martedì 30 settembre 2008

sorriso piccolo piccolo

Questa canzone l'ho sempre conosciuta per l'intro. E' sempre stata fortemente terapeutica, la classica melodia che riesce a strapparti un sorriso.

Un sorriso piccolo che ti rimette al mondo anche solo per un momento. E' qualcosa di prezioso.
Ci sono persone, ci sono fotografie, ci sono cene, ci sono melodie.
Avere un jolly per un sorriso piccolo piccolo è utilissimo. Nel momento più uggioso della settimana sarà quello che vi terrà lontani da gesti estremi, un istantaneo memento al gradevole della vita.

Il Video degli Augustana è riuscito a strapparmi un sorriso non solo attraverso la melodia.




L'immagine molto piacevole (per quanto terrificante, poveri strumentiiiii!) della spiaggia invasa di pianoforte e del suonare travolti dall'impeto dell'oceano mi ha davvero conquistato. Il paragone con le nostre distese di ombrelloni è stato immediato: quanto sarebbe più bello se fosse tutto strumenti!

Poi un passo del testo mi ha estremamente stupito " I think a need a sunrise, I'm tired of the sunset" .
Credo sia un modo eccellente di esprimere la voglia di cambiamento quando si sente il mondo attorno chiudersi addosso. Ci si spegne coscientemente. Incapaci di afferrare il proprio destino neanche fosse sabbia di clessidra. Così l'unica speranza è andarsene, scappare.

Scappare...

Credo che scappare sia un sistema per rimandare, per svicolare. La sola cosa davvero giusta è cercare un'alba da cui ripartire. Perché il mondo è sempre lo stesso ovunque, ma i giorni mai. Simili al più, ma mai uguali.

Così, se fino a ieri andava tutto bene oggi deve andare di più. che da domani bisogna darsi da fare per cercare un albeggio su misura.

lunedì 29 settembre 2008

e va ancora in onda

Lo ricordate???

era una delle trovate più esilaranti e ben congegnate dai Gialappi



L'intelligente, puntata del 17-10-06. Incredibile quanto sia ancora attuale e plausibile. Soprattutto è triste tanto da doversi infuriare: due anni di nulla... ho reso persino di più io all'università dello Stato italiano!

domenica 28 settembre 2008

cogitar solitario

di seguito a ieri. Forse di seguito a un anno fa anche.

Non so...



Periodo strano Settembre, empiricamente considerabile un mese difficile per i sentimenti.

La canzone citata ieri ha un testo che avreste facilmente trovato qui un anno fa. Invece arriva oggi. Forse non è fortuito. Forse, come dice Oogwai "Il caso non esiste" e così mi ritrovo a vedere vissute emozioni che conosco ancora bene.



Perché allora rivangare impressioni vissute, dolorose, e ormai superate, come quelle della canzone di Rhett Miller -Come Around- ????

Semplicemente perché a distanza di un anno dalle stesse identiche precise sensazioni sono ancora qui. La vita è andata avanti e per certi aspetti individuali è persino migliorata.
Ricordo ancora l'abito - non abito con cui crollò il mondo d'intorno.
Beh, francamente sto ripiastrellando il bagno intanto che mi godo il sole in veranda!!! Insomma, è vero. Crolla tutto. Ma si ricostruisce. Piano e con enormi sforzi, che talvolta le macerie sono proprio pesantissime che verrebbe quasi da sedersi e piangere... tutti soli e tinti d'ombra.
Ma anche nel momento più triste e solo, oggi, mi sento di garantire che Va tutto bene, come l'altro giorno.

Perché la vita è una parte magnifica dell'esistenza e non è mai detto che chi chiamiamo attorno in quel momento sia la mezza mela Platonica.
Dovremmo limitarci a prendere coscienza che per quanto "Destinati a vivere da soli per il resto della vita" dovremmo soltanto impegnarci e vivere e con lo scintillio del nostro sorriso (ex fatiscente) continuare a "chiamare attorno".

Se la nostra metà esiste, arriverà.

O non arriverà mai. L'importante è esser stati felici in sua attesa per poterle raccontare buone storie felici. L'importante è riconoscerla se arriverà e non aver preso impegni inscindibili prima di averla trovata.

Per il resto, quando si è soli va tutto bene.
Anche la solitudine, credo,
non è altro che un'aumentata percezione della realtà.

sabato 27 settembre 2008

vagar solingo

Riprendo un discorso vecchio, trovando lo spunto col video giusto che piùgiusto non si può.

