse più veritiero se tiene conto di quanto è rimasto taciuto.
quindi siamo a 290 con questo! voi tenetene conto.
e tenete conto che il pensiero 300 è stato scritto il 10 luglio 2008.
A chi di dovere, a chi può capire. A Francesco.
giovedì 10 luglio 2008
+1
+1 è il titolo di un albo di Rat-Man di Leo Ortolani.
+1 è il numero che nel titolo porta a 300. Trecento, come quelli di Sparta, quelli di Frank Miller.
300 eroi, nessuno in dietro; marciano assieme verso le vallate destinate agli eroi.
questo odierno è il post trecentesimo. Forse è il fato, non so.
Così in questo numero che ricollega l'uno agli altri 299, in questo giorno in cui tutti gli eroi marciano per ritrovarsi a brindare assieme, Tutti; assieme. Alzo il mio calice e brindo ai miei eroi. Oggi che avrei bevuto alla loro salute brindo doppiamente. Brindo senza lacrime, perché in questo post nessuno rimane in dietro.
+1 è il numero che nel titolo porta a 300. Trecento, come quelli di Sparta, quelli di Frank Miller.
300 eroi, nessuno in dietro; marciano assieme verso le vallate destinate agli eroi.
questo odierno è il post trecentesimo. Forse è il fato, non so.
Così in questo numero che ricollega l'uno agli altri 299, in questo giorno in cui tutti gli eroi marciano per ritrovarsi a brindare assieme, Tutti; assieme. Alzo il mio calice e brindo ai miei eroi. Oggi che avrei bevuto alla loro salute brindo doppiamente. Brindo senza lacrime, perché in questo post nessuno rimane in dietro.
un sentito grazie a Leo Ortolani ed alla sua poetica.
E' merito suo se ho trovato lo spunto
per pensare queste righe così
E' merito suo se ho trovato lo spunto
per pensare queste righe così
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Hugs for those who leave,
sentitamente
mercoledì 9 luglio 2008
tricks
Così
col cuore che pompa alla bocca dello stomaco con echi che rimbombano forte in gola ci si approccia all'ostacolo e si rischia. Il tutto con la consapevolezza che possa andar male, dal livido alle escoriazioni alle fratture al peggio.
Perché farlo allora?
Perché l'ostacolo innanzi è poca cosa rispetto a quello interiore di prender coraggio e osare. Perché in fondo s'è già messo in conto di cadere e, a dirla tutta, anche a cadere c'è da ridere.
Perché è nell'errare che si apprende di più, perché quel dolore insegna di te tante cose, perché cadendo devi proseguire nel tentare, perché dopo esser caduti ci si rialza.
Il bello nei trucchi è chiuderli (ovvero riuscire nel funambolismo) ma la soddisfazione in buona parte deriva dall'impegno antecedente messo, dall'aver racchiuso in sé un intero istante ed averlo fatto esplodere in ogni cellula nel tentativo di riuscire.
Bene o male che vada l'impresa è aver tentato.
col cuore che pompa alla bocca dello stomaco con echi che rimbombano forte in gola ci si approccia all'ostacolo e si rischia. Il tutto con la consapevolezza che possa andar male, dal livido alle escoriazioni alle fratture al peggio.
Perché farlo allora?
Perché l'ostacolo innanzi è poca cosa rispetto a quello interiore di prender coraggio e osare. Perché in fondo s'è già messo in conto di cadere e, a dirla tutta, anche a cadere c'è da ridere.
Perché è nell'errare che si apprende di più, perché quel dolore insegna di te tante cose, perché cadendo devi proseguire nel tentare, perché dopo esser caduti ci si rialza.
Il bello nei trucchi è chiuderli (ovvero riuscire nel funambolismo) ma la soddisfazione in buona parte deriva dall'impegno antecedente messo, dall'aver racchiuso in sé un intero istante ed averlo fatto esplodere in ogni cellula nel tentativo di riuscire.
Bene o male che vada l'impresa è aver tentato.
trucchi
La traduzione più bella e a mio dire azzeccata per tricks è proprio trucchi.
Dicesi trick giochetto funambolico da fare con qualche mezzo di locomozione; le figure per i tornei di abilità destrezza con "aggeggi" come skateboard, surf, snowboard, rollerblades, monopattini, bmx, moto etc. etc....
Trucchi; spingersi alla ricerca del proprio limite e della propria individualità, fonderli e creare qualcosa di impressionante, qualcosa di tuo. Questo per gli innovatori, per gli altri una scia da seguire.
Come per i tuffi, sono classificati con punteggio in base alla difficoltà ed all'ampiezza del gesto e sono componibili.
