sabato 19 luglio 2008

sul tour e affini

Riccò è risultato positivo al test per l'eritropoietina (epo). Riccò è stato estromesso dal tour de France. Riccò è stato licenziato dalla sua squadra. Riccò è stato accusato di doping, mandato dai giudici, coperto di ignominia.

... Perché tutto questo mi sembra di averlo già visto?


Quello che invece è nuovo è il trattamento verbale in alcuni tg sportivi, dove in varie interviste ad esperti e facenti parte del settore (oltre ai soliti opinionisti) ho assistito ad uno sdilinquimento a dir poco osceno.
"Questo ragazzo non può certo aver fatto tutto da solo"
"Dovremo supportarlo e assisterlo"
"Ci batteremo con lui davanti ai giudici"

Frasi così e frasi molto più grondanti saliva che è superfluo riportare.
Ecco, qui un pochino mi sento indignato.
Non sono offeso dal voler sostenere un atleta che probabilmente non è molto più dopato di altri, no. Io sono schifato da un sistema "faccia di culo" che stavolta si ricorda di tanti fattori di cui non ha certo tenuto di conto quando ha rovinato la vita a altri corridori anni fa.

Nel ciclismo è luogo comune, probabilmente fondato, che si debba ricorrere ad allenamenti estenuanti al limite fisico e che per integrare debitamente i dispendi si debba ricorrere a sostanze alteranti le performances. E' un mondo dopato e se vuoi essere in vetta devi stare al passo. IMHO tutta la faccenda si basa sulle capacità del medico di calcolare i tempi di "scarico fisiologico"del mdeicinale e trovare modi di somministrazione difficilmente sgamabili.
Ma che il doping riguardi più atleti di quelli indagati è plausibile per credo chiunque.

Quindi chi viene beccato lo è o per errore di gestione dell'atleta o per politiche del mondo ciclistico.
E' una supposizione, ma nel mio spazio penso di aver diritto di esprimerla.

A fronte di questo posso spiegare ora il mio astio:
oggi di Riccò si ricordano tutti del fattore politico-gestionale; oggi Riccò è una povera vittima. Oggi. Oggi che probabilmente fa comodo una linea buonista.
Ma anni fa chi ebbe le stesse accuse di Riccò non venne trattato da povera vittima.
Uno su tutti??? Sì, dai spolpiamo anche qui l'ultimo ciclista italiano definibile un mito... Pantani.
Al pirata vennero imputati gli stessi capi che a Riccò. Il grande sostegno di questi tempi, la volontà di cambiare "un sistema corrotto" non sono stati quasi mai considerati. Era la sola mela marcia.

Le stesse facce di me*da che dieci anni fa hanno sparato a zero su un atleta positivo all'epo, rovinandogli la vita, oggi fanno tappeto rosso di lingue pro lambiture oro-anali ad un atleta nelle stesse condizioni.

Vogliamo essere positivi e dire che il caso Pantani è servito a qualcosa?

No, non vogliamo. Seguono l'onda infischiandosene davvero del problema. Persone senz'anima che per una notizia vendono se stessi, le proprie parole, la dignità d'esser persone.


Tutto questo non è contro Riccò, vittima effettivamente di un sistema che usa ciclisti come cavalli, ma contro tutti coloro che solo oggi sostengono; contro chi poteva pensarci prima e non l'ha fatto. Contro coloro che non ascoltano le loro parole e non sentono il peso sulle loro coscienze di una vita sgretolata.

Alle vittime del sistema, alle vittime degli scavengers (in senso antropozoologico) del giornalismo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Riporto una discussione tra due vecchietti in fila alla cassa della coop...

-Vecchietto 1: "che scandalo il caso del ciclista Riccò"

-Vecchietto 2: "Davvero..ormai lo sport non è più quello di una volta.
Adesso gli atleti sono tutti ATTOPATI"

Meraviglioso!!!