"... perché niente è peggio che sentirsi soli, pur avendo un sacco di persone attorno."



oppure nella versione originale qui

Ecco, credo sia successo a tutti di sentire quella mancanza tra le mani ed il petto di avere qualcuno da stringere, qualcuno con cui confidarsi e da cui sentirsi compresi a fondo.

Sentirsi soli nel profondo, distanti da chiunque... Nessuno capace di scalare la rocca in cui ci si è rinchiusi.
E' doloroso talvolta sentirsi così soli.

Ma come il Dottor Dorian credo le persone non siano fatte per esser sole; eppure credo anche che la solitudine e la coscienza di questa condizione siano parte integrante e distintiva dell'uomo. Siamo soli. Sempre e comunque, contro tutto. La nostra individualità è imprescindibile e quando incalza quel senso di marginalità perimetrale del mondo è solo una testimonianza di una non totale capacità di far forza su noi stessi.
Forse quando mi sento così solo è semplicemente un incompleto ascolto dato a me stesso. Quando mi deciderò a gravare tutto il peso sulle mie sole spalle e gambe, forse, troverò la capacità di non sentirmi più solo. Forse non sarò più una compagnia sgradevole.

venerdì 26 settembre 2008

sul matrimonio

Sfrutto parole altrui per sottoporvi un ragionamento che ho trovato molto interessante e condivisibile:

"- Non darle retta, bisogna sposarsi con l'uomo che ami. Io ho fatto un matrimonio d'interesse. Risultato? Non ho mai saputo cos'era l'amore.
Perché l'amore è il contrario del buon senso.

- Il matrimonio è come la roulette: alle volte vinci, alle volte perdi. Anche se si è molto innamorati, può sempre andare male...

- Sì, ma in attesa che vada male si ha il tempo di essere felici."

da "Taglia e cuci" di Marjane Satrapi


Ecco, credo l'ultima frase dovrebbe essere tenuta a mente più spesso possibile. Perché in amore fin che si vuole si può sempre trovare il peggio, si è sempre in tempo a vedere tutti i lati negativi o, peggio, attenderli. Se tutto il tempo speso a crucciarsi di "quel che potrebbe essere se..." lo spendessimo di più nel gioire della persona di cui siamo innamorati, avremmo così tante lucciole gioiose e felici a illuminare le tenebre di una amore infranto da poter ripensare al passato con un sorriso.

La cosa più bella che si possa fare di un amore è viverlo.

giovedì 25 settembre 2008

affettuoso

Per chi sa intendere


un bacio dal profondo dell'anima a sfiorarti le palpebre

un sussurro delicato che ti dica "va tutto bene"
Persona Preziosa;
sei tutti i miei sogni



Queste parole sono per chiunque abbia bisogno di un sorriso regalato senza nulla in cambio. Piccolo, dolce dono per chiunque avrà piacere di riceverlo.

martedì 23 settembre 2008

caffè nero bollente

Da bambino trovavo il caffè la bevanda più disgustosa del creato. Quando sentivo parlare di un qualche uomo del passato che aveva scelto di morire bevendo cicuta, bevanda amarissima, io associavo la mortale bevanda a quello stesso fluido di cui sono oggi dipendente.

Non che oggi trovi il caffè più buono di allora. Venticinque anni trascorsi e ancora, al primo fluire tra le labbra, un brivido tra l'orrido e il disgustoso m'invade dalle papille gustative.

Mi sono soffermato per un attimo di questi pomeriggi d'uggia d'autunno bellissima a riflettere sul perché mai mi ostini a bere caffè non amandolo.


Mi sono ricordato di quando ho scoperto il caffè.

Ero diciottenne o poco più, ultimo anno di liceo scientifico o poco meno. Come già spiegato era per me il periodo magico in cui tutto attorno mi rifluiva tra i sensi come incanto senza sosta. Il caffè era strumento fondamentale per poter vivere tutta la vita che volevo senza accusare troppo settimana continue di massimo cinque ore di sonno a notte.

Utilità dunque??

Senza dubbio.
Tuttavia c'era e c'è di più. Già il caffè causa disgusto, privarlo dello zucchero è una mossa antistrategica. Lo è in apparenza soltanto, per quel che mi riguarda.

Inizialmente non addolcivo per erronee credenze dietetiche in breve corrette. L'amore per gli zuccheri è tornato, il caffè è ancora amaro qui di fianco al monitor.