Vi lascio un pochino di immagini, così vi fate un'idea
disaster backflip soul
grinding 666 feet rail
...ah, già! (PiSara, è bene tu smetta di guardare)
un po' di snowboarding
BMX 1080
tony hawk in Eu
skate vario
Senza altro che il corpo! parkour
Dicesi trick giochetto funambolico da fare con qualche mezzo di locomozione; le figure per i tornei di abilità destrezza con "aggeggi" come skateboard, surf, snowboard, rollerblades, monopattini, bmx, moto etc. etc....
Trucchi; spingersi alla ricerca del proprio limite e della propria individualità, fonderli e creare qualcosa di impressionante, qualcosa di tuo. Questo per gli innovatori, per gli altri una scia da seguire.
Come per i tuffi, sono classificati con punteggio in base alla difficoltà ed all'ampiezza del gesto e sono componibili.
Vi lascio un pochino di immagini, così vi fate un'idea
disaster backflip soul
grinding 666 feet rail
...ah, già! (PiSara, è bene tu smetta di guardare)
un po' di snowboarding
BMX 1080
tony hawk in Eu
skate vario
Senza altro che il corpo! parkour
martedì 8 luglio 2008
altro vecchiume
Lacrime tremule piovon dai miei occhi ora che non c'è che l'oscurità per me. Nubi nella fantasia: l'ombra ammanta ogni idea, or che scintille non donano più le stelle...
Non c'è verso, ogni mio senso e i sogni sfiorano il mio universo solo l'attimo in cui ti penso.
L'assolo aereo di uno storno, solo, nel cielo innalza alle nubi la mia esistenza, oltre l'assenza di vita nel mio sangue barricata.
Vivere non mi appartiene serenamente. Per tutti gli anni mal spesi, senza sveglia. E' giunta la vigilia di affrontare tutte le bugie e il dispendio di idee che il mondo non è mai stato ad ascoltare
Non c'è verso, ogni mio senso e i sogni sfiorano il mio universo solo l'attimo in cui ti penso.
L'assolo aereo di uno storno, solo, nel cielo innalza alle nubi la mia esistenza, oltre l'assenza di vita nel mio sangue barricata.
Vivere non mi appartiene serenamente. Per tutti gli anni mal spesi, senza sveglia. E' giunta la vigilia di affrontare tutte le bugie e il dispendio di idee che il mondo non è mai stato ad ascoltare
domenica 6 luglio 2008
mare passato
-Grafite-
E così un'altra estate
sfuma verso uggiosi giorni
di foglie sbiadite
testimoni
atrofiche di assolati
ricordi felici; iridescenti
foto grigio matita affrescate
... parto.
sfuma verso uggiosi giorni
di foglie sbiadite
testimoni
atrofiche di assolati
ricordi felici; iridescenti
foto grigio matita affrescate
... parto.
sabato 5 luglio 2008
cogitando
Ma se una ragazza mestruata facendo la ruota rischia di trasformare la stanza in un film splatter della seconda metà degli '80, cosa succederebbe se facessi la giravolta con la diarrea???
Certi dubbi mi affliggono... ^^'
Certi dubbi mi affliggono... ^^'
venerdì 4 luglio 2008
reperti vari
Mentre cercavo degli appunti per una carissima amica, ho trovato vecchi fogli volanti di stralci e poesiole ammezzate ed incomplete... Insomma, schegge di passato.
Non avendo voglia di lavorar di lima e cesello per completare o migliorare l'opera, non sapendo dove collocarli tra spazio e tempo passato presente e futuro, ho pensato potessero star bene anche qui. Così. Lampi d'un passato certi giorni impalpabile altri prossimo come mai.
Condivido parecchio, mi è sembrato carino metter frammenti anche di quel periodo.
Ho preferito spezzoni inconclusi ma assolutamente immodificati rispetto ad allora: rendono meglio, forse perfettamente, la situazione la caducità del "quando" in cui sono stati composti.
Spero apprezzerete! (forse più l'intento che la sostanza, ma tant'è)
Non avendo voglia di lavorar di lima e cesello per completare o migliorare l'opera, non sapendo dove collocarli tra spazio e tempo passato presente e futuro, ho pensato potessero star bene anche qui. Così. Lampi d'un passato certi giorni impalpabile altri prossimo come mai.
Condivido parecchio, mi è sembrato carino metter frammenti anche di quel periodo.
Ho preferito spezzoni inconclusi ma assolutamente immodificati rispetto ad allora: rendono meglio, forse perfettamente, la situazione la caducità del "quando" in cui sono stati composti.
Spero apprezzerete! (forse più l'intento che la sostanza, ma tant'è)
giovedì 3 luglio 2008
presente di mare
Possibile sia così idiota e sentimentalone da farmi prendere il magone già solo con "Sapore di mare"?
sigh...
La fine dell'estate... lasciare gli amici... La fine degli amori...La comunicatività dietro uno sguardo
Incomprensioni e pentimenti.
Tempo che scorre...
... vita sbiadita
nb: seguirà vecchiume in merito chiamato grafite
sigh...
