Come forse vari di voi avranno notato, tra le ultime canzoni postate (quelle di una decina di giorni fa per intenderci) alcune fanno anche parte della colona sonora di scrubs.
Serie a cui mi sento molto legato.
Molteplici sono i motivi. Tra questi il classico dubbio da sliding doors: "E se avessi preso medicina?"... Il motivo non si esaurisce ad una facoltà universitaria, ma a tutta la vita che ne sarebbe seguita: non trasferirmi a Pisa, fare la stessa facoltà del mio miglior amico e probabilmente finire a coabitarci a Roma... lui a fare il chirurgo, io probabilmente tutt'altro, magari proprio l'internista.
Da lì il rimanere con gli amici storici... gli eventi i dubbi e il quel che avrebbe potuto essere. Senza rimpianti ma con troppa fantasia forse.
Poi?? Poi mi sento molto legato per i toni della commedia con un fondo d'amarezza, con quel momento troppo affine alla vita da non poter non rimuginare.
Con quei toni arrivano canzoni azzeccate, sfumature suggestive che proiettano la mia mente in tutto quello che chissà.
Affine a me perché continuo a vivere con quella sfumatura di realtà sempre presente, sempre lì a ricordare che in fondo tutto ciò che di medico c'è serve solo a rimandare l'inevitabile.
E' istruttivo rimuginarci ogni giorno, sapere che il verso con cui cerchi di contribuire alla grandiosa opera può venir troncato in ogni momento.
Legato da canzoni i cui testi scopro solo in seconda battuta scoprendo frammenti narrativi in cui immedesimarsi e a cui attingere.
Insomma, sto condividendo parte di quella che è la colonna sonora dei miei pensieri giornalieri.
In fine odio in un frammento di me tutte queste serie sulla medicina, perché trascurano un aspetto fondamentale e ostico: l'aggiornamento, la ricerca, il dubbio, lo studio che accompagnano ininterrottamente ogni sfumatura della professione medica "fatta come si deve". La medicina non è tutta camice, pazienti e pause fantasiose o diagnostiche. Il resto sono volumi enormi e numerosi cui rivolgersi ogni attimo libero.
La medicina è una famiglia di per sé cui dedicarsi molto e raramente viene chiarito che non è per misantropismo o idiozia, bensì per dedizione. E' difficile.
giovedì 24 luglio 2008
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