Finalmente oggi ho ritrovato un perché valido.
Sono quasi dieci anni che bevo caffè nero bollente. Dieci anni di ustioni alla lingua e di attese perché intiepidisca. Dieci anni di amaro in bocca gustato.

Sì, gustato. Perché dopo il primo tentativo di dolcificare il torbido liquido ho appreso una cosa privata e intima col caffè: il caffè è come la vita. Di primo acchitto sembra imbevibile, amaro ed acre, incandescente... Ma se dopo qualche attimo di contemplazione e preparato al bollore vivi l'amaro, ti troverai innanzi a effluvi e note di cui è dolcissimo fluttuare nel gusto.

Per questo mi piace così nero, bollente e abbondante: perché per quanto melmosa amo la vita e assaporarla con entusiasmo.

Il mio monito quotidiano...

domenica 21 settembre 2008

confini

Non so bene spiegarmi da quando accada, ma in questi anni ho sviluppato una tendenza che non amo troppo: prediligo vivere ai margini di alcune vite altrui. Non so neppure se classificarla come superficialità (come ascoltare poco attentamente certa gente) o misantropismo o diffidenza. Non so.
Non so altro se non che non la sento troppo mia.

Però è così. Generalmente accade quando ho idea di aver compiuto o detto un qualcosa che mi fa sentire il rapporto d'amicizia in fieri come in crisi. Io incomprenso, io maldestro, altri fraintesi, altri meno affini del previsto... è un'alchimia.

Il risultato è che percependo una qualche non ben precisata e possibilmente immaginaria tensione subliminale il me di oggi tende a congelare ciò che era con un passo indietro.
Distaccarsi appena dalla frequentazione e da quel livello di confidenza percepita per tornare ad un maggior distacco. Questo permette talvolta di mantenere decente e sorridente il rapporto.

E' un comportamento che non amo se trovo un momento di lucidità per analizzarlo. Il risultato infatti non è una carezza per me.
Scoprire che questo allentare la presa riduce negli altri ancor più che in me il senso d'affetto e d'amicizia mi lede un po' l'autostima.

Così mi ritrovo inesistente in foto di gruppo, non menzionato, ricordato perché incrociato in un corridoio e così via. Non che mi possa dispiacere troppo: sono io per primo la causa di tutto; ma scoprirsi protagonista di una vita ai margini dei rapporti intessuti dagli altri, sempre in punta di piedi iperanalitica per non disturbare o sempre goffo come un elefante i cristalleria, fa male a chi ha sempre anteposto le amicizie (anche quelle inconsapevolmente unidirezionali e malriposte) persino a se stesso.

Vivo come un randagio al confine di territori solo per evitare scontri o di ferire.
Mi ritrovo più solo del solito.

Non fa più male del solito. Non quello. Il carico lo mette saper di esser io il responsabile volontario.

martedì 16 settembre 2008

è ufficiale!

L'avevo detto di tenere d'occhio questa nuova serie. Spero l'abbiate fatto!!!

Con ieri si già giunti alla consacrazione.
Vi riassumo il finale qualora non abbiate potuto vedere Californication:





spoiler!






Attenzione, SPOILER (vengono rivelati contenuti)








Tipa: "Scopami. Ho da poco scoperto che mio marito mi ha lasciata per un Todd ed ho solo bisogno di sentirmi scopata adesso. Puoi farlo??"

Mulder (che non è il nome del protagonista, ma è più bello così): "Mentirei se negassi di essere curioso di come si scopa con una si Scientology"

Segue trombata con finale epico e genyale:
Lei apppécora, lui dietro con pantaloni alle caviglie e maglia sfilata a metà.
Lei inizia a dare contraccolpi sempre più forti fino a che uno di questi non spara letteralmente via il nostro che carambola giù dal letto sbattendo in un mobile e tirando giù un quadro.

Tipa: "Sei ferito??"
Lui si tocca la tempia sanguinante e barcolla rialzandosi. Si occupa di rimettere a posto il quadro quando sopraggiunge un bel conato di vomito che vola su tutto il quadro.
Qui l'inatteso: entrano l'ex moglie di Mulder con il nuovo compagno, e proprietario di letto e quadro, nonché l'ex marito della tipa e la figlia di Mulder.
Il protagonista si copre col quadro dicendo: "non è successo niente"; il proprietario del quadro sbotta con: "Hey, ma è il mio quadro"...
A questo punto la tipa apppécora, che ancora era in tal posa, inizia anch'ella a vomitare sul letto.