La fine dell'estate... lasciare gli amici... La fine degli amori...La comunicatività dietro uno sguardo
Incomprensioni e pentimenti.
Tempo che scorre...
... vita sbiadita
nb: seguirà vecchiume in merito chiamato grafite
mercoledì 2 luglio 2008
mal di piano
oscillare succube e placido ai tratti caleidoscopici dipinti dalla melodia.
Vittima trafitta con precisione chirurgica al cuore. Resto sempre così. Soave, commovente...
In questo anno il pianoforte è divenuto sempre più toccante per me. Efficace, a modo suo.
Poche note per arrivare già sotto pelle: formicolio intenso, brusio di atomi che diffonde tepore. Un andirivieni più marcato e già prende l'anima mia per mano la musica.
Un accordo basso di rinforzo ed è la fine: squarcio che s'apre; che si spalanca, spesso. Troppo spesso ormai. Esplode in me qualcosa di dilaniante. Ipocentro caldo, denso; eppur elettrico. Epicentro diffuso e fradicio; un temporale precettivo.
Il dramma personale di questa splendida suscettibilità sono le corde interiori più sensibili. E' la malinconia il fulcro su cui fa maggior leva lo strumento.
Così la vibrazione d'acqua tintinnante come il fervore d'una cascata è spesso ben altro: corrispondenza d'un qualcosa che smotta.Di un'anfora che non andava rotta.
La sensazione epidermica è ardua da sostenere. Quell'implosione risale, guidata dalla musica, e arriva al perimetro del corpo. Da lì pare voglia traboccare solo sotto forma di nubifragio. Percezione indefinibile di un corpo che vuol piangere per la sua intera estensione.
La riproduzione di onde armoniche prodotte altrove, in un altro giorno, s'espande in me poderosa.
Vengo guidato per colori, nuvole, vallate da farfalle o gabbiani; solo piume a volte. Purtroppo ad emergere sono anche le tinte d'oblio.
Mi ritrovo con note sublimi che estirpano e danno risalto al silenzio che è in me e attorno. Rimango con esso. Solo col silenzio della solitudine, immerso nell'ondeggiante incatenarsi, sempre più virtuoso, d'un oceano di note.
Il piano per me è dolcissimo veleno. Fiele dal gusto mieloso. Strugge e mi atterra, ma non so farne a meno. Forma d'autolesionismo che dopo questo trasudare uggia mi lascia comunque sorridente.
Come gabbiani che scivolano nel vento tempestoso a palpare con singole piume le correnti per vivere una stasi a gran velocità.
Ecco... forse in questo periodo il piano è per me un forte vento in cui librarmi.
La mia deve essere solo cinetosi.
Vittima trafitta con precisione chirurgica al cuore. Resto sempre così. Soave, commovente...
In questo anno il pianoforte è divenuto sempre più toccante per me. Efficace, a modo suo.
Poche note per arrivare già sotto pelle: formicolio intenso, brusio di atomi che diffonde tepore. Un andirivieni più marcato e già prende l'anima mia per mano la musica.
Un accordo basso di rinforzo ed è la fine: squarcio che s'apre; che si spalanca, spesso. Troppo spesso ormai. Esplode in me qualcosa di dilaniante. Ipocentro caldo, denso; eppur elettrico. Epicentro diffuso e fradicio; un temporale precettivo.
Il dramma personale di questa splendida suscettibilità sono le corde interiori più sensibili. E' la malinconia il fulcro su cui fa maggior leva lo strumento.
Così la vibrazione d'acqua tintinnante come il fervore d'una cascata è spesso ben altro: corrispondenza d'un qualcosa che smotta.Di un'anfora che non andava rotta.
La sensazione epidermica è ardua da sostenere. Quell'implosione risale, guidata dalla musica, e arriva al perimetro del corpo. Da lì pare voglia traboccare solo sotto forma di nubifragio. Percezione indefinibile di un corpo che vuol piangere per la sua intera estensione.
La riproduzione di onde armoniche prodotte altrove, in un altro giorno, s'espande in me poderosa.
Vengo guidato per colori, nuvole, vallate da farfalle o gabbiani; solo piume a volte. Purtroppo ad emergere sono anche le tinte d'oblio.
Mi ritrovo con note sublimi che estirpano e danno risalto al silenzio che è in me e attorno. Rimango con esso. Solo col silenzio della solitudine, immerso nell'ondeggiante incatenarsi, sempre più virtuoso, d'un oceano di note.
Il piano per me è dolcissimo veleno. Fiele dal gusto mieloso. Strugge e mi atterra, ma non so farne a meno. Forma d'autolesionismo che dopo questo trasudare uggia mi lascia comunque sorridente.
Come gabbiani che scivolano nel vento tempestoso a palpare con singole piume le correnti per vivere una stasi a gran velocità.
Ecco... forse in questo periodo il piano è per me un forte vento in cui librarmi.
La mia deve essere solo cinetosi.
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