Ecco, ditemi voi se non è questo il massimo vertice della tivvù spazzatura. Come guardare le serie pomeridiane quando c'è cotanta serie il lunedì sera?? Ora ho un motivo per vivere.
Notate che sono serio, mi piace davvero Californication: ha il gusto per l'assurdo e l'iperbolico (come Final Destination) e il coefficiente di maialaggine elevato (come tutti i telefilm da OC a Paso Adelante a Grey's Anatomy etc. etc.)

lunedì 15 settembre 2008

telemonday

lunedì scorso, grazie alla caviglia malconcia che mi teneva confinato su un letto davanti a un televisore, ho cominciato a visionare i palinsesti nuovi.

Mi sono imbattuto in una serie pruriginosa e solleticante decisamente adatta all'elettroencefalogramma piatto da lunedì sera.

Vedere l'ex Mulder di X-files pucciare il biscotto in varie fanciulle americane seguendo un copione che segue l'imprevedibilità filopornografica che solo alcune star americane d'immaginario offrono è stato divertente.

Californication, questo il nome del telefilm, non è un capolavoro ma nasce senza ambizione d'essere altro. Così diventa una sorta di spaccato verosimile di come possa essere la vita di uno scrittore di momentaneo successo e bell'aspetto nella più traviata California contemporanea.

Donne facili, seduzioni lampo... situazioni al limite della risata (come quella che sul più bello, mentre cavalca il protagonista, lo prende a pugni per poi prendere e andarsene lascindolo lì, così. Il geniale è la reazione di lui che ride di gusto per l'assurdo).
Insomma tra vissuto e sogno di vivere si snoda questo copione da film hard narrativo che proprio per la sua sincerità di voler mostrare quello che tutte le altre serie mostrano, mascherandolo o negandolo, risulta piacevole. i piacevano le relazioni porcelle di OC??? speravate di vedere il culo depilato di Dylan tra le caviglie di Jenny Garth?? vi esaltavate per gli intrighi zozzi di Melrose Place??? Adorate Nip&Tuck per le trombate chirurgiche????

Bene, ora siamo tutti accontentati. Senza tante smancerie: Fornicazione in California, ovvero Californication e saltiamo tutta quella trama inutile, che ci toglie sempre il meglio!!!

Consigliato a tutti gli amanti della tv poco impegnativa e stanchi di tutti i programmi volgari e spinti ma non censurati dal MoiGe perché fan audience. Ve lo consiglio vivamente!!!



Nota fondamentale: Sono ben lontani divengono così i suadenti tempi in cui al solo sentire CALIFORNICATION partiva immediatamente nel cervello il riverbero del basso di Flea sulla chitarra di Frusciante e tutto ondeggiava tra le fantasie di una piscina color tramonto.
Sigh!

domenica 14 settembre 2008

di suoni e parole

Ascanelli.

Basterebbe solo questo per chiarire un pensiero, una filosofia, una gioia, un dato di fatto. Ma non tutti hanno un cuore motorizzato come certa gente mia simile, quindi spiegherò un po' di più.

Al Gran Premio d'Italia corso sul circuito di Monza ha trionfato una macchina italiana, la ToroRosso, guidata da un pilota tedesco, Sebastian Vettel.

Il risultato è stato risentire l'inno tedesco e poi quello italiano alla premiazione di Monza: ricordi da pelle d'oca e presagi che per scaramanzia non si dicono.
Ma non è tutto qui.

La ToroRosso è la ex scuderia Minardi che io bambino neoappasionato di FormulaUno vedevo arrivare sempre in fondo al gruppo: stenti e delusioni ma con una perseveranza e un amore per le corse che davano lezione a tutto quel mondo. La dignità della scuderia di Faenza è stata sempre esemplare.
Vedere che con quegli stessi principi gestionali l'erede morale e reale di quella scuderia ha trionfato oggi è stato il coronamento di un sogno.

Non è tutto.
La chicca, per me, sono stati i commenti di Giorgio Ascanelli: un grande.
Già a fine prove appena sono arrivati i giornalisti a cercare il colpaccio con battute sarcastiche e svilenti ha risposto in maniera perfetta dicendo grosso modo: "il motore funziona, le ruote girano, la macchina è intera; insomma va bene. ... E poi siamo leggerissimi, ci fermeremo al terzo giro!;)!!" Poche parole per chiarire che non era un caso e per chiarire che le polemiche potevano farsele da soli. Grande!

Poi la gara. Una gara gestita caparbiamente dove il toro alato sembrava in certi momenti un cavallino rampante di pochi anni fa.

In fine l'intervista all'arrivo dove il primo pensiero è stato per la scuderia tutta, a partire da chi iniziò venti anni fa col progetto Minardi.


Ecco, io vorrei gente del genere a guidare i team di FormulaUno.



(è gente così che vorrei vestita di rosso assieme a gestori come Braun e Todt)

come va?

Gira il mondo
il vento spira


Galleggio sul fluire dei giorni

sabato 13 settembre 2008

coupling

tra innamorati ci sono vari e diversi momenti. Tra questi uno presenta molte manifestazioni e di queste pochissime non mi nauseano.

Parlo di coma una coppia si relaziona tra gli altri.
Per intenderci, avete presente la coppietta eccessivamente appiccicosa che anche nel gruppo di amici deve stare eclissata, in disparte a tubare, nullificando l'esser in gruppo???

I2


La vedo diversamente.
Fin da adolescente ho ben impressa l'immagine della coppia di cui avrei voluto fare parte. Anzi, è come se avessi da sempre delle immagini del futuro (ipotetico o reale?? chi sa...) ideale.

Una canzone a suo tempo mi diede l'immagine mentale perfetta.



Due persone tra le altre che anche senza sfiorarsi o intersecarsi sono nella reciproca orbita. Legati saldi, attratti, i cuori mano nella mano nel quotidiano, ma senza necessità di contatti esagerati. Sentirsi insieme col contatto di uno sguardo o di un sorriso. Anche solo guardare o esser guardati.

L'ideale di una persona accanto nella vita è vivere le proprie vite intessendo le esistenze.

Satelliti, vibrazione invisibile che ti richiama dolce e calda... quasi un abbraccio che ti attira a collassare addosso; satelliti, vibrazione suadente che ti vuole distante: ci si ruota attorno, si è interdipendenti ma è giusto esser così, distanti. Perché è in quella distanza che ci si rende conto di quanto si è vicini.



Non so se l'immagine dei satelliti possa essere giusta per tutti. So che la sensazione profonda di essere mano nella mano con qualcuno al capo opposto del tavolo, ridere e vedersi ridere e con un cenno, un sorriso, darsi una carezza tiepida sul viso l'ho provata. Per me esser vicini come due satelliti è questo ed è una forma d'amore e condivisione davvero desiderabile.




non so quanto queste parole, scritte di getto nel riascoltare una canzone che amavo, possano risultare chiare. Come sempre in caso chiedete. Come sempre non è che ci sia una dedica specifica. Come sempre è solo una parentesi sentita.

venerdì 12 settembre 2008

soluzioni estreme

Da mesi cerco di fare opera di convincimento tra parenti ed amici di una triste conclusione cui sono giunto ma che merita propaganda.

l'Italia, e temo anche il mondo, non sono più quelli degli ideali con cui alcuni di noi sono cresciuti. Hanno vinto i truffaldini, i furbi, gli stronzi.
Così essere gentili e sorridenti è spesso fatica sprecata (quando va bene). La gente fa di tutto per cancellare il sorriso dal volto di chi è gioioso. Questo anche quando si cerca spontaneamente di essere solamente allegri.
Altrettanto può dirsi per l'educazione ed il rispetto.
Cercare di non disturbare, di essere discreti, di essere gentili e accomodanti, la pazienza, i modi garbati, il preoccuparsi del prossimo o cercare d'aiutarlo, fosse uno sconosciuto in difficoltà o un parente... tutta roba demodè!

Che fare dunque?

Se sei cresciuto nella convinzione di dover rispettare il prossimo e questo ti garantisce solo di passare da stolto, da tardo; se cerchi di vivere nel "giusto" e questo ti permette di esser prevaricato, trascurato, e deriso... Se l'educazione ed il rispetto devono essere un handicap, come fare?????



Bene, ho trovato una soluzione al problema!

Drastica, per carità, ma funzionale sotto molti aspetti.

Il sistema consiste in una piazzata iraconda e priva della graziadidddddio senza preavviso e tracimante tutto il veleno accumulato.

Non deve essere attesa. Quando superano il limite (non vi ascoltano, rispondono male e aggiungono anche sarcasmo) prendete fiato e via: Attaccate con una bella Bestemmia di quelle orrende, o anche un'imprecazione o una parolaccia efficace. Dopodiché dite esattamente cosa pensate facendolo passare dal rancore, la rabbia e le ghiandole velenifere appena spuntate. Tenete sempre un tono irato e secco, che non ammetta repliche. Appena finito prendete e andate a fare ciò che stavate facendo\dovete fare\non vi permettevano di fare\fatevi dire ciò che non dicevano (l'ultima situazione è ottima per gli ospedali con medici pessimi ma presuntuosi: io propongo anche l'afferrata per i testicoli, ma servono mani da fabbro e faccia alla Jack Nicholson).

L'obiettivo è stupire, basire l'interlocutore. Nessuna replica ammessa: devono rimanere sul campo solo silenzio, vento polveroso, e fulmini neri che vi circondano (in senso figurato gente... o vi servono gli esperti in effetti speciali di Hollywood!!!).

Vantaggi:
- vi sarete sfogati
- incredibilmente, le persone ora vi rispetteranno, saranno collaborative e cordiali (come prima eravate voi, insomma! ^_^), aiuteranno persino quando non richiesto e si prodigheranno per voi
- se siete delle personcine Ammodìno e non avete usate questa guida perché merde dentro vi sentirete anche porgere le scuse, come se di colpo il mondo si ricordasse delle regole che a tutti hanno insegnato ma che nessuno sembra volersi ricordare oggigiorno
- NOTA: se siete le solite perzoncine Ammodìno di cui sopra, quando vi diranno "scusa" vi sentirete anche pessimi per aver trattato così male qualcuno. Tutto nella norma.


Efficacia garantita. Provare, o fare un tirocinio, per credere!!!!

venerdì 5 settembre 2008

tutti quanti, tutti quanti...

tutti quanti voglion far Kung-fu!

(che il jazz è cosa per palati più fini)

Stavolta vi puppate una recensione: Kung-Fu Panda.
Ero sdubbiato nell'andarlo a vedere, ma vuoi per la compagnia, vuoi per il megaschermo cinematografico, vuoi perché sotto sotto sono nerd e amante dei cartoni in modo imbarazzante... Ci sono andato.

Carino. Nulla di più.
Personalmente l'ho trovato prevedibile; per un cartone, dove la fantasia non ha limiti di rappresentazione, essere prevedibile è una pecca secondo me grossa. Si ride, sì, ma non mi sono spanciato mai nè sono restato a bocca spalancata.
Con Ratatouille mi era collassata la mandibola più volte per lo stupore, con IceAge avevo avuto crampi dal ridere per mezz'ora buona. Con Kung-fu Panda non è accaduto.

Storia fin troppo lineare e "vecchia" (già sentita e vista), senza trovate degne di nota.
A peggiorare l'effetto, per una volta, è stato il doppiaggio e la caratterizzazione dei personaggi.
Il cast vocale originale è degno di tutto rispetto: Lucy Liu, Jackie Chan, Dustin Hoffman, Angelina Jolie, Jack Black...
In italiano ci tocca un panda bresciano doppiato da un Fabio Volo buono ma nulla più con caratteri ben poco orientali, comunque.
Ad orecchio poi m'è sembrato imperfetto l'adattamento, molto per bambini e, temo, edulcorato in alcuni passi.

Unica nota di gran merito sono le parole del maestro Oogwai: "Il caso non esiste" e, in inglese, che penso abbia maggior assonanze: "Yesterday is history, Tomorrow is mistery... Today is a gift: that's why is called Present." (grosso modo)

Per il resto, un ottimo home video, ma non un capolavoro da cinema.

giovedì 4 settembre 2008

about an ankle

(titolo che vorrebbe farvi pensare ad about a girl dei Nirvana, solo per citarli)

Aggiorno e spiego:

La caviglia pare stare decentemente.
Le preoccupazioni erano e sono innescate dalla mancanza, sulla stessa caviglia, del legamento astragalico-peroneale sfilacciato al 95% in un infortunio di qualche anno fa; dovetti fare 8 mesi di fisioterapie e ginnastiche varie posturali e rieducative per tornare a usare la zampa con fiducia.

Dopo i moccoli e il male o provato a sincerarmi delle condizioni attuali post distorsione: regge il peso e mantiene la direzionalità quando fluttua. Questo indica che i due legamenti rimanenti sono ancora abbastanza integri da non richiedere una chirurgia.



Per chi volesse dire la parola ospedale ecco in arrivo un pensiero colmo d'ira repressa (non con voi eh!!!):
I drammi grossi alla caviglia nacquero da una diagnosi errata di frattura al malleolo(scheggia vecchissima che prendono sempre per fresca) che mi bloccò un agosto intero a un letto con una terapia che mi ha quasi bloccato la caviglia e mi è costata mesi di riabilitazione anziché settimane.

Si aggiunga che per recuperare un legamento rovinato a una mano e per riprendermi dopo un'operazioncina sono arrivato ad accumulare almeno 15 mesi d'esperienza in fisioterapia con medici e terapisti (loro sono bravissimi, benedetti e Santi!!). Insomma conosco ormai benissimo il mio problema e conosco tutte le più disparate teorie su come porre rimedio e valutare!!!

Pragmaticamente:
Non ci penso nemmeno ad andare presso un ospedale dove un ortopedico da due soldi mi impone un gesso inutile e le prospettive di un litigio immane per uscire dalla sala. Faccio di mio e so di far decentemente.


Nota: la caviglia è stragonfia perché grazie alle terapie sbagliate si gonfiò dal mignolo a metà stinco e rimase così per oltre un mese. Non drena più.


Bene, dopo sfogo e aggiornamenti, torno mettere la gamba più in alto; in alto c'è già.

martedì 2 settembre 2008

coglione

Un bel pomeriggio tiepido e calido me ne andavo zompettando garruli passetti a ritmo di blanda corsa da ex atleta ex uomo con qualche muscolo ex mollusco da vacanza... corsetta lieve lieve intanto che si chiacchera: cosa di più innocuo e poco stressante al mondo???

Come il buon vecchio Sugar, come Rocky Joe ero seguito da una bici.
A bordo un'ottima amica, qualcosa di meglio che una fidanzata persino!

che pretendere d'altro??
La stagione è buona, l'oroscopo a favore, gli infortuni alle spalle, quasi uno per stagione, ma passati. Rotto quasi tutto (anche un po' i cojones a dir la verità). Corro tranquillo.

Aggiungo anche un "ando sereno allo meo passo, che mi sento bene le gambe" Rilassato e senza forzare; rilassato e senza problemi che siamo a chiaccherare; rilassato e paciocco, che la vita mica è sempre una merda fetente...
Rilassato ecco:
Tanto rilassato da beccare l'unico sasso grande abbastanza da sporgere lungo la discesina in terra battuta. Coglione: non valuti il terreno di combattimento; coglione: non tieni gli occhi ben aperti; coglione: non sei abbastanza pronto e ti fai sorprendere impreparato; coglione: cadi; coglione Crack! cronk! crunch! --- Moccolo orrendo di suidi e divinità ---

Zompetti il resto della discesa pensando solo che è la caviglia a rischio operazione e che non fa tanto male come quando s'è strappato tutto ma arriverà presto un male oltre la norma: risfilacciare il malconcio fa male tre volte il solito.

Arriva, coi suoi vasi sfiancati che non drenano nulla, col limone a bordo malleolo, con la rabbia dell'ennesima volta e la serenità della stessa.
Pensi che chi ti ha detto "t'avevo visto in Arno" non ha tutti i torti, ma anche che almeno fossi finito lì ci sarebbe stato di che ridere a crepapelle mentre così sei solo un coglione.
Pensi che in effetti sei pure sfigato: è il primo anno che la stagione parte da subito e che nuovamente da subito la fotti; pensi pure che di tutti i sassi hai preso il solo sporgente sulla sola discesa pendente dal lato senza legamento: anche volendo, lì cade da sè perché niente tiene in sede le ossa: eri a favore di caduta libera dei gravi. In piano sarebbe stato una misera storta. Ma sei un coglione: portati a casa la distorsione gonfia che meriti la stagione fottuta la scherma a ramengo e sorridi ai mesi di libri e obesità come se non fossero abbastanza.

Sorridi, perché la vita non è una merda né beffarda. Basta saperla guardare dal punto giusto.
Perché il caso non esiste.
Perché il presente reca un dono, perciò si chiama presente.

Oggi sono un coglione fortunato: non sono stato miope e le mie mani sono ricche d'oggi. Qua è colmo di doni chiamati persone. Doni che spettano anche ai più coglioni, fortunatamente.

